Casanova farebbe così!
D on Agostino gode in paese di una discreta fama di donnaiolo, cosa che lo porta a vantarsi con gli amici coi quali spesso bighellona al tavolo da biliardo. Per nulla interessato alla serrata corte che gli fa Donna Rosalia, considerata racchia e brutta, è invece attratto dalla bellezza di Maria Grazia, giovane moglie del burbero e gelosissimo Don Ferdinando. Un giorno scommette con i suoi amici 10 mila lire che riuscirà a passare una notte con Maria Grazia in barba a suo marito, cosa talmente impossibile che i suoi amici accettano di buon grado sicuri della sua sconfitta. Ma Don Agostino ha in pugno il suo rivale avendogli prestato 80 mila lire per le quali, incomprensibilmente per i più, non pretende una lira d'interesse. Questo lo rende in posizione di superiorità rispetto a Don Ferdiando che molto volentieri si presta a servirlo oltre che ossequiarlo. Siccome commercia in cavalli, Don Agostino gli commissiona urgentemente un cavallo con certe caratteristiche tali da farlo partire la sera stessa alla volta di Napoli dove l'indomani è prevista per l'appunto una fiera equina. Ovviamente prima di partire raccomanda a sua moglie la massima riservatezza e di chiudersi a doppia mandata in casa per il periodo della sua assenza. L'uomo aveva avuto dei diverbi di pubblico dominio con uno del posto, tale Pachialone, che lamentava di essere stato gabbato nell'acquisto di un cavallo e Don Ferdinando adirato per questo era arrivato al punto di mettergli le mani addosso. Pachialone poi aveva anche lui un debito di 10 mila lire nei confronti del ricco Don Agostino, dal quale però riceveva solo ingiunzioni a pagare al contrario del trattamento verso quell'altro debitore. Sulla strada per Napoli Pachialone sale sulla carrozzina di Ferdinando col quale intende chiarire alcune cose e nel mentre Agostino approfitta per farsi aprire da Maria Grazia con uno stratagemma. Le racconta di scappare dagli inseguitori per aver ucciso un uomo che lo aveva aggredito e subito dopo un corteo di persone urlanti passa nei pressi della casa e tra loro anche gli amici di Agostino, allarmando tutti del fatto che Pachialone era stato assassinato. Maria Grazia che dapprima voleva nasconderlo ora ha paura di quello che con tutta probabilità è l'assassino. A nulla valgono le spiegazioni di Agostino che stava scherzando e seguendo un piano preciso a fargli vincere una scommessa tra amici, quando improvvisamente rientra in casa Ferdinando e lo trova lì. Saputo dell'omicidio e del suo cercar rifugio, lo invita a costituirsi e se non fosse l'assassino allora dovrebbe morire per essere entrato in casa sua a insidiarne la moglie. Un bel dilemma per Agostino che durante la notte pensa bene di tagliare la corda e scappare venendo però fermato sull'uscio dal pronto intervento di Ferdinando che lo costringe a confessare il suo omicidio o in subordine a cancellare il suo debito per riparare l'onta subita. Deve decidere se farsi 30 anni in galera o firmare la quietanza per gli 80 mila che ha prestato. Preferisce quest'ultima ma quando gli viene chiesto di cancellare anche il debito di Pachialone visto che ormai è morto e quindi impossibilitato a pagare, Agostino si rifiuta facendo entrare in gioco anche il Pachialone stesso che arriva in casa e gli fa intendere di essere un fantasma visto che gli altri, tra i quali anche gli amici di biliardo appena arrivati, dicono di non vederlo. Per paura di quell'orrenda visione accetta anche di quietanzare il debito e per ultimo deve ovviamente pagare gli amici per aver perso la scommessa, cosa che mestamente è costretto ad ammettere. Ma ecco che una volta saldato il debito con i suoi, tutti iniziano a sfotterlo di essersi fatto gabbare come un novellino qualsiasi. Pachialone è vivo e vegeto e lui non ha più la possibilità di riavere i soldi prestati e neanche quella di restare a questo punto in paese a fare lo zimbello dopo anni di spavalderie. Gli conviene accettare la corte della risoluta Donna Rosalia e partire con lei per lasciare per sempre quel posto.
Gradevole commedia di altri tempi con i fratelli De Filippo assoluti mattatori e diretti con mestiere dal Bragaglia. Con loro grandi caratteristi e un Albertone alle prime armi.
Casanova farebbe così!
Italia 1942
Regia: Carlo Ludovico Bragaglia
Musiche Giulio Bonnard
con
Eduardo De Filippo: Don Ferdinando
Peppino De Filippo: Don Agostino
Clelia Matania: Maria Grazia
Giorgio De Rege: Ernestino
Nietta Zocchi: Donna Rosalia
Gildo Bocci: Pachialone
Giovanni Conforti: il maggiordomo
Nicola Maldacea: il barbiere
amici al tavolo di biliardo e scommettitori
Alberto Sordi
Eduardo Passarelli
Roberto Bianchi
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