Maciste alla corte del Gran Khan
S tanco della dominazione Tartara, l'imperatore cinese Wung chiama in aiuto il Gran Khan dei Mongoli con l' unico risultato di cambiare oppressore. Il Gran Khan dapprima fa uccidere l'imperatore e poi dispone per i suoi due giovani figli diversi destini. La Principessa Li Ling viene inviata in un remoto convento mentre il Principe Tai Sung viene allevato a corte, promettendo al popolo cinese che da grande diverrà il legittimo imperatore. Ma il Khan consigliato dalla perfida Liu Tai ha in serbo per loro una sorte assai diversa. Al principe per festeggiare la maggiore età e quindi la salita al trono, essendo appassionato di caccia alla tigre, viene organizzata un'imponente battuta, dono questo per lui graditissimo se non sospettasse di finire legato e imbavagliato nella trappola allestita per il vorace felino. Buon per lui che passa di lì Maciste, un tipo dalla forza mostruosa unita a un coraggio non comune che senza indugi, salta dentro alla enorme buca mentre la belva sta per uccidere il giovane. La uccide con la forza delle sole mani e si carica sulle spalle l'esanime giovane che porta in un convento di monaci buddisti dopo aver eliminato i soldati che avevano allestito la trappola mortale. I monaci riconoscono l'illustre ferito e si prodigano per curarlo mentre da un'altra parte la sorella scampa al massacro di tutte le giovani del convento ordinato dal Khan. Questi certo di aver eliminato i due pretendenti al trono sta per dare il via al suo insediamento quando la principessa viene catturata e dal tatuaggio di un drago che ha sulla spalla viene riconosciuta come l'erede al trono. Questo fatto del tutto inaspettato induce il Khan a giocarsi la carta del matrimonio, costringendo la giovane a sposarlo per evitare massacri al suo popolo e consentendogli di prendere il potere legalmente. Questo fa infuriare Liu Tai che in preda alla gelosia fa scappare la ragazza aiutata da Maciste. C'è solo un modo per sollevare le masse e risvegliare le coscienze del popolo cinese ed è quello di riuscire a suonare l'enorme campana sacra che da secoli è inutilizzata e nascosta ormai da una fitta vegetazione che le è cresciuta negli anni tutt’attorno. Maciste riesce a trovarla e farla risuonare colpendola col suo enorme batacchio e scatenando la ribellione. Mentre negli scontri perde la vita coraggiosamente il Principe Tai Sung, il giovane guerriero Chu, che si era distinto nella lotta al Khan affiancando Maciste, uccide il tiranno con una lancia e nonostante le sue umili origini viene scelto come sposo dalla raggiante principessa. Maciste li saluta acclamato dal popolo perché la sua meta è sempre laddove il bene combatte il male.
E' Gordon Scott con fisico d'ordinanza a interpretare stavolta il ruolo dell'eroe in un film che Riccardo Freda dirige con buone scenografie e scene accurate, mentre il montaggio in alcune fasi sembra non all'altezza. Tra le interpreti femminili, sebbene non protagonista, vince per distacco Hélène Chanel sulla rivale orientale.
Italia 1961
Regia: Riccardo Freda
Musiche Carlo Innocenzi
con
Gordon Scott: Maciste
Yoko Tani: Principessa Li Ling
Dante Di Paolo: Bajan
Gabriele Antonini: Chu
Leonardo Severini: Garak, il Gran Khan
Hélène Chanel: Liu Tai
Valéry Inkijinoff: Gran Sacerdote Taoista
Franco Ressel: Capitano delle Guardie del Khan
Ely Yeh: Imperatore Wung
Luang Ham Chau: Gran Sacerdote Buddista
Chu Lai Chit: Principe Tai Sung
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