I figli del leopardo
Fifi Tulicò, detto il Leopardo, spiantato barone siciliano, versa in cattive condizioni economiche per il suo vizio del gioco e per le difficoltà di piazzare sul mercato le sue numerose invenzioni che nessuno sembra volere. Ha deciso di lasciare l'amante e altrettanto povera Maria Rosa per sposarsi con la ricca figlia del Marchese Begalini, famiglia questa che non vede al di là del naso, affetta da miopia grave ma con beni e ricchezze tali da allettare chiunque. Ovviamente Maria Rosa si oppone volendo esser lei stessa sposata visto che ha avuto due figli da quell'uomo che per non dare scandalo, aveva abbandonato in un convento. Ora le avrebbero fatto comodo per costringere il loro padre a riparare il danno fatto a suo tempo. Ma mentre il barone è irremovibile e saluta la donna, le preghiere di lei sortiscono l'effetto sperato facendo piombare in casa i suoi due figli inseguiti da una torma di infuriati clienti truffati. I due infatti sbarcavano il lunario come improbabili cavadenti e imbonitori da strapazzo tanto da aver creato un putiferio tale in paese, dove erano di passaggio, da esser stati costretti ad entrare nella prima casa trovata. Con grande stupore e vista la straordinaria somiglianza di Franco con la madre, i due ritrovano la genitrice che non avevano mai conosciuto e che racconta loro la sua storia, spiegando anche a Ciccio che è a sua volta il ritratto spiccicato di suo padre, il barone Fifi Tulicò che dovranno far desistere dal matrimonio d'interesse per sposare lei e riconoscere finalmente loro come baroncini. "Non barboncini Franco! Baroncini!" Così i due rinfrancati dalla straordinaria scoperta si mettono di buon grado sulle tracce paterne, dovendo però affrontare le difficoltà insite alla guerra in corso tra Borbonici e Garibaldini. I due presi tra i due fuochi e sospettati di parteggiare per gli uni o per gli altri, rischiano a più riprese di venir fucilati e senza contare anche la minaccia del brigante Babalone che con i suoi li rapisce per chiederne un lauto riscatto. Fortunatamente per loro interverrà la bella Margherita, una dei capi della banda che si è innamorata di un bel tenentino dei Garibaldini e per raggiungerlo e unirsi a lui, diserta e li libera. Riusciranno a trovare l'augusto genitore e con uno strattagemma farlo sposare alla loro madre, sostituendolo alla miope marchesina con il brigante Babalone. In fondo sempre soldi sono pensa bene il brigante, mentre il barone che si sente turlupinato dalla sua povera ex amante, scoprirà con piacere che la stessa ha messo da parte un bel gruzzolo nel tempo facendo la cartomante e con quei soldi potrà vivere e prosperare unita tutta la ritrovata famiglia.
Senz'altro uno dei miglioro film della coppia qui impegnata in doppi ruoli che per Franco prevedono anche quello femminile, peraltro straordinariamente reso. Sergio Corbucci li dirige con mestiere negli esterni rustici e magici di Montecelio dove il tempo sembra essersi fermato a quando, appunto, si faceva l'Italia o .. si moriva.
Senz'altro uno dei miglioro film della coppia qui impegnata in doppi ruoli che per Franco prevedono anche quello femminile, peraltro straordinariamente reso. Sergio Corbucci li dirige con mestiere negli esterni rustici e magici di Montecelio dove il tempo sembra essersi fermato a quando, appunto, si faceva l'Italia o .. si moriva.
I figli del leopardo
Italia 1965
Regia: Sergio Corbucci
Musiche Piero Umiliani
con
Franco Franchi: Franco / Maria Rosa
Ciccio Ingrassia: Ciccio / Barone Fifi Tulicò, detto il Leopardo
Evi Marandi: Margherita
Raimondo Vianello: Generale Baldigari
Alberto Bonucci: brigante Babalone
Ignazio Spalla: brigante Baffo di Ferro
Anthony Steffen: Tenente garibaldino
Vittorio Congia: sergente Nando Tazza
Silvio Bagolini: Don Basilio
Mario Castellani: Marchese Begalini
Nino Vingelli: fattore
Mimmo Poli: fattore
Enzo Andronico: notaio
e con
Massimo Righi
Mario De Simone
Antonio La Raina
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