Che c'entriamo noi con la rivoluzione?
Guido Guidi a capo di una scalcinata compagnia di guitti in trasferta in Messico grazie all'ingaggio di un provvidenziale quanto misterioso impresario teatrale, si imbatte in un mite e ingenuo sacerdote, don Albino Moncalieri, conosciuto in precedenza e anche lui in Messico in qualità di segretario particolare di un vescovo in missione apostolica in quelle terre martoriate dalla rivoluzione. E proprio in questo clima così caotico che le strade dei due si intersecano per unirsi in un groviglio di disperate avventure, dove dovranno cavarsela da rivoluzionari che li vogliono morti al pari dei governativi del colonnello Herrero divenuto il loro giurato nemico. In modo del tutto fortuito avevano salvato dalla fucilazione il capo Carrasco e per questo erano attivamente ricercati dai Regulares. Guido poi come attore era stato costretto ad indossare i panni di un finto vescovo per benedire i rivoluzionari sotto la minaccia delle armi. Erano poi finiti nelle mani di banditi violenti dediti a tagliare le mani dei rivoluzionari per farsele pagare 3 pesos ciascuna dal colonnello e a farne le spese erano stati anche innocui e miseri peones. Scampati anche a questi tagliagole, i due si ritrovano ancora alle prese con Carrasco dove scoprono che il misterioso impresario italiano altri non era che Peppino Garibaldi nipote dell'Eroe dei Due Mondi e desideroso di calcare le orme dell'illustre avo. A tale scopo ancora una volta l'attore viene costretto ad impersonare il ruolo di Garibaldi per infiammare il popolo ancorché ignaro della sua morte. Ma con il povero don Albino per sfuggire alle grinfie di Carrasco, finirà di nuovo nelle mani del colonnello che nel frattempo ha catturato e ucciso Emiliano Zapata. Ma nonostante ne esibisca la testa in pubblico non riesce a convincere il popolo della sua morte, tanto da escogitare l'ennesimo travestimento servendosi ancora dell'attore. Mentre don Albino langue in attesa di esser fucilato, Guido deve interpretare la parte di un dimesso Zapata davanti al popolo e ai giornalisti stranieri, ai quali dovrà dare a intendere che è profondamente pentito di quello che ha messo in moto e che rinnega i valori della rivoluzione. Sembra questo il modo giusto per far desistere i rivoltosi di fronte a un leader così ripugnante. Nel frattempo si succedono le fucilazioni e in una di queste don Albino, avvertito da alcune guardie, ha finto di morire dopo una fucilazione a salve, visto che i soldati non avrebbero mai ucciso un prete. Doveva fingere la morte vicino alle cataste di altri fucilati ma quando se ne avvede Guido, al culmine della sua perfetta recitazione, credendolo morto, scatta in lui un immediato e profondo disprezzo per colui che ha osato far uccidere un mite uomo di chiesa. Allora preso dall'ira, urla tutta la sua rabbia verso il colonnello che trafigge con una sciabola incitando tutti alla rivoluzione che scoppia immediata tutt'intorno. Colpito al petto viene soccorso da don Albino al quale spira poco dopo tra le braccia, felice di rivederlo vivo e dello strepitoso successo che quella sua ultima esibizione ha ottenuto di fronte a un così fragoroso ed entusiasta pubblico.
Coi tratti della commedia, amara per il finale tragico, Sergio Corbucci negli stupendi scenari spagnoli, mette in scena una storia divertente con risvolti western e tragicomici dove a far la parte del leone è la straordinaria bravura dell'istrionico Gassman ben sorretto da un Villaggio in splendida forma.
Coi tratti della commedia, amara per il finale tragico, Sergio Corbucci negli stupendi scenari spagnoli, mette in scena una storia divertente con risvolti western e tragicomici dove a far la parte del leone è la straordinaria bravura dell'istrionico Gassman ben sorretto da un Villaggio in splendida forma.
Che c'entriamo noi con la rivoluzione?
Italia, Spagna 1972
Regia: Sergio Corbucci
Musiche Ennio Morricone
con
Paolo Villaggio: don Albino Moncalieri
Vittorio Gassman: cav. Guido Guidi
Riccardo Garrone: Peppino Garibaldi
Eduardo Fajardo: colonnello Herrero
Leo Anchóriz: Carrasco
Rosanna Yanni: Rosanna
Simón Arriaga: Mendoza
José Canalejas: rivoluzionario
e con
Carmen Pericolo
Víctor Israel
Lorenzo Robledo
Diana Sorel
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