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Maciste il gladiatore più forte del mondo
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Mersabad, capitale di un Regno dell'Asia Minore, vive felice sotto la saggia Regina Talima quando il suo consigliere Oniris ordisce un piano diabolico per spodestarla. Ha ingaggiato da Roma otto formidabili gladiatori che Rufo, un abile mercante, ha acquistato con la promessa di farli arricchire per abbandonare le arene e vivere da nababbi. La loro abilità con le armi è più che sufficiente per avere la meglio sullo scarso contingente di guardie reali agli ordini di Ligonio. Non hanno fatto i conti con il possente Maciste che per caso viene a conoscenza del piano e immediatamente si adopera per sventarlo. Ma a tramare contro la Regina è coinvolta anche la sorella Resia che, innamorata di Oniris, gli svela i piani di Maciste per infiltrarsi nel gruppo di gladiatori. Scoperto viene quindi drogato e mentre giace addormentato nel letto, viene incaricato il giovane Menide di ucciderlo mentre gli altri gladiatori si apprestano a tendere la trappola alla Regina per rapirla. Lei infatti era stata messa in guardia e fatta allontanare da palazzo, salvo venire tradita nei suoi movimenti dalla sorella. Ora mentre Maciste stava per morire trafitto dalla spada di Menide, la Regina veniva sorpresa lungo il cammino e rapita dopo aver ucciso le sue guardie. Il solo Ligonio viene creduto morto e, abbandonato con gli altri, viene soccorso e fatto curare da maciste. Questi non è morto perché il giovane incaricato di ucciderlo nel sonno lo ha risparmiato per ripagare un debito con l'uomo che gli aveva salvato la vita. Ora con Ligonio e pochi fedeli rimasti si scatena contro l'usurpatore, riuscendo a più riprese ad eliminare i suoi gladiatori per poi, liberata la Regina da Ligonio, vedersela con il più forte tra essi, il possente Sidone, che soccomberà nell'arena di fronte al popolo osannante. Oniris tenta una disperata fuga ma viene trafitto da Ligonio che entra in scena con la Regina per l'ovazione finale. Lei perdona sua sorella e ringrazia il possente eroe senza il quale il suo regno sarebbe ora nelle mani di un crudele tiranno.
Un buon esempio di peplum con interpreti che andavano per la maggiore, comprese comparse di livello che per quanto non accreditate nei titoli sono facilmente riconoscibili, stante la loro presenza costante a Cinecittà e parimenti riconoscibili e altrettanto prezzemoline le Cascatelle di Monte Gelato teatro anche qui delle gesta ... bagnate 😉 dei nostri.
Maciste il gladiatore più forte del mondo Italia 1962
Regia: Michele Lupo Musiche Francesco De Masi con Mark Forest: Maciste Scilla Gabel: Regina Talima José Greci: Resia Jon Chevron: Bango Vittorio Sanipoli: Rufo Germano Longo: Ligonio Erno Crisa: Oniris Dan Vadis: Sidone Umberto Silvestri: Bruto Harold Bradley: Tucos Carlo Pisacane:l'oste Maurizio Conti: Menide Calisto Calisti: Sclepione Alfio Caltabiano: Sichio Pietro Ceccarelli: Astorige Claudio Scarchilli: Arminio e con Ciccio Barbi Nino Di Napoli Franca Polesello non accreditati Fortunato Arena Sal Borgese Jeff Cameron Emilio e Roberto Messina Amerigo Santarelli
Voglio fare un appello con questo film a chi lavora nel cinema affinché a distanza di 40 anni si torni a produrre un genere che tante soddisfazioni ha dato al settore in termini di incassi e lavoro. Certo il filone ha rappresentato anche un concentrato di luoghi comuni finendo spesso in sciocchezze e corbellerie col solo scopo di far cassa etichettandosi col tempo solo come fenomeno violento e di consumo. Perchè non c'era la TV e il cinema era il solo luogo di svago e bisognava riempire le sale con prodotti ripetitivi in quantità e a scapito della qualità. Ma pur sempre creando un mestiere associato ad esso fatto di buoni caratteristi, registi, comparse e maestranze specializzate in carpenteria, falegnameria e vari e sempre senza l'utilizzo di una sola lira del denaro pubblico. Ecco perché vorrei che firmaste nei commenti questo appello affinché torni in auge un genere, magari anche con altri, che un tempo caratterizzarono il nostro Cinema nazionale. Ci vorrebbe in ver...
Trama: I ragionieri Antonio Guardalavecchia (Totò) e Giuseppe Colabona (Peppino De Filippo) sono impiegati presso la filiale di Napoli della ditta Pasquetti, una società di trasporti. Il loro capoufficio è Cesare Santoro, superiore molto severo che non tollera l'atteggiamento poco professionale dei due impiegati. Al culmine dell'ennesimo rimprovero riservato a Colabona e Guardalavecchia davanti a un impiegato neoassunto, il catanese Donato Cavallo, Santoro li minaccia di trasferirli in Sardegna. L'improvvisa morte del capoufficio dà inizio a una spietata "guerra per la successione" tra Colabona e Guardalavecchia, lotta i cui segnali si manifestano già al funerale di Santoro. Parodìa stupenda dell'avidità e dell'ambizione delle persone che pur di raggiungere anche miserrimi obiettivi son pronti a tutto. Trasferito in ambito politico nella nostra povera Italia, Guardalavecchia, Colabona e Santoro vi ricordano qualcuno? Ribadisco, il "Pri...
H enry , un killer professionista, si è ritirato dopo l'ultimo incarico in una casetta in mezzo al nulla gelato della foresta dello stato di Washington DC vicino al confine canadese. A turbare i silenzi della natura che lo circonda arriva un tonfo sinistro quando nei pressi si schianta una motoslitta con a bordo una ragazza che rimane ferita piuttosto seriamente. Henry la porta al sicuro dai lupi che stanno già fiutando la preda avendone assaggiato il sangue sulla neve e inizia a curarla con i pochi mezzi di cui dispone. Le estrare diverse schegge di legno da una gamba e dopo qualche giorno una ancor più preoccupante nell'inguine. In genere non salva le vite tuttavia quella ragazza indifesa non poteva lasciarla in balia delle intemperie e dei lupi famelici, ma qualcosa in lei lo insospettiva. Intanto non aveva cellulare e nemmeno documenti per cui quel nome, Melody , che le ha dato potrebbe essere falso ragion per cui appena si sarà ripresa dovrà alzare i tacchi e lasciar...
Devo dire che il cinema mi ha spesso fatto conoscere musiche che non avrei mai immaginato di ascoltare e questo bellissimo film del quale abbiamo già parlato in questo post serve più che altro a farvi conoscere uno dei più grandi baritoni di tutti i tempi: Tito Gobbi . Considerato da molti inarrivabile per il timbro di voce, in questo film presta la voce "canora", perchè il parlato è di Giulio Panicali uno dei tre più grandi doppiatori della storia del cinema nazionale, a Dennis King , Frà Diavolo alias il Marchese di San Marco . Nel clip mancano i 2 interpreti principali, Stanlio e Ollio , ma lo scopo era quello di far ascoltare questa bellissima aria che potrete divertirvi a cantare dal momento che inserisco le parole e credo tantissimi nel web approfitteranno con i motori di ricerca a reperirle qui e tuttavia possiamo notare alcune delle spalle abituali del duo comico come James Finlayson e la bella Thelma Todd . Per i crediti potete andare al post originale: Frà ...
« Il Cristianesimo è una religione democratica basata sul lavoro » (Don Camillo) Da i romanzi di Guareschi , sono tratti una serie di film che meglio di tanti altri hanno descritto l'Italia post bellica ed il suo passaggio da civiltà rurale e patriarcale a società moderna. Tutti prodotti dalla Cineriz e interpretati da Fernandel (don Camillo) e Gino Cervi (Peppone) gli episodi sono cinque: 1. Don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1952) 2. Il ritorno di don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1953) 3. Don Camillo e l'onorevole Peppone (regia di Carmine Gallone, 1955) 4. Don Camillo monsignore... ma non troppo (regia di Carmine Gallone, 1961) 5. Il compagno don Camillo (regia di Luigi Comencini, 1965) Non so quante volte li ho rivisti, ma ogni volta è come se fosse la prima ed in ogni occasione ne trovo una chiave di lettura nuova. Centro degli episodi è la contrapposizione tra il sentimento cristiano di don Camillo e l'ideol...
Se c'è un attore che sempre mi ha convinto nelle sue interpretazioni questo è Andy Garcia, e nel limite del possibile ho sempre cercato di vedere i suoi film. In The Lost City, egli non è solo l'attore protagonista, ma anche il regista, produttore esecutivo e autore delle musiche. E aggiungiamoci pure che come il protagonista del film anch'egli è un esule cubano. Il film narra la storia di Fico (A. Garcia) proprietario di un locale notturno "El Tropico" di L'Avana durante la dittatura di Battista e all'alba della rivoluzione Castrista. Nella sua famiglia il padre, docente universitario, è per un opposizione parlamentare al regime di Battista, mentre suo fratello Ricardo si unisce al movimento, extraparlamentare, comunista di Fidel Castro e l'altro fratello, Luis, al movimento democratico (sempre extraparlamentare). Man mano che il regime Castrista raggiunge il potere ed il controllo della vita cubana, le attività del locale di Fico sono ridotte, prima...
F ernando , proprietario di un grande magazzino con un migliaio di dipendenti, è ossessionato da incubi ricorrenti nei quali viene sbeffeggiato, malmenato e umiliato, in sogni che lo vedono alle prese con donne bellissime, come l'attrice Silvana Pampanini ad esempio, che lui adora. Solo che quando sta per realizzare il suo sogno, tipo sposare l'attrice e prepararsi per la prima notte di nozze, ecco spuntare questo energumeno che gli rovina la festa oltre a ridicolizzarlo come la solito. A nulla valgono i tentativi del suo medico, il Dott. Furgoni , che non ne può più di essere svegliato in piena notte dal commendatore in preda all'isteria. Ma ecco un bel giorno presentarsi nel suo ufficio un giovane laureato, Walter Milani , in cerca di impiego e guarda caso assomiglia in modo impressionante allo spavaldo che lo tormenta ogni notte nei sogni. La prima reazione di Fernando è furiosa ma il suo medico lo consiglia di assumerlo per placare la sua ansia; avendolo a portat...
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