Io sono il Capataz
A causa della sua bassa statura il mite Uguccione fatica a trovare un posto di lavoro che possa soddisfarlo e vagando per la città si imbatte in Erasmo, un vagabondo come lui. Il tempo di trascorrere una nottata, rimediando un posto per dormire in una carrozza che si risvegliano in un set cinematografico dove la carrozza, nella finzione di nobili francesi, sta per essere inseguita da popolani inferociti. I due ignari che si stia girando un film e svegliati bruscamente riescono a prendere le redini dei cavalli imbizzarriti per arrivare in un campo di aviazione nei pressi dove un aereo li sta aspettando. Una misteriosa Moira li accoglie a bordo scambiando Uguccione per l'agente C.6 che deve portare con sé in Parazuela per mettersi a capo dei rivoltosi. Dei due, il maturo Erasmo Cartesiani, è il più sveglio e capisce subito che si tratta di un equivoco ma essendo inseguiti da gente infuriata per adesso è meglio svignarsela per poi, una volta a destino di fronte ai rivoltosi, cercare di far bene la parte del rivoluzionario Rascelito Villa nipote del grande Sancho Villa. Al collega di sventure deve far capire in fretta che se non si sveglia per loro è la fine e l'unico modo per salvarsi è quello di fingersi chi loro si aspettano. Capita l'antifona, Uguccione inizia il suo cammino da condottiero che in breve lo vedrà entrare vittorioso nella capitale e prendere il potere. Non si accorge il tapino che la cricca di alti funzionari, compresa la famosa Moira, lo stanno usando per i loro scopi e da rivoluzionari si son trasformati in belve peggiori dei predecessori, opprimendo il popolo e allontanando quei guerriglieri che si son sentiti traditi, tra i quali la bellicosa Rosa de Fuego che adesso detesta apertamente il nuovo dittatore Rascelito. Tra l'altro Moira si è accorta che l'uomo è un millantatore perché l'agente C.6 è in prigione in Europa, per cui senza darlo a intendere lo sta usando come testa di legno per i suoi veri scopi di potere. Erasmo che era diventato Ministro della Marina, in quello stato dove non c'era il mare, ha scoperto i giochi di palazzo e per questo è stato arrestato e sbattuto nelle segrete con l'amico ignaro al quale han detto che si è trasferito nella sua lussuosa villa di campagna. Ma Uguccione viene raggiunto tempo dopo nella sua camera da Erasmo che ha scavato un tunnel che porta dalle segrete al caminetto della sua stanza da letto e racconta allo stupefatto amico come in realtà vadano le cose in quel paese a un anno dal suo insediamento. Così, mascherati da popolani, escono di notte per appurare il malcontento e nella taverna dove canta la bella Rosa de Fuego viene da lei scoperto e per poco linciato dai presenti. Al solito l'astuto Erasmo fa credere loro che sia Poncho, il gemello del Rascelito dittatore, al quale sta dando la caccia da tempo immemore e solo lui può aiutarli a spodestarlo insieme con la sua cricca. Allora Rosa de Fuego che è la capa carismatica dei vecchi rivoluzionari duri e puri, profondamente innamorata di quel redivivo eroe, fa in modo che tutti lo seguano nell'impresa che in poche mosse, lo vedrà trionfare facendo credere a tutti di aver ucciso il crudele gemello. E quando potrebbe davvero governare un paese acclamato da tutti, egli rinuncia al potere per vivere con la Rosa de Fuego de su corazon che l'ha stregato e che lo ama immensamente a sua volta.
Lei è la stupenda Silvana Pampanini che avrebbe stregato chiunque all'epoca. Lui, il piccoletto, "il tappo", è il grande Renato Rascel, un concentrato di energia e vis comica che è ben sostenuto da Luigi Pavese, una delle spalle più importanti del nostro cinema. Molti altri a completare un cast dove a Mario Pisu si unisce la seducente Marilyn Buferd e la più bella delle italiane di ogni tempo Sofia Loren seppure in una piccola apparizione.
Io sono il Capataz
Italia 1951
Regia: Giorgio Simonelli
Musiche Armando Fragna, Felice Montagnini
con
Renato Rascel: Uguccione / Rascelito Villa
Luigi Pavese: Erasmo Cartesiani
Silvana Pampanini: Rosa de Fuego
Marilyn Buferd: Moira
Mario Pisu: Hurtado
Vittorio Duse: Puchero
Nino Crisman: Gonzales
Bruno Corelli: sarto francese
Virgilio Riento: guardiano
Kiki Urbani: danzatrice bianca
Vickie Henderson: danzatrice creola
Sofia Loren: segretaria del dittatore (accreditata Sofia Scicolone)
Franco Jamonte: Gutierrez
Giovanni Petrucci: barista
Alberto Sorrentino: un rivoluzionario
Carlo Delle Piane: giovane popolano
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