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Guardie e ladri
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Riconosciuto durante una distribuzione di pacchi dono ai più bisognosi, Ferdinando Esposito, un piccolo truffatore che vive di espedienti, viene riconosciuto dal magnate americano che stava presenziando alla cerimonia da lui finanziata. Gli aveva venduto una patacca spacciandosi per guida turistica al Foro Romano e l'uomo, Mr. Locuzzo, oriundo paisà, aveva incautamente abboccato. Adesso però avendolo riconosciuto ha richiamato l'attenzione della guardia Lorenzo Bottoni che cerca invano di fermarlo. Ferdinando se la dà a gambe e si intrufola in un taxi per venire inseguito dall'agente e dal truffato. Dopo di che fermatisi in una borgata di periferia anche il tassista vuole esser pagato e si unisce agli inseguitori per campi e scarpate piene di fango finché tutti esausti si fermano e l'uomo viene momentaneamente catturato. Ma sostando in una locanda, mentre tassista e truffato ritornano a prendere l'auto, Ferdinando fugge abilmente dalla finestra del gabinetto dove aveva chiesto di andare con urgenza. Infuriato l'italo-americano, che è un pezzo grosso, protesta con veemenza presso le alte sfere della capitale e in breve il povero agente si ritrova sotto processo come probabile complice nella fuga. Siccome il processo si terrà tra tre mesi, l'agente ha solo quel tempo per catturare il ricercato ed evitare processo e la perdita del posto, ipotesi quest'ultima che lo terrorizza dopo trent'anni di onorato servizio. Al punto da non riuscire a farne parola in famiglia dove la corpulenta moglie Giovanna non la prenderebbe certamente bene. Inizia così ad indagare febbrilmente fino a trovare negli schedari la foto e l'indirizzo dell'uomo, sebbene solo come segnalato e mai arrestato. Riesce a scovarlo ma essendo l'uomo perennemente fuori casa, vede bene di far allacciare amicizia ai loro figli di modo di diventare in breve conoscente della famiglia Esposito ed iniziare a frequentarsi. Sempre senza riuscire a beccare Ferdinando il cui arrabattarsi per strada non riesce a sfamare una famiglia che vede moglie, due figli, l'anziano padre e un giovane cognato senza lavoro. Ben presto il povero agente di natura bonaria si relaziona con quella famiglia aiutandola con cibarie e cortesie varie, tra le quali trovare un posto da magazziniere al giovane che si è nel frattempo relazionato con sua figlia Liliana. Anche sua moglie è favorevole a quella relazione se non vogliono che la loro figliola faccia la fine dell'inquilina del piano di sopra che a trent'anni non ha ancora un marito. Adesso con il posto trovato, il suo ragazzo può metter su famiglia e cosa c'è di meglio di un pranzo per suggellare il tutto. Ma quando arriva Ferdinando e trova quella situazione, sulle prime vorrebbe filarsela nuovamente ma l'agente bonariamente lo affronta e senza far sapere niente dell'accaduto alle loro famiglie, lo convince a costituirsi per quella che sarà solo una lieve pena. Finge di essersi messo in affari con Ferdinando e di doverlo accompagnare per prendere il treno che lo vedrà tornare non prima di due o tre mesi. Ma non c'è da preoccuparsi, penserà lui a tutto nel frattempo e con Ferdinando sottobraccio, quasi scusandosi per quello che sta per fare, lo accompagna nel toccante finale in questura. In fondo come ammesso da Ferdinando non è che un povero diavolo che fatica a tirare a campare nel dopo guerra ma al tempo stesso non può accettare che a pagare sia il povero agente che come lui non naviga certo nell'oro anche se ha almeno uno stipendio fisso mensile per campare dignitosamente. Per la prima volta insieme i due danno spettacolo in quadretti memorabili ed attorniati da un cast di primo piano diretti da una coppia di registi eccezionali. L'Italia del dopo guerra e la Roma delle borgate, oggi irriconoscibile, sono testimonianze storiche di notevole valore aggiunto per il film.
Guardie e ladri Italia 1951
Regia: Mario Monicelli, Steno Musiche Alessandro Cicognini con Totò: Ferdinando Esposito Aldo Fabrizi: Lorenzo Bottoni Pina Piovani: Donata Esposito Carlo Delle Piane: Libero Esposito Ernesto Almirante: Carlo Esposito Alida Cappellini: Bice Esposito Gino Leurini: Alfredo Tarantelli Ave Ninchi: Giovanna Bottoni Rossana Podestà: Liliana Bottoni Paolo Modugno: Paolo Bottoni Aldo Giuffré: Amilcare Mario Castellani: il tassista William Tubbs: Mr. Locuzzo Pietro Carloni: il commissario Gino Scotti: il vice commissario Armando Guarnieri: il barbiere Luciano Bonanni: secondo barbiere Carlo Mazzarella: presentatore al teatro Giulio Calì: un mendicante Ciro Berardi: l'oste
H enry , un killer professionista, si è ritirato dopo l'ultimo incarico in una casetta in mezzo al nulla gelato della foresta dello stato di Washington DC vicino al confine canadese. A turbare i silenzi della natura che lo circonda arriva un tonfo sinistro quando nei pressi si schianta una motoslitta con a bordo una ragazza che rimane ferita piuttosto seriamente. Henry la porta al sicuro dai lupi che stanno già fiutando la preda avendone assaggiato il sangue sulla neve e inizia a curarla con i pochi mezzi di cui dispone. Le estrare diverse schegge di legno da una gamba e dopo qualche giorno una ancor più preoccupante nell'inguine. In genere non salva le vite tuttavia quella ragazza indifesa non poteva lasciarla in balia delle intemperie e dei lupi famelici, ma qualcosa in lei lo insospettiva. Intanto non aveva cellulare e nemmeno documenti per cui quel nome, Melody , che le ha dato potrebbe essere falso ragion per cui appena si sarà ripresa dovrà alzare i tacchi e lasciar...
« Il Cristianesimo è una religione democratica basata sul lavoro » (Don Camillo) Da i romanzi di Guareschi , sono tratti una serie di film che meglio di tanti altri hanno descritto l'Italia post bellica ed il suo passaggio da civiltà rurale e patriarcale a società moderna. Tutti prodotti dalla Cineriz e interpretati da Fernandel (don Camillo) e Gino Cervi (Peppone) gli episodi sono cinque: 1. Don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1952) 2. Il ritorno di don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1953) 3. Don Camillo e l'onorevole Peppone (regia di Carmine Gallone, 1955) 4. Don Camillo monsignore... ma non troppo (regia di Carmine Gallone, 1961) 5. Il compagno don Camillo (regia di Luigi Comencini, 1965) Non so quante volte li ho rivisti, ma ogni volta è come se fosse la prima ed in ogni occasione ne trovo una chiave di lettura nuova. Centro degli episodi è la contrapposizione tra il sentimento cristiano di don Camillo e l'ideol...
J ohnny " Il Bello ", Al " Quattrodita " Caruso e Jack Amoruso sono tre scagnozzi del potente boss della mala Sam Genovese e per lui eseguono maldestramente "lavoretti", dall'estorsione all'eliminazione fisica di chi si oppone al taglieggiamento, procurando sempre grattacapi al loro boss che all'ultimo errore, l'uccisione per sbaglio di una sua zia, decide di accopparli. Devono darsi alla macchia e nascondersi in attesa che la brillante mente del gruppo, Johnny, escogiti un piano per salvarsi. Il problema più grande è quello di far restare sveglio Al che è affetto da una sindrome che gli causa la perdita di memoria ogni volta che si addormenta. Risvegliandosi deve farsi raccontare ogni volta chi è e perché si trovano in quella stanza di albergo. Dopo alcuni giorni passati da Johnny e Jack a ragguardarlo sul da farsi, Al dovrà introdursi nella suite del boss all'ultimo piano dell'albergo dove si sono nascosti, celarsi nel...
A ppare chiaro fin dall'inizio che in quella missione c'è qualcosa che non quadra. Un gruppo di paracadutisti commandos inglesi agli ordini del Maggiore Smith e del Tenente Schaffer si è appena lanciato da un aereo sulle Alpi Bavaresi con lo scopo di penetrare nell'inaccessibile e super fortificato Schloß Adler , o castello delle aquile, dove è tenuto prigioniero il Generale americano Carnaby , colui che ha ideato il piano d'invasione dell'Europa. I tedeschi contano di ricavare dal prezioso prigioniero quante più informazioni possibili facendo ricorso anche alla tortura. Compito dei commandos è liberarlo infiltrandosi nel castello in virtù della loro padronanza con la lingua tedesca e delle uniformi del nemico. Circa un minuto dopo il lancio del gruppo, una paracadutista donna li segue in solitaria dopo essere sbucata fuori da un vano dell'aereo. Il gruppo atterra e raduna le sue cose constatando che uno dei componenti è morto col collo spezzato. Il co...
Girato nell' Idaho e in Oregon il film è un capolavoro assoluto del genere avventuroso. I paesaggi maestosi, la sapiente fotografia e i personaggi di assoluto valore ne fanno un film epico che sfida tranquillamente il tempo. E' anche il primo film a colori del regista Vidor e dell'indimenticabile Spencer Tracy . Lui è il maggiore Robert Rogers a capo di un temutissimo reparto di cacciatori abili nello scovare ed eliminare indiani nei loro territori, che nel selvaggio Nord America sono alleati dei nemici Francesi e rappresentano una continua minaccia per gli insediamenti Inglesi e dei coloni Americani con frequenti incursioni che culminano ogni volta con distruzioni ed atti di efferata violenza ... QUESTO E' IL RACCONTO DELLA NOSTRA AMERICA ... DEL SECOLO DI BATTAGLIE TRA FRANCESI E INDIANI ... QUANDO IL BISOGNO TRASFORMO' UOMINI SEMPLICI, SCONOSCIUTI ALLA STORIA, IN LEGGENDE DI AUDACIA E RESISTENZA. TUTTO INIZIA A PORTSMOUTH, NEW HAMPSHIRE, NEL 1759 ... ...
N inì Cantachiaro e il suo compare Mimì Makò sono suonatori ambulanti di contrabbasso costretti alla fame a causa di un "repertorio" che non riscuote le attenzioni dei passanti. La fortuna sembra assisterli quando Mimì riceve in eredità da una zia un libretto al portatore con un milione e mille lire . E' l'occasione che il furbo Ninì, la mente della coppia, coglie al volo per girare il mondo nel tentativo di farsi un nome ed entrare nel novero degli artisti di fama e delle attrazioni dei locali più prestigiosi al mondo. Li seguiamo quindi in siparietti divertenti a far da contorno o introdurre spettacoli di arte varia in giro per Parigi , Madrid , Londra , New York e addirittura Hong Kong, ovviamente senza fortuna e sperperando tutto il denaro per fare mestamente ritorno a Roma da dove erano partiti. Con Macario a fare da spalla, Totò si esibisce nel suo repertorio classico, ballo compreso, ma è solo un pretesto per introdurre, in un periodo ancora piuttos...
D an Casey è appena giunto a Guainas e deve subito vedersela con gli scagnozzi di Villarda che tuttavia riesce ad ammansire prima di trovare alloggio nella locale locanda. Ortega Villarda nelle vesti di Delegato del Governo tiene in pugno una situazione, che si va facendo sempre più difficile a causa dei rivoluzionari guidati da Lobo . Dan che si fa chiamare O'Hara , induce Villarda a crederlo figlio del vecchio O'Hara, creduto morto in giro dopo essere stato torturato da lui per farsi confessare il luogo dove ha nascosto un favoloso tesoro in smeraldi , trovati in una misteriosa miniera della zona. Ma il vecchio non parla e non è morto, bensì rinchiuso nella famigerata prigione di Santa Margherita da dove è impossibile evadere ed anche avvicinarsi, a causa della palude infestata da serpenti e pericoli di ogni genere. Ma che ci vuole a Dan a rubare l'elicottero che porta i rifornimenti in prigione e a far salire il vecchio O'Hara? Niente! Ha un salvacondotto ...
un classico con scene memorabili e uno spaccato della allora periferia romana che ne è testimonianza storica
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