Amori e veleni
1665 - anno definito dai cronisti dell'epoca come "anno dei veleni e degli intrighi" vede Cristina di Svezia, dopo aver lasciato il trono di Stoccolma, ospite a Roma a Palazzo Farnese con il suo seguito, tra il quale spicca il suo favorito e capo delle guardie Conte Franco Santinelli. Questi è temuto e rispettato dai suoi colleghi ma anche invidiato da chi è stato scavalcato da lui come il Marchese Giovanni Monaldeschi o Egidio d'Averna. Il primo ha perso il posto come capo della guardia personale della Regina, mentre l'altro è un suo consigliere al quale presta meno attenzione che al suo favorito. A complicarsi poi la vita ci si mette la bella Annamaria, giovanissima moglie dell'anziano Duca di Ceri. Lui aveva ospitato il seguito della Regina Cristina sorpreso da un temporale mentre era fuori a caccia e li aveva accomodati nel suo castello di Ceri dove sia la Regina che lo stesso Santinelli avevano potuto constatare la fragilità della giovanissima Annamaria, costretta neo sposa di un anziano che non ama. Per giunta avversata dalla anziana cognata, la vedova Domitilla Baglioni, che la vede come pericolo nella successione al castello del proprio figliolo Gelasio Baglioni, soggetto questo assai fragile e succube di tanta madre. Questa situazione alquanto tesa sfocia nel delitto del Duca per mano dell'anziana sorella che dopo averlo avvelenato fa ricadere la colpa sulla giovane cognata che viene inevitabilmente arrestata. A nulla può in un primo momento l'intervento del prode Santinelli che se ne era perdutamente innamorato, perché sopraffatto dalla numerosa scorta viene ferito e dato per morto sulla strada. Per evitare scandali la giovane Annamaria viene dapprima scortata in un convento ma ritenendolo poi non sicuro vista l'animosità del Santinelli, si decide per la sua carcerazione a Castel Sant'Angelo. Disperato il Santinelli si lecca le ferite fino al provvidenziale rientro della sua Regina che, nonostante si ritenga ferita dal suo amante, lo aiuta a liberare la sua amata, cedendole a malincuore l'uomo che avrebbe voluto al suo fianco. Ottiene un lasciapassare per farle visita in prigione e si sostituisce a lei in cella consentendole di evadere, dandole il tempo necessario a passare il confine Pontificio prima di svelarsi alle sbigottite guardie. Con Santinelli ferito, la giovane è affidata ad Egidio d'Averna che si rivela essere la mente della congiura portando la giovane al Castello di Ceri invece che fuori dai confini. La sua damigella riesce a dare l'allarme facendo accorrere il Conte Franco Santinelli sebbene ancora non nelle migliori condizioni. D'Averna conduce la giovane svenuta di fronte all'arcigna cognata che tenta di ucciderla col suo pugnale trafiggendo però il suo amato figlio che improvvisamente si era frapposto, tentando di fermare sua madre. Sconvolta la donna urla tutto il suo dolore mentre irrompe il Santinelli che ingaggia un furibondo duello di spada con il bieco rivale. Annamaria si desta appena in tempo per vedere il suo amato uccidere il malvagio consigliere e far trionfare l'amore per il lieto fine che placava tutte le tensioni fin lì accumulate in sala per un soddisfatto rientro a casa.
Esempio concreto di quando il cinema italiano sfornava tutti i generi dove il regista Simonelli fa confluire al classico cappa e spada di fantasia, anche sentimento, avventura, passione e rivalità amorose, tali da soddisfare la totalità dell'allora pubblico. Amedeo Nazzari è il sempre convincente e amatissimo protagonista ma Lois Maxwell, futura e indimenticata "Miss Moneypenny" con la voce della divina Tina Lattanzi è a dir poco stratosferica e dalla bellezza straordinaria.
Amori e veleni
Italia 1950
Regia: Giorgio Simonelli
Musiche Salvatore Allegra
con
Amedeo Nazzari: Conte Franco Santinelli
Lois Maxwell: Regina Cristina di Svezia
Alfredo Varelli: Egidio d'Averna
Anna Nievo: Annamaria Di Ceri
Olga Solbelli: Domitilla Baglioni
Marisa Merlini: Orsola di Ripetta
Cesare Fantoni: Principe Spada
Afro Poli: Duca Di Ceri
Giulio Donnini: Gelasio Baglioni
Massimo Sallusti: Marchese Giovanni Monaldeschi
Corrado Nardi: Erik Falkemberg
Italia Marchesini: astrologa
Oscar Andriani: inquisitore
Amina Pirani Maggi: governante
Riccardo Foti: Cardinale Azzolini
Vittorio Sanipoli: provocatore
Checco Durante: cantastorie
Armando Furlai: Capitano Barra
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