I pirati della Malesia
Con grande sprezzo del pericolo il giovane Tremal-Naik, aiutato dal fido Kammamurri libera dalle grinfie dei Thugs la giovane Ada. Lei era la vergine da sacrificare alla Dea Kali e pur essendo indiana aveva un nome europeo essendo stata adottata da piccola da un ufficiale inglese. Tremal-Naik la libera ed affida al suo servitore affinché la conduca in salvo, prima di essere catturato dai Thugs. Avendo perso la giovane da sacrificare vogliono in cambio un'altra vita da Tremal-Naik ed è quella del loro acerrimo nemico Lord Brooke, il Rajah Bianco, che li governa col pugno di ferro. Il giovane accetta la missione ma una volta penetrato nottetempo nella tenda del Governatore in missione con le sue truppe, esita di fronte ad una foto che l'uomo ha di Ada sul comodino. Questo gli costa la cattura e alcuni Thugs che erano con lui, ritornano indietro dando l'allarme. Allora il suo fido Kammamurri e la sua adorata Ada si rivolgono alle Tigri di Mompracem e al loro valoroso capo Sandokan che si dice pronto a dare una mano al popolo indiano contro l'odiato nemico comune inglese. Il suo luogotenente Janez si finge inglese per essere accolto a palazzo da Lord Brooke, al quale racconta di essere un nobile di origini scozzesi in viaggio di piacere e vittima dell'assalto dei pirati malesi che gli hanno affondato il suo lussuoso yacht. Verrà ospitato finché un'altra imbarcazione verrà a prelevarlo per riportarlo in patria e con lui anche la graziosa baronessa olandese van Zeeland, ospitata in veste di giornalista e scrittrice di romanzi esotici. In realtà inconsci dei loro rispettivi ruoli, i due stanno complottando contro il loro munifico ospite. Janez sta infatti studiando i punti deboli del palazzo e delle prigioni dove è detenuto il giovane da liberare con molti altri che lottano per la libertà. Ma scoperto e identificato viene arrestato in attesa della fucilazione che l'indomani, grazie all'allarme lanciato dalla baronessa, viene bruscamente interrotta dall'assalto in forze degli uomini di Sandokan. A loro si uniscono anche altri ribelli di un sultano anch'egli liberato e per Lord Brooke è la resa e la conseguente cattura. Ada lo riconosce come padre adottivo e abbraccia pregandolo di rivelarle il luogo dove è detenuto il suo bel Tremal-Naik e in cambio Sandokan lo lascerà libero a patto che torni in Inghilterra. Ada felice può quindi riabbracciare il suo amato e prima della parola fine ci viene segnalato che li rivedremo presto su questi schermi ne "Le due Tigri".
Girato a Cinecittà è un concreto esempio di cinema d'avventura che non ha niente da invidiare ai pari genere hollywoodiani a dimostrazione che la nostra industria cinematografica era più che fiorente e di qualità.
I pirati della Malesia
Italia 1941
Regia: Enrico Guazzoni
Musiche Umberto Gelassi, Raffaele Gervasio
con
Massimo Girotti: Tremal-Naik
Clara Calamai: Ada
Camillo Pilotto: Kammamurri
Luigi Pavese: Sandokan
Sandro Ruffini: Janez
Giovanni Onorato: Sambigliong
Greta Gonda: Baronessa van Zeeland
Nino Pavese: Lord Brooke
Cesare Fantoni: Sujodana
Anita Farra: taverniera
Otello Toso: Tenente Schmidt
Carlo Ludovici: Muda Hassim
Arturo Bragaglia: taverniere
Zara Lammarì: danzatrice indiana
Enzo Gerio: Aghur
Valeria Roberti: Melahia
Aldo Pini: Namur
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