Prepotenti più di prima
R iappacificati in occasione del matrimonio dei loro figli - li avevamo lasciati qui - il burbero Cesare e il coriaceo Don Mimì, anche se divenuti consuoceri, non accennano a diminuire il livore che ognuno prova per l'altro e come al solito a farne le spese sono i figli. Gennarino e Marcella di ritorno dal viaggio di nozze, ritrovano i genitori alla stazione Termini dove Cesare intende farli scendere per ospitare a casa sua, mentre Don Mimì vuole proseguire per Napoli con loro. Il parapiglia che ne segue tra i due finisce per dividere la coppia da poco sposata, con ognuno portato via dal rispettivo padre. Mentre Marcella, appoggiata dalla madre, langue e si dispera a Roma, Gennarino fomentato dal padre a Napoli non riesce nemmeno ad avere un contatto telefonico con sua moglie, visto che le cornette vengono prese di prepotenza dagli irosi genitori per offendersi aspramente a vicenda. Cesare, tipo risoluto e poco incline a compromessi, decide di fare una sortita a Napoli e portarsi appresso il marito della sconsolata figlia per porre fine alla faccenda. Di rimando l'altro, non da meno, sale in macchina e e si reca a Roma col risultato che entrambi portano nelle loro case i rispettivi genero e nuora lasciando immutata, ma a parti invertite, l'incresciosa e incredibile situazione. I due allora si rimettono in moto ancora una volta, giusto per incrociarsi con le auto a metà strada dove solo grazie all'intervento dei carabinieri i nostri non vengono alle mani. In caserma raggiunti dalle rispettive famiglie non accennano a placarsi finché Marcella non sviene, soccorsa da un medico veterinario nei pressi che ne constata lo stato di gravidanza. La lieta notizia sembra placare gli animi che si riaccendono subito dopo sul nome da dare al nascituro. Dispetti e ripicche si susseguono fino al parto e al giorno del battesimo dove come nome vince il compromesso di darne tre: Cesare, Domenico e Ambrogio, quest'ultimo scelto dalla madrina, la signora Norma della pensione milanese dove la coppia ha soggiornato. Ed è proprio questa milanese, la meta che i due, stanchi dell'amore oppressivo dei genitori, hanno scelto per iniziare la loro nuova vita in attesa di farsi una casa loro visto che Gennarino ha trovato lavoro proprio a Milano. Ed è qui che arrivano di notte i due litigiosi nonni per dare un'ultima sbirciata al nipotino che dorme mentre i genitori sono al cinema. La signora Norma, che li ha fatti accomodare, con una similitudine riesce a far capire ai due che i loro figli sono ormai diventati genitori come loro ed hanno diritto a scegliersi il proprio futuro in autonomia ed è questa nuova forma d'amore, discreto, in apparenza lontano ma sempre pronto ad ogni bisogno, che i due accettano come metodo di lì in avanti, stringendosi finalmente la mano da buoni amici e consapevoli genitori, mentre riprendono la via di casa alla fine di questa burrascosa commedia.
Il prolifico Mario Mattoli dirige il sequel del divertente film citato all'inizio dove a primeggiare è sempre la coppia Fabrizi - Taranto con il contorno di bravi comprimari ai quali stavolta si aggiunge la mitica Sora Lella il cui ricordo, al pari del fratello, è saldamente vivo nei nostri cuori.
Italia 1959
Regia: Mario Mattoli
Musiche Gino Filippini
con
Aldo Fabrizi: Cesare Pinelli
Nino Taranto: Mimì Esposito
Ave Ninchi: Clelia Pinelli
Luca Ronconi: Gennarino Esposito
Alice Sandro: Marcella Pinelli
Virgilio Riento: il maresciallo
Mario Riva: il vigile
Margherita Bagni: signora Norma
Anna Campori: Carmela Esposito
Nino Vingelli: il barista
Giacomo Furia: il veterinario
Ferruccio Amendola: Alfredo Pinelli
Alberto Sorrentino: Numa
Leandro Punturi: figlio di Gennarino e Marcella
Carlo Pisacane: il nonno della balia
Jole Mauro: la balia
Elena Fabrizi: la madre della balia
Gino Buzzanca: il carcerato
non accreditato
Ciccio Barbi: il portiere
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