Arrivano i nostri
W alter, giovane studente di medicina, è innamorato della bella Lisetta, figlia unica del barone Ropelli. Costui, ormai ridotto sul lastrico e pieno di debiti mantiene ancora intatta una dignità di lignaggio alla quale non viene mai meno pur nelle difficoltà in cui versa. A venirgli in aiuto ma con secondi fini, è il ricco commendator Garlandi che rileva tutti i suoi debiti a patto che gli conceda la mano di sua figlia. Costui è un affarista senza scrupoli e conta di piegare in poco tempo le resistenze di padre e figlia. Walter, per pagarsi gli studi, lavora come autista proprio alle dipendente del commendatore che detesta con tutto sé stesso perché vuole insidiargli la futura moglie. Lisetta non può essere sacrificata a quel mostro, ragion per cui Walter mette insieme un piano complicato per rubare le cambiali che il Garlandi tiene nella sua villa, così da stracciarle ed azzerare i debiti della famiglia Porelli. Allo scopo ingaggia tre lestofanti dediti a svariate attività per tirare a campare e tutti, memori del bene che fece loro il barone nei suoi tempi migliori, decidono di aiutarlo mettendo in scena un colpo sensazionale. Spacciandosi dapprima per artisti di varietà, con Daniele, uno dei tre che addirittura si traveste da Carmen Miranda, riscuotendo anche un enorme successo prima di venire smascherati, si danno alla fuga per ritentare con Walter di rubare le fatidiche cambiali. Ma il commendatore ancora una volta li scopre e manda all'aria il piano, ponendo le condizioni ultime al barone e se la figlia non lo sposerà lui farà valere i titoli sequestrandogli il palazzo in cui vive, buttandoli perciò in mezzo alla strada. La dignità dell'uomo seguirebbe volentieri quella sorte ma la figlia preferisce sacrificarsi e accettare la data delle nozze in comune. Servono urgentemente 5 milioni per saldare i debiti e scongiurare il peggio ma i nostri hanno fallito ogni tentativo finché il barone si ricorda di aver donato a sua tempo alla padrona di un circo in difficoltà un bracciale in oro e diamanti che oggi varrebbe come minimo 50 milioni e il circo guarda caso è arrivato in città. Allora i nostri vi si recano e dalla figlia della vecchia padrona apprendono che il bracciale, impegnato a suo tempo, servì per tirarli fuori dalle difficoltà del momento e che ora è nella cassaforte della sua roulotte. Dopo lo spettacolo glielo restituirà ben volentieri. Ma la donna ha un marito gelosissimo che sorpresa a parlare con quegli uomini vuole subito una spiegazione se non vuole che li uccida tutti. Così inventa su due piedi che sono artisti e che vogliono subito esibirsi cosa che il marito accetta ben volentieri desideroso di scoprire se mentono. Infatti due finiscono sul trapezio e mentre gli altri tre se la cavano vestiti da clown, i due sul trapezio dopo diverse esitazioni finiscono per precipitare a terra presi al volo con i teloni di protezione. Il pubblico apprezza tantissimo e i nostri riescono a cavarsela e tornare in tempo col prezioso monile nel Municipio dove si sta per celebrare il matrimonio. Walter irrompe nella sala e si porta via in braccio la sua Lisetta lasciando esterrefatto il commendatore, ripagato dei soldi spesi, ma con una impagabile delusione amorosa.
Famosissimo e cantato da tutti all'epoca il brano omonimo di Natalino Otto con la stupenda voce di Clara Jaione. Ma non è l'unica cosa positiva di un film del quale ripetere le tante belle cose dette in precedenti post su quel cinema italiano per cui ne consiglio la visione fornendo il link al film come faccio solitamente. Buona visione.
Arrivano i nostri
Italia 1951
Regia: Mario Mattoli
Musiche Armando Fragna
con
Walter Chiari: Walter Incrocci, autista del commendatore
Mario Riva: Mario, il truffatore 'signore'
Alberto Sorrentino: Guido, il truffatore 'morto di fame'
Riccardo Billi: Daniele Raggi
Giuseppe Porelli: barone Ropelli
Lisetta Nava: baronessina Lisetta Ropelli
Carlo Romano: commendator Garlandi
Franca Marzi: Gloria Chellis, fidanzata del commendatore
Pina Renzi: Caterina Menarini ved. Rombini
Carlo Croccolo: Carlo, dipendente del circo
Cesco Baseggio: colonnello Bragadin
Franco Sportelli: Franco, il 'gobbetto'
Bruno Lanzarini: Alfonso Tacchinetti, il cuoco
Guglielmo Inglese: brigadiere Vitali
Gianni Cavalieri: cav. Felice Pellegrino
Bruno Corelli: Stefanelli, segretario del commendatore
Guglielmo Barnabò: Pallatino, l'agente teatrale
Nyta Dover: Nyta, circense padrona del circo
Nino Pavese: padrone del circo e marito di Nyta
Enzo Garinei: direttore del "Chez Moi"
Ughetto Bertucci: cameriere al "Chez Moi"
non accreditati:
Giacomo Furia: automobilista bloccato
Diana Dei: segretaria di Pallatino
Giorgio Gusso: marchese Auteri, amante di Gioia
Alba Arnova: ballerina al "Chez Moi"
Pinuccia Nava: Fulvia Pellegrini
Cinico Angelini: direttore d'orchestra al "Chez Moi"
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