Mariti in città
In un caldo agosto romano in città restano i mariti al lavoro dopo aver accompagnato le rispettive consorti e figli al mare. Di ritorno sul treno domenicale che li riporta a casa alcuni di loro fantasticano su avventure amorose che la presente solitudine cittadina induce. L'anziano professor Giacinto, padre di quattro figli, si relaziona con la servetta dei vicini che aveva sorpreso a casa rientrando. Lei, su incarico della moglie, doveva prendersi cura della casa e il buon Giacinto ne approfitta per cercare di sedurla ma senza risultati. Mario sposato da poco si è fatto convincere dall'amico Alberto che molte di "quelle là", basta leggere i giornali, si nascondono dietro innocui annunci di massaggi. Ma ancor più insospettabili sono quelle che fingono di dipingere quadri in punti panoramici della città e quando tu ti offri di acquistarne uno, scatta l'accordo per un rapporto da consumare nelle loro abitazioni. Lui poi ne ha di avventure da raccontare con mogli lasciate sole al mare, come quella bella trentacinquenne che guarda caso corrisponde come descrizione alla moglie dell'antiquario Fernando che ascolta preoccupato il racconto, tanto che tornando a casa è preda di un attacco di gelosia che lo porta a cercare di rintracciare sua moglie. Mario invece attirato dal racconto dell'amico si è imbattuto in una pittrice e sembra voler andare a fondo della cosa, comprandole il quadro ed entrando in intimità. Non è una di quelle, Leonella, anzi è di buona famiglia svizzera e a Roma proprio per la sua passione per l'arte. La ragazza si innamora di Mario che a sua volta è attratto da lei fin quando dovrà spiegare tutto al ritorno per la fine delle vacanze di sua moglie. Rischia la rottura matrimoniale se non intervenissero a suo sostegno Alberto e la collega di lavoro a spiegare alla moglie che non c'è nulla di più di una semplice relazione amichevole. Lo stesso Alberto che da tempo convive con la sua ragazza Sandrina rimandando sempre il matrimonio si ritrova invischiato in una faccenda che stava per avere risvolti tragici, allor quando il geloso Fernando aveva rintracciato l'indirizzo di Alberto e aveva rivelato a Sandrina la di lui relazione con sua moglie che in realtà non c'era mai stata. Così scongiurato il tentativo di suicidarsi, Alberto le promette che finalmente la sposerà. Li rivediamo tutti invitati al loro matrimonio mentre un improvviso scroscio d'acqua li mette tutti in fuga precipitosa. Segno che il matrimonio, così come spiegato nei titoli di testa è alla fine una sorta di prigione.
Nonostante Luigi Comencini dietro alla macchina da presa, il film denota un ripetitivo ricorso a temi già ampiamente e con migliori risultati affrontati da altri in precedenza. Buono il cast e ancor più apprezzabile, rivisto oggi, il ricordo di quella Roma e del suo litorale agostano di più di 60 anni fa.
Mariti in città
Italia 1957
Regia: Luigi Comencini
Musiche Felice Montagnini, Domenico Modugno
con
Nino Taranto: Giacinto
Franco Fabrizi: Alberto De Carlo
Renato Salvatori: Mario Passarelli
Giorgia Moll: Leonella
Franca Valeri: la collega, detta Olivetti
Dolores Palumbo: portinaia
Richard McNamara: Ciccio
Memmo Carotenuto: Fernando Felicetti
Marisa Merlini: Aida
Clara Bindi: moglie di Giacinto
Yvette Masson: Quinta
Irene Cefaro: Gisella
Franca Gandolfi: Sandrina
Dina Perbellini: suocera di Giacinto
Hélène Rémy: Romana
Elena Kiriakova: Teresa
Mario Frera: Peppe
Benedetta Rutili: cliente di Fernando che vende l'armadio
Commenti
Posta un commento
i vostri commenti sono molto apprezzati