Le belle famiglie
Quattro episodi tra il comico e il grottesco diretti da Ugo Gregoretti e incentrati sulla figura femminile e l'eterno suo ruolo di moglie, amante e sostegno delle famiglie che da titolo, alquanto ironico, vengono etichettate con l'aggettivo belle. Si inizia con
Il principe azzurro
Il principe azzurro
che vede la povera Maria vivere in un suo mondo di sogni per sopravvivere alle angherie del padre padrone e dei suoi maneschi fratelli. Lei sogna il principe azzurro delle riviste femminili ma la famiglia la vuol maritare ad un rozzo e volgare individuo pena la reclusione nel convento di suore di clausura dove padre e fratelli lavorano come muratori. La ragazza terrorizzata da tale prospettiva vorrebbe alla fine accettare l’imposizione di suo padre, ma quando, in visita alla badessa del convento, scopre la deferenza con cui i suoi uomini di casa la trattano, del tutto all'opposto delle legnate che riceve quotidianamente, decide su due piedi di farsi suora vedendo in questa scelta l'occasione propizia per venire rispettata in futuro dagli uomini. Segue
Il bastardo della regina
dove la lei di una coppia agiata ma stanca sotto il profilo dell'ardore sessuale, decide di far ingelosire il maritino assumendo un profugo nord vietnamita che era figlio di nobili prima di fuggire dai comunisti. Il giovane, un vero e proprio Adone, circuito ad arte dalla donna finisce per far infuriare il di lei marito che la spedisce dalla madre per restare lui da solo col ragazzo, rivelando insospettabili pulsioni omosessuali. Ne
La cernia
Luigi un ragazzo che non aguzza un chiodo con Camilla riesce invece facilmente con la bella turista tedescona il cui marito non sembra affatto turbato nel vederla amoreggiare con lui. E' una cernia, una stangona, come lui la definisce, ma gli amici piuttosto schizzinosi sembrano non contenti di quella conquista che a loro dire gli fa perdere punti. Allora Luigi vede bene di piantarla su due piedi facendola infuriare ma niente in confronto alla sua cocente delusione nel vedere l'inarrivabile Camilla nelle braccia del marito della stangona. Dulcis in fundo
Amare è un po' morire
Ecco Totò nei panni del ricco industriale affetto da turbe psichiche che viene amorevolmente accudito dalla procace mogliettina Esmeralda. Costei ha anche un altro illustre paziente nel suo amante, un colonello francese, a sua volta colpito da una grave malattia alle vie urinarie. Questo suo prodigarsi ai capezzali dei due è condiviso dal suo medico personale che oltre a prescrivere le ricette del caso, ha da tempo messo gli occhi sulla donna ma senza esito, visto che lei ha attenzioni e premure soltanto per i suoi due amori malati. Quando entrambi si rimettono in salute è la donna a cadere in depressione con il solito medico a prestarle cure ma senza ottenerne l'amore, finché infuriato, se ne va con l'auto a tutta velocità per finire contro un camion. E' questa la scintilla che fa scaturire l'amore nella donna, adesso finalmente pronta ad amarlo tutto incerottato e fasciato com'è.
Il bastardo della regina
dove la lei di una coppia agiata ma stanca sotto il profilo dell'ardore sessuale, decide di far ingelosire il maritino assumendo un profugo nord vietnamita che era figlio di nobili prima di fuggire dai comunisti. Il giovane, un vero e proprio Adone, circuito ad arte dalla donna finisce per far infuriare il di lei marito che la spedisce dalla madre per restare lui da solo col ragazzo, rivelando insospettabili pulsioni omosessuali. Ne
La cernia
Luigi un ragazzo che non aguzza un chiodo con Camilla riesce invece facilmente con la bella turista tedescona il cui marito non sembra affatto turbato nel vederla amoreggiare con lui. E' una cernia, una stangona, come lui la definisce, ma gli amici piuttosto schizzinosi sembrano non contenti di quella conquista che a loro dire gli fa perdere punti. Allora Luigi vede bene di piantarla su due piedi facendola infuriare ma niente in confronto alla sua cocente delusione nel vedere l'inarrivabile Camilla nelle braccia del marito della stangona. Dulcis in fundo
Amare è un po' morire
Ecco Totò nei panni del ricco industriale affetto da turbe psichiche che viene amorevolmente accudito dalla procace mogliettina Esmeralda. Costei ha anche un altro illustre paziente nel suo amante, un colonello francese, a sua volta colpito da una grave malattia alle vie urinarie. Questo suo prodigarsi ai capezzali dei due è condiviso dal suo medico personale che oltre a prescrivere le ricette del caso, ha da tempo messo gli occhi sulla donna ma senza esito, visto che lei ha attenzioni e premure soltanto per i suoi due amori malati. Quando entrambi si rimettono in salute è la donna a cadere in depressione con il solito medico a prestarle cure ma senza ottenerne l'amore, finché infuriato, se ne va con l'auto a tutta velocità per finire contro un camion. E' questa la scintilla che fa scaturire l'amore nella donna, adesso finalmente pronta ad amarlo tutto incerottato e fasciato com'è.
Le belle famiglie
Italia 1964
Regia: Ugo Gregoretti
Musiche Jimmy Fontana Franco Migliacci Armando Trovajoli
con
ne: Il principe azzurro
Annie Girardot: Maria
Jone Salinas: Donna Lucrezia
Oreste Palella: padre di Maria
Angelo Infanti: Francesco
Maria Grazia Spadaro: Madre Badessa
ne: Il bastardo della regina
Nanny Loy: Uberto
Susy Andersen: Carla
Hanil Ranieri: Sueni, il cameriere nord vietnamita
ne: La cernia
Tony Anthony: Luigi
Susanna Clemm: Trude Muller
Lars Bloch: Muller, il marito
Maria Grazia Bon: Camilla
ne: Amare è un po' morire
Totò: Filiberto Comanducci
Sandra Milo: sua moglie Esmeralda
Adolfo Celi: Professor Della Porta
Jean Rochefort: Marchese Osvaldo
Mirko Valentin: il farmacista
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