El Zorro (La Volpe)
U n messo del viceré recante l'ordine di arresto per l'alcalde di Santa Maria del Consuelo viene intercettato ed ucciso dagli uomini di Don Pedro per addossarne le colpe al fantomatico ribelle mascherato e noto col nome di Zorro. Presa la lettera, Don Pedro, a capo delle guardie, tiene ora in pugno il pavido alcalde Don Alonso che per retribuire i suoi uomini ha negli anni gravato di tasse gli inermi abitanti. In loro aiuto interviene però da tempo un eroico cavaliere che con sortite ardite mette scompiglio tra le guardie e il loro buffo sergente Gomez che è diventato il capro espiatorio delle sfuriate dell'iroso Don Pedro. Costui sospetta dei notabili e di alcuni nobili della zona di idee più democratiche e progressiste, al cui interno potrebbe celarsi il fantomatico ribelle. Organizza pertanto una festa invitandoli tutti e facendo trapelare la notizia di un trasferimento di oro frutto delle tasse in altra località avente la sola scorta dell'incapace sergente Gomez. Chi si allontanerà dalla festa vorrà dire che è El Zorro, pensa tra sé il soddisfatto ufficiale, contando quindi di riuscire a catturarlo. Ma Zorro, non solo si prende gioco per l'ennesima volta del povero sergente ma riesce perfino a recuperare il mandato di arresto custodito nella cassaforte dell'alto ufficiale. Se solo sapesse che colui che cerca è celato nei panni dell'insospettabile damerino Don Diego de Alcantara y San Juanito, col quale ha spesso occasione di intrattenersi oltre che di commiserarlo per il suo essere così frivolo, chissà come avrebbe reagito. D'altro canto nemmeno Donna Isabella, la graziosa figlia di uno dei massimi notabili della zona, innamorata del misterioso Zorro, si sarebbe sognata di smorzare gli slanci amorosi del giovane Don Diego se l'avesse saputo essere il suo agognato eroe. Ma Zorro è molto vicino a svelare la sua identità e regolare finalmente i conti con il bieco Don Pedro, che dopo aver ucciso l'alcalde per prenderne il posto, si preparava alla violenta reazione nei confronti di quei nobili che stavano complottando per insorgere col popolo. Zorro scongiura un massacro evitando che la gente poco e male armata finisca trucidata e affronta a duello il suo rivale trionfando e riportando la legalità in quelle terre, mentre Donna Isabella tocca il cielo con un dito nello scoprire l'identità del suo eroe col quale iniziare un radioso futuro.
Un Zorro nostrano nazional popolare, questo diretto da Guido Zurli nel bel mezzo delle produzioni spaghetti western e che vede George Ardisson, prestato appunto per la bisogna, indossare i panni mitici dell'eroe e non sfigurane affatto nell'interpretazione, attorniato da un buon cast e col solo difetto di una trama che resta a metà tra il serio e il faceto.
El Zorro
(La Volpe)
Italia 1968
Regia: Guido Zurli
Musiche Gino Peguri
con
George Ardisson: Don Diego de Alcantara y San Juanito / Zorro
Giacomo Rossi Stuart: Don Pedro (accreditato Jack Stuart)
Femi Benussi: Donna Isabella
Ignazio Spalla: il sergente Gomez (accreditato Pedro Sanchez)
Paolo Todisco: il giornalista John Gardner
Consalvo Dell'Arti: Don Gil, padre di Isabella
Riccardo Pizzuti: Don Julio
Gustavo D'Arpe: Don Alonso, l'alcalde di Santa Maria del Consuelo
Gippo Leone: Pancho
Grazia Fei: Donna Ines
Aldo Marianecci: Garcia Rodriguez
Juan Vallejo: Firpo, il capobanda
Evaristo Maran: Don Jaimez
Gualtiero Rispoli: il becchino
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