La vendetta di Aquila Nera
R ussia 1782 - Da cinque anni divampa la guerra in Crimea tra la Turchia e la Russia. Cinque lunghi anni che hanno inesorabilmente inchiodato gli eroici soldati lontano dalle loro case e dalle loro famiglie ...
Vladimir Dubrovskij, che tutti chiamano Aquila Nera, è al comando di un reggimento di Cosacchi quando i suoi dubbi circa un traditore vengono fugati dopo una carica dei suoi cavalieri nel campo nemico. Vi trova infatti Igor Cernicevskij, nobile ufficiale imperiale, che viene immediatamente arrestato per essere condotto a Mosca. A guerra terminata poco tempo dopo, Vladimir non vede l'ora di far rientro nelle sue proprietà per riabbracciare sua moglie e conoscere il figlioletto che non ha ancora potuto abbracciare e dovrebbe avere ormai 5 anni. Ma un triste destino sta per piombargli addosso quando un suo acerrimo nemico, Boris Yuraleff, consigliere dello Zar Paolo III, si fa nominare governatore di Minsk per contrastare e limitare quel comandante che si fa chiamare Aquila Nera e che godendo di un ampio seguito può minacciare la stabilità del paese. Così, persuaso lo Zar e ottenuto l'ambito posto di comando, libera Igor Cernicevskij col quale tramava a favore dei Turchi per avere il suo appoggio e il suo desiderio di vendicarsi e in cambio chiede al suo complice di convincere sua sorella Tatiana Cernicevskij di sposarlo essendone innamorato da tempo ma sempre respinto. Ordina poi all'atamano Selim di piombare a casa Dubrovskij e sterminarli tutti. Costui con i suoi tagliagole compie un efferato massacro ma non se la sente di uccidere il piccolo Andrej Dubrovskij che per l'orrore provato è diventato muto. Così lo affida a un oste di Minsk che ne potrà fare ciò che crede tanto il piccolo non sarà in grado di rivelare niente vista la sua menomazione. Quando rientra Vladimir con i suoi uomini fidati sfoga tutto il suo dolore contro Selim che ha occupato la sua casa e dopo aver ucciso le guardie le dà fuoco con tutti dentro. Selim fa in tempo a confessare solo il nome di un mandante nel Cernicevskij, senza poter rivelare la sorte del piccolo Andrej. Ignaro Vladimir si imbatte nel piccolo in una locanda dove l'oste non esita a percuoterlo per futili motivi e questo lo induce a prenderlo con sé e portarlo nel suo covo dove verrà accudito. Poi piomba nottetempo nella villa dei Cernicevskij dove trova la sola Tatiana che prende prigioniera. Lei sarà l'esca per arrivare a suo fratello e nonostante la prigionia, la donna capisce che ha di fronte un uomo d'onore, ancorché non possa credere che suo fratello sia un traditore e uno sporco assassino. Il governatore Boris gioca d'astuzia e manda il Cernicevskij all'appuntamento con Vladimir per poi farlo uccidere a tradimento ed incolpare l'altro. Non vedendolo arrivare Aquila Nera fa comunque liberare Tatiana e le consegna il piccolo muto da accudire, visto che starà meglio con lei che braccato e in fuga con i suoi. Una delle donne a cui Tatiana affida il piccolo ne scorge una medaglietta sulla quale c'è l'effigie di sua madre che lei conosceva per essere la moglie di Vladimir. Andrej è quindi suo figlio!! Boris le fa recapitare il cadavere di suo fratello inducendola a credere che sia stato ucciso a tradimento da Vladimir. Il dolore la fa infuriare al punto da meditare una terribile vendetta utilizzando il figlio dell'uomo che adesso odia con tutta sé stessa. Un pastore ha però assistito al delitto e le rivela chi è il vero assassino ma ormai Vladimir per liberare il figlio è caduto in trappola ed è stato condannato ai lavori forzati in Siberia. Riesce ad evadere e piombare nel bel mezzo del matrimonio che sta per essere celebrato tra Tatiana e Boris. Lei aveva accettato di sposarlo per ottenere in cambio la salvezza di Vladimir. Lui la rapisce e con alcuni fidati riesce a prendere un discreto vantaggio sugli inseguitori che gli consente di organizzare una difesa che culmina col duello di sciabola con il bieco Boris che finirà sfracellato cadendo da un'altura. La giustizia ha trionfato e con essa l'amore che legherà indissolubile per il resto della loro vita Tatiana e il suo nobile e coraggioso Vladimir.
Del genere dramma a forti tinte e lieto fine questo bel esempio di cinema italiano anni '50 quando si era in grado, senza tema di sfigurare, di fare film di avventura e costume. Freda sarà anche il primo, anni dopo, ad introdurre il genere horror nel nostro cinema che paragonato a quello attuale sembra davvero di un altro pianeta. Le ragioni sono ovviamente molteplici, su tutte il fatto che era quasi l'unico mezzo di svago popolare. Ma certo è che oggi si è del tutto perso "il manico" per realizzare pellicole di avventura o azione come invece altri paesi fanno con buoni risultati al botteghino.
La vendetta di Aquila Nera
Italia 1951
Regia: Riccardo Freda
Musiche Renzo Rossellini
con
Rossano Brazzi: Vladimir Dubrovskij
Gianna Maria Canale: Tatiana Cernicevskij
Peter Trent: Igor Cernicevskij
Franca Marzi: Katia
Vittorio Sanipoli: Boris Yuraleff
Nerio Bernardi: Zar Paolo III
Giovanni Del Punta: Ivan
Ughetto Bertucci: Kurin
Duccio Sissia: Andrej Dubrovskij
Fausto Guerzoni: il pastore testimone
Attilio Dottesio: Ufficiale della guardia
Ileana Simova: Maruska
Dante Carapelli: l'atamano Selim
Franco Jamonte: Ilya
va detto che al lieto fine si aggiunge il piccolo Andrej che riacquista la favella
RispondiElimina