Un mostro e mezzo
S u di un treno diretto in Italia dalla Francia, Franco, un ladruncolo che campa di espedienti, ruba la valigia ad un professore conosciuto sul treno e siciliano come lui. Bloccato dalla gendarmeria francese scoprono che la valigia contiene pezzi di un cadavere per cui Franco viene arrestato, processato come mostro con titoloni in prima pagina e condannato a morte mediante ghigliottina. Lui non era riuscito a convincerli della sua innocenza e di essere un semplice ladro visto che quella valigia apparteneva a un certo Paolo conosciuto sul treno. Per sua fortuna il giorno dell'esecuzione quel misterioso professor Paolo gli fa visita in cella travestito da padre confessore e riesce a sabotare la ghigliottina e farlo evadere approfittando della confusione creatasi. Gli spiega che quei pezzi di cadavere nella valigia altri non erano che campioni anatomici così come previsto nella sua professione medica. Molti cadaveri vengono utilizzati per studio e pratiche anatomiche negli atenei di medicina e a lui ad esempio servivano in quanto chirurgo plastico, come pezzi di ricambio o tessuti da utilizzare per i suoi interventi chirurgici. Visto che Franco ha un viso che si potrebbe prestare a soddisfacenti esperimenti di plastica facciale, Paolo gli propone di fargli assumere le sembianze di un qualsiasi ricchissimo della terra o potente capo di stato per poter poi sfruttare insieme quello che ne deriverebbe. Franco sceglie di assomigliare al ricchissimo Aga Khan per avere non solo soldi, ville e panfili, ma anche tantissime belle donne. Paolo prepara tutto il necessario e prende una rivista alla pagina che mostra un servizio sull'illustre personaggio. Ma durante l'operazione un colpo di vento fa girare alcune pagine senza che Paolo se ne accorga al punto che una volta sbendato Franco egli è uguale a Cesarone un bandito ricercato per aver messo a segno un colpo da un miliardo di lire. Ecco allora che dopo un iniziale sconcerto per aver sbagliato persona a causa di un colpo di vento, Paolo escogita un piano per spacciare Franco per Cesarone e imbrogliare la sua ragazza Christine nel night in cui lavora, per recuperare il malloppo. Ma qui vengono sorpresi dal vero Cesarone che a sua volta pensa bene di farsi fare il viso di Franco credendolo un cittadino comune e svignarsela coi soldi. Minacciato da Christine con la pistola, il professore esegue una plastica a regola d'arte rendendo Cesarone identico a Franco. Ma questi dopo un iniziale soddisfazione si vede catturato dalla polizia italiana a causa di un mandato internazionale dei colleghi francesi che ricercano il famoso mostro di quella rocambolesca fuga. Franco soddisfatto di non essere più ricercato si fa rifare la sua faccia e insieme si intrufolano nella villa di una ricca contessa spacciandosi per marito e moglie assunti come domestici. In fondo con uno stipendio a loro concordato di ben 150 mila lire al mese più vitto e alloggio, c'è da star bene e lasciarsi per sempre alle spalle i recenti e pericolosi trascorsi.
Una parodia che per quanto stramba raggiunge momenti di grande ilarità specie nella prima elaborata e grottesca io operazione chirurgica che ci consegna il bandito Cesarone che di primo acchito ricorda straordinariamente il Jerry Lewis de Le folli notti del dottor Jerryll perfettamente congeniale alla mimica facciale di Franco Franchi che in certi momenti sembra fatto di gomma per quanto viene stiracchiato dal professor Ciccio Ingrassia. Sensuale e arrapante come da sue doti naturali la stupenda Margaret Lee che turbava i sogni di milioni di maschi italici all’epoca.
Un mostro e mezzo
Italia 1963
Regia: Steno
Musiche Franco Mannino
con
Franco Franchi: Franco / Cesarone
Ciccio Ingrassia: Paolo il professore
Alberto Bonucci: Prof. Carogni
Margaret Lee: Christine
Susanna Clemm: la Contessa
Anna Maria Bottini: Barbara
Lena von Martens: signorina Marini
Giuseppe Pertile: Guardia carceraria
Consalvo Dell'Arti: Guardia carceraria
Angelo Casadei: Poliziotto
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