Il gladiatore che sfidò l'impero
In un epoca in cui i sistemi di comunicazione erano ancora lenti e primitivi, apparvero tra lontane genti ai confini dell'Impero, alcuni simulatori della sacra persona dell'Imperatore. Tacito e Svetonio ci riferiscono del più celebre di essi: Terenzio, che ebbe l'ardire di impersonare Nerone. La temeraria impresa ebbe successo, tanto che ancora oggi, dopo quasi due millenni, permane il dubbio della realtà o finzione dell'ultima spedizione dell'Imperatore verso i Traci.
Lucio Quintilio, Senatore romano, con il fido Commodio ha ordito questo diabolico e singolare piano per marciare sui Traci e impossessarsi del loro immenso tesoro. Scovato un sosia di Nerone nel gladiatore Terenzio, si mettono in marcia per raggiungere il Console Metello che ha già conquistato la Tracia. Giunti sul posto, in maniera fortunosa vengono in possesso di un messaggio che doveva essere recapitato a Metello e sul quale era scritto che Nerone era stato assassinato a Roma. Intercettato e ucciso il messo che lo portava, possono continuare a perseguire indisturbati ponendo Metello agli arresti e impadronendosi dei suoi legionari e del tesoro. L'unico ostacolo è rappresentato dal possente Spartacus che si fa beffe dei romani battendoli in diverse occasioni. Ma l'amore per Livia, la figlia di Lucio, fa si che le riveli il nascondiglio del tesoro, quando la ragazza fa intendere di essere una schiava cristiana fuggita dai romani. Accolta e amata dal primo istante da Spartacus, si era poi rivelata una infida spia. Ora il tesoro era nelle mani di Lucio e con i soldati di Metello poteva ambire a conquistare addirittura il potere a Roma. A contrastarlo viene inviato suo fratello Galba con le legioni di stanza in Dalmazia, il primo ostacolo opponibile, ancorché fosse suo fratello. Ma Livia è a sua volta innamorata di Spartacus e pentita di aver aiutato suo padre, le cui mire oggi appaiono ben diverse e assai più gravi. Per cui rivela i suoi piani a Spartacus che la riprende con sé ed insieme, liberato Metello dalle catene, raggiungono il campo di battaglia dove viene scongiurata una guerra fratricida all'ultimo istante. Livia ottiene che a suo padre sia risparmiata la vita, mentre il finto Nerone, Terenzio, preferisce scappare per poi, raggiunto da Spartacus, battersi e perire dopo un breve combattimento. La pace romana è di nuovo garantita con la prosperità dei Traci ai quali ritornare il legittimo tesoro, mentre Spartacus e Livia daranno vita alla prima coppia mista dei due popoli per un futuro di reciproco rispetto e benessere.
Peplum convenzionale, con spezzoni di scene di massa raccattate da altre pellicole, come si faceva solitamente, dove in un medesimo set si giravano più pellicole contemporaneamente. Protagonista il greco americano Peter Lupus accreditato, col solito nome d'arte di Rock Stevens, attorniato da un cast adeguato di volti noti dell'allora cinema nazional-popolare.
Lucio Quintilio, Senatore romano, con il fido Commodio ha ordito questo diabolico e singolare piano per marciare sui Traci e impossessarsi del loro immenso tesoro. Scovato un sosia di Nerone nel gladiatore Terenzio, si mettono in marcia per raggiungere il Console Metello che ha già conquistato la Tracia. Giunti sul posto, in maniera fortunosa vengono in possesso di un messaggio che doveva essere recapitato a Metello e sul quale era scritto che Nerone era stato assassinato a Roma. Intercettato e ucciso il messo che lo portava, possono continuare a perseguire indisturbati ponendo Metello agli arresti e impadronendosi dei suoi legionari e del tesoro. L'unico ostacolo è rappresentato dal possente Spartacus che si fa beffe dei romani battendoli in diverse occasioni. Ma l'amore per Livia, la figlia di Lucio, fa si che le riveli il nascondiglio del tesoro, quando la ragazza fa intendere di essere una schiava cristiana fuggita dai romani. Accolta e amata dal primo istante da Spartacus, si era poi rivelata una infida spia. Ora il tesoro era nelle mani di Lucio e con i soldati di Metello poteva ambire a conquistare addirittura il potere a Roma. A contrastarlo viene inviato suo fratello Galba con le legioni di stanza in Dalmazia, il primo ostacolo opponibile, ancorché fosse suo fratello. Ma Livia è a sua volta innamorata di Spartacus e pentita di aver aiutato suo padre, le cui mire oggi appaiono ben diverse e assai più gravi. Per cui rivela i suoi piani a Spartacus che la riprende con sé ed insieme, liberato Metello dalle catene, raggiungono il campo di battaglia dove viene scongiurata una guerra fratricida all'ultimo istante. Livia ottiene che a suo padre sia risparmiata la vita, mentre il finto Nerone, Terenzio, preferisce scappare per poi, raggiunto da Spartacus, battersi e perire dopo un breve combattimento. La pace romana è di nuovo garantita con la prosperità dei Traci ai quali ritornare il legittimo tesoro, mentre Spartacus e Livia daranno vita alla prima coppia mista dei due popoli per un futuro di reciproco rispetto e benessere.
Peplum convenzionale, con spezzoni di scene di massa raccattate da altre pellicole, come si faceva solitamente, dove in un medesimo set si giravano più pellicole contemporaneamente. Protagonista il greco americano Peter Lupus accreditato, col solito nome d'arte di Rock Stevens, attorniato da un cast adeguato di volti noti dell'allora cinema nazional-popolare.
Il gladiatore che sfidò l'impero
Italia 1965
Regia: Domenico Paolella
Musiche Giuseppe Piccillo
con
Rock Stevens: Spartacus
Massimo Serato: Senatore Lucio Quintilio
Livio Lorenzon: Commodio
Gloria Milland: Livia
Piero Lulli: Console Metello
Walter Barnes: Terenzio - Nerone
Andrea Checchi: Console Galba
e con
Dario Michaelis
Franco ResselBruno Scipioni
Giulio Tomei
Giovanni Petrucci
non accreditati
John Bartha: messaggero romano
Salvatore Borghese: gladiatore
Jeff Cameron: gladiatore
Mimmo Poli: nobile romano
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