Il diavolo
A medeo Ferretti, rappresentante di pellicce, parte da Roma in treno alla volta di Stoccolma per visionare ed acquistare per la sua ditta uno stock di visoni. Nonostante sia sposato è allettato da quel paese di cui si parla come paradiso dei latin lovers attratti dalle donne locali che, uniche al mondo, hanno raggiunto la loro piena indipendenza sia economica che di costumi, a quanto pare piuttosto lascivi nei confronti del maschio italiano. E così il suo viaggio nel mito inizia con un treno che man mano che sale su per l’Europa, mette in mostra un campionario variegato di passeggeri fino a far scoprire ad Amedeo un'anteprima della diversa indole di quel popolo. Anche sul traghetto che porta il treno dalla Danimarca a Stoccolma, intrattenendosi a pranzo con un professore tedesco che parla bene italiano, Amedeo si fa una precisa idea di come si muovano in Svezia le donne. Stando ai si dice, in molte aspettano curiose in stazione gli italiani che arrivano in cerca di lavoro o svago. Ed è vero, ed Amedeo lo esperimenta di persona al suo arrivo, come anche i locali che sono soliti frequentare gli italiani che a turno aspettano l'ammiccamento di compiaciute ragazze nei loro confronti. Sono loro infatti a decidere e scegliere e così avviene anche per Amedeo che però resta interdetto quando recandosi in albergo con la spilungona che lo ha rimorchiato scopre che ha appena tredici anni. Se ne torna al locale inorridito per poi portarsi in albergo un'altra bionda che almeno di anni ne ha sedici. Non arriva più in là di un candido bacio e di un liquore consumato nella sua camera, che la ragazza si accomiata. Sarà un susseguirsi di avventure amorose per lui, intervallate da proficui affari economici, che tuttavia non sfoceranno in niente di eclatante dandogli però la certezza di costumi assai più evoluti che nel paese dove rientra con un certo disappunto, al termine del suo viaggio, per non aver ... aguzzato un chiodo in concreto, nonostante tante possibilità che gli si sono presentate su di un piatto d'argento.
Un divertente Alberto Sordi, seppur col "freno a mano" tirato, ci porta, come in un documentario, a scoprire i costumi di un popolo che negli anni '60 facevano senz'altro scalpore e incutevano nel maschio latino una morbosa curiosità. Il nostro si addentra facilmente nel mondo della loro mitica libertà sessuale irretito a turno dalle più svariate bionde nordiche, ivi comprese le sposate con marito senziente al seguito. Ma come accennato, per una serie di fortuiti imprevisti, il poveretto, unico dei nostri connazionali ripresi nel film, rimane a bocca asciutta ma chiude il film con un eloquente cartello:
Alberto Sordi ringrazia le donne che hanno collaborato a questo film rivelando gentilmente tutti i segreti della loro dolcissima e misteriosa personalità
Viva le donne!
Il diavolo
Italia 1963
Regia: Gian Luigi Polidoro
Musiche Piero Piccioni
con
Alberto Sordi: Amedeo Ferretti
Gunilla Elm-Tornkvist: Corinne
Anne-Charlotte Sjöberg: Karina
Barbro Wastenson: Barbro
Monica Wastenson: Monica
Ulf Palme: il pastore protestante
Ulla Smidje: sua moglie
Bernhard Tarschys: prof. Mayer
Lauritz Falk: sig. Falkman
Inger Sjöstrand: Inger
e con
Ulla Andersson
Inger Auer
Anita Bornebusch
Katja Ekstrandh
Mariana Falkman
Gunhild Gustavson
Elisabeth Hall
Peggy Jansson
Anita Johannson
Marita Lindholm
Catherina Norden-Falk
Ylva Nordin
Laila Novak
Gunilla Olsson
Ewa Strömberg
Monica Tornquist
Laila Westlund
e la comparsa non accreditata di
Britt Ekland
all'epoca fece furore perchè richiamava appunto certe pruderie dell'epoca in fatto di bionde nordiche ;)
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