Il secondo tragico Fantozzi
S ervile più che mai, il povero Fantozzi si sobbarca di straordinari notturni per coprire le marachelle del suo capo: il Mega Direttore Clamoroso Duca Conte Pier Carlo Ingegner Semenzara. Costui oltre alle uscite notturne con donnine compiacenti, ama anche il gioco d'azzardo e periodicamente indice una lotteria per estrarre uno dei suoi impiegati come accompagnatore e servitore per la consueta sortita al Casinò di Montecarlo. Fantozzi è incredibilmente scelto dalla dea bendata interpretata dalla signorina Silvani che da quando è diventata la signora Calboni è uscita giocoforza dai sogni erotici del ragioniere. Il Semenzara è tipo piuttosto superstizioso come del resto quasi tutti i giocatori d'azzardo e sottopone il povero accompagnatore a tutta una serie di riti tra i quali fargli bere litri di acqua gassata con conseguenze a dir poco esplosive nel rutto liberatorio finale. Dopo un inizio promettente la trasferta finisce male per il Semenzara con ovvie conseguenze per il povero sottoposto che deve rientrare aggrappato sotto al treno, per arrivare a casa intirizzito e duro come un baccalà. Col collega Filini giorni dopo partecipa ad una battuta di caccia, lui che non ha mai sparato un colpo, trovandosi nel bel mezzo di una guerra senza esclusione di colpi tra cacciatori che, stante scarsità di selvaggina, non trova di meglio che spararsi l'un l'altro con scene di vera e propria guerra, per poi tornarsene a casa malconci e feriti o, come nel caso dei nostri, addirittura legati e appesi come prede di grossa taglia. Non c'è tempo di leccarsi le ferite che incombe il varo di una nave aziendale e tutti dovranno assistere alla cerimonia presieduta dalla madrina Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare che dovrà usare diverse bottiglie di champagne inutilmente visto che le scaglia tutte sulla testa del povero Fantozzi o di altri malcapitati presenti. Non meglio le andrà quando le verrà chiesto di tagliare un cavetto con un'accetta per evitare altre bottigliate a vanvera. La nobildonna però invece del cavetto trancerà di netto il mignolo a Sua Eminenza l'Arcivescovo che infuriato la rincorrerà vanamente per i moli del porto. La poverina per farsi perdonare inviterà tutti ad una cena offerta nella sua mega villa dove Fantozzi e Filini finiranno preda di un feroce Alano discendente da Ivan il terribile, l'alano dello Zar finito fucilato con lui per la sua crudeltà. Fantozzi prova a darsi malato per rifiatare ma viene scoperto e punito, per tornare come di consueto alla routine di umiliazioni quotidiane sul posto di lavoro che lo vede anche con colleghi e famiglie vittime settimanalmente del Prof. Guidobaldo Maria Riccardelli, appassionato di cinema d'essai che li obbliga ad assistere al capolavoro che lui ama di più: la Corazzata Kotiomkin. Ed è proprio durante una di queste visioni che il nostro, addormentatosi, scoperto dal professore viene per la prima volta additato come una merdaccia: Fantocci lei è una merdaccia! frase seguita dall'approvazione forzata di tutti i presenti compresa moglie Pina e figlia Mariangela. Costretto poi in ginocchio sui ceci ad assistere ad un'altra proiezione, il nostro si ribella e con gli altri dipendenti brucia la pellicola costringendo il professore a subire ogni sorta di umiliazione finché l'intervento della polizia calma le acque. La vendetta è tremenda e tutti vengono costretti ad interpretare i vari ruoli con Fantozzi in quello del bimbo che rotola dalle scale dentro la carrozzina.
Il secondo tragico Fantozzi
Italia 1976
Regia: Luciano Salce
Musiche Franco Bixio, Fabio Frizzi, Vince Tempera
con
Paolo Villaggio: Rag. Ugo Fantozzi
Anna Mazzamauro: Sig.na Silvani
Gigi Reder: Rag. Silvio Filini
Giuseppe Anatrelli: Geometra Luciano Calboni
Liù Bosisio: Pina Fantozzi
Plinio Fernando: Mariangela Fantozzi
Ugo Bologna: Direttore Conte Corrado Maria Lobbiam
Mauro Vestri: Prof. Guidobaldo Maria Riccardelli
Paolo Paoloni: Mega Direttore Galattico Duca Conte Maria Rita Vittorio Barambani,
Antonino Faa' Di Bruno: Mega Direttore Clamoroso Duca Conte Pier Carlo Ingegner Semenzara
Nietta Zocchi: Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare
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