Adiós gringo
A ccusato di aver rubato del bestiame, Brent Landers, uccide per legittima difesa il suo accusatore, rischiando poi il linciaggio nel paese dove stava transitando. Riesce a liberarsi e promette di tornare con le prove a sua discolpa, ritrovando l'uomo che gli aveva venduto quel bestiame. Costui, Gil Clawson, un vecchio conoscente gli aveva dato anche un atto di compravendita che il proprietario, ucciso da Brent, aveva stracciato ritenendolo un falso. L'uomo dopo aver ferrato l'anteriore destro del cavallo è transitato sulle mesas dove dopo un paio di giorni si trova a passare Brent. Il luogo del tutto arido e pietroso è di quelli dove seguir tracce è impresa improba, ma è qui che il nostro sente dei lamenti e trova una giovane donna denudata e legata a terra alla maniera indiana. E' conciata piuttosto male e Brent nonostante abbia le sue preoccupazioni, si prodiga per curarla alla meglio e dopo averla rivestita la conduce con sé alla ricerca di un paese con un medico. Strada facendo si scontra con quattro balordi che stavano cercando la ragazza, facendoli fuori in rapida sequenza. Lei, Lucy Tillson, è rimasta vittima di una rapina alla diligenza che la trasportava e che aveva fruttato 20 mila dollari ai tre banditi che poi la legarono e violentarono, lasciandola priva di sensi a morire di disidratazione al sole cocente. Nel vicino paese il dottor Burfield si prodiga nelle cure della giovane che spaventata a morte chiede a Brent di non lasciarla. Anche il medico lo prega di restare affinché Lucy si rimetta e qualche giorno dopo, mentre i due passeggiano in paese con lei in apparenza ristabilita, ecco che riconosce con terrore uno dei tre a cavallo appena giunti in paese. Brent l'accompagna a casa e subito dopo li affronta nel saloon dove si sono recati per scoprire che uno di loro è proprio l'uomo che cerca, quel Gil Clawson che gli ha venduto una mandria rubata e causa di tutti i suoi guai attuali. Ne nasce una rissa sedata dal pronto intervento dello sceriffo che intima a Brent di seguirlo in ufficio dove, oltre a mostrargli una taglia di 5 mila dollari sulla sua testa, somma che a lui farebbe assai comodo al momento per pagare la nuova casa, gli consiglia di non accusare uno dei tre, il giovane Avery Ranchester, rampollo di ricchissima famiglia del luogo.
Giorgio Stegani firma questo buon western firmandosi col consueto nick di George Finley e dirige un ottimo e convincente Giuliano Gemma, amatissimo dal pubblico e mai dimenticato interprete di uno dei generi che il nostro cinema seppe con maggior capacità far apprezzare in tutto il mondo.
Adiós gringo
Italia, Spagna, Francia 1965
Regia: Giorgio Stegani
Musiche Benedetto Ghiglia
con
Giuliano Gemma: Brent Landers
Ida Galli: Lucy Tillson (accreditata Evelyn Stewart)
Robert Camardiel: il dottor Burfield
Jesús Puente:lo sceriffo Ox Slaughter
Pierre Cressoy: Clayton Ranchester (accreditato Peter Cross)
Germano Longo: Stan Clevenger (accreditato Grant Laramy)
Gino Marturano: Johnny Moffitt (accreditato Jean Martin)
Massimo Righi: Avery Ranchester (accreditato Max Dean)
Monique Saint Claire: Maude Clevenger
Nello Pazzafini: Gil Clawson (accreditato Ted Carter)
Frank Braña: scagnozzo (accreditato Francisco Braña)
Juan Cortés: il giudice di contea
e con
François Pascal
Ramon Perez
Antonio Orengo
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