Gangster Land
16 gennaio 1920 entra in vigore il Proibizionismo. Negli Stati Uniti gli alcolici vengono dichiarati illegali. Il crimine organizzato in poco tempo intraprende delle redditizie operazioni di contrabbando, importando illegalmente alcol dal Canada per i numerosi locali clandestini. I gangster diventano sempre più potenti. La Mafia italiana e quella irlandese si scontrano per la supremazia. Campo di battaglia: CHICAGO
in questo clima surriscaldato Vincenzo Antonio Gibaldi figlio di un droghiere, frequenta una palestra per pugili avendo ambizioni e qualità per tentare la fortuna nel mondo della boxe. Siccome la gente non ama i nomi italiani sul ring, si è dotato di un nome da battaglia irlandese e tale da riscuotere diverse simpatie: Jack McGurn. Ha un pugno letale e di lui si è accorto anche Al Capone, il braccio destro del boss italiano Giovanni Torrio che gli propone di lavorare per lui nelle tante attività gestite, magari come buttafuori nei bordelli o in altri locali. Jack sulle prime non è interessato alla cosa ambendo soprattutto a salire sul ring e diventare un pugile famoso. Ma quando suo padre viene crivellato di colpi dagli uomini della famiglia Genna, colpevole di vendere alcolici nella loro zona, accetta l'incarico offerto da Al Capone desideroso soprattutto di vendetta. Intanto divampa anche la guerra senza esclusione di colpi tra italiani e irlandesi di Dion O'Bannion, con quest'ultimo che vanta tra le sue fila lo spietato "Bugs" Moran che intende fare piazza pulita degli italiani. O'Bannion viene crivellato di colpi nel suo negozio da fioraio, mentre Torrio, a sua volta colpito, riesce a cavarsela e in ospedale nomina Capone al vertice della famiglia. E' un’escalation senza sosta ed entrano prepotentemente alla ribalta anche le armi pesanti, i micidiali mitra con i quali si inonda la città di piombo. Il culmine si ha con il Massacro di San Valentino dove Jack McGurn, già famigerato col nome di "Machine Gun ", giustizia alle spalle diversi gangster dopo averli attirati con un trucco in un deposito. La misura è colma e dopo infruttuosi tentativi della polizia ecco la brillante idea di incastrare il furente Capone con una condanna per frode fiscale. Senza un capo come lui, ripiomba l'anarchia della lotta tra bande e anche Jack McGurn finisce in un agguato mortale, dove tre sicari gli rinfacciano il giorno di San Valentino prima del colpo di grazia.
Film a basso budget con ovvie inquadrature strette e in prevalenza di interni o notturni, non potendo far fronte ad una adeguata ricostruzione che avrebbe fatto salire notevolmente i costi per un prodotto ad uso quasi esclusivamente televisivo. Peccato davvero, la storia la conosciamo tutti e avrebbe meritato ben altro svolgimento e migliori interpreti. Il consiglio è, in mancanza di soldi, di fare altre cose tipo una gita fuori porta e una buona mangiata in allegria e mai e poi mai affrontare argomenti di questa portata.
in questo clima surriscaldato Vincenzo Antonio Gibaldi figlio di un droghiere, frequenta una palestra per pugili avendo ambizioni e qualità per tentare la fortuna nel mondo della boxe. Siccome la gente non ama i nomi italiani sul ring, si è dotato di un nome da battaglia irlandese e tale da riscuotere diverse simpatie: Jack McGurn. Ha un pugno letale e di lui si è accorto anche Al Capone, il braccio destro del boss italiano Giovanni Torrio che gli propone di lavorare per lui nelle tante attività gestite, magari come buttafuori nei bordelli o in altri locali. Jack sulle prime non è interessato alla cosa ambendo soprattutto a salire sul ring e diventare un pugile famoso. Ma quando suo padre viene crivellato di colpi dagli uomini della famiglia Genna, colpevole di vendere alcolici nella loro zona, accetta l'incarico offerto da Al Capone desideroso soprattutto di vendetta. Intanto divampa anche la guerra senza esclusione di colpi tra italiani e irlandesi di Dion O'Bannion, con quest'ultimo che vanta tra le sue fila lo spietato "Bugs" Moran che intende fare piazza pulita degli italiani. O'Bannion viene crivellato di colpi nel suo negozio da fioraio, mentre Torrio, a sua volta colpito, riesce a cavarsela e in ospedale nomina Capone al vertice della famiglia. E' un’escalation senza sosta ed entrano prepotentemente alla ribalta anche le armi pesanti, i micidiali mitra con i quali si inonda la città di piombo. Il culmine si ha con il Massacro di San Valentino dove Jack McGurn, già famigerato col nome di "Machine Gun ", giustizia alle spalle diversi gangster dopo averli attirati con un trucco in un deposito. La misura è colma e dopo infruttuosi tentativi della polizia ecco la brillante idea di incastrare il furente Capone con una condanna per frode fiscale. Senza un capo come lui, ripiomba l'anarchia della lotta tra bande e anche Jack McGurn finisce in un agguato mortale, dove tre sicari gli rinfacciano il giorno di San Valentino prima del colpo di grazia.
Film a basso budget con ovvie inquadrature strette e in prevalenza di interni o notturni, non potendo far fronte ad una adeguata ricostruzione che avrebbe fatto salire notevolmente i costi per un prodotto ad uso quasi esclusivamente televisivo. Peccato davvero, la storia la conosciamo tutti e avrebbe meritato ben altro svolgimento e migliori interpreti. Il consiglio è, in mancanza di soldi, di fare altre cose tipo una gita fuori porta e una buona mangiata in allegria e mai e poi mai affrontare argomenti di questa portata.
In the Absence of Good Men
Stati Uniti 2017
Regia: Timothy Woodward Jr.
Musiche Samuel Joseph Smythe
con
Sean Faris: Jack McGurn
Milo Gibson: Al Capone
Jason Patric: Detective Reed
Jamie-Lynn Sigler: Lulu Rolfe
Peter Facinelli: "Bugs" Moran
Mark Rolston: Dean "Dion" O'Bannion
Michael Paré: O'Connor
Sean Kanan: Detective Boyle
Al Sapienza: Giovanni “John” Torrio
Don Harvey: Detective Landa
Jason Brooks: Agente Wilson
Ronnie Kerr: Franklin "Frank" Rio
Ryan Kiser: Peter Gusenberg
Danny Hansen: Frank Gusenberg
Louis Fasanaro: Albert Anselmi
Drake Andrew: Giovanni "John" Scalise
Shane P. Allen: Anthony Bascone
Robert Goon: Orazio Tropea
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