Maciste nell'inferno di Gengis Khan
D opo una lunga serie di vittorie l'esercito di Gengis Khan conosce per la prima volta l'amaro sapore della sconfitta nel vano assedio di Cracovia. Il suo luogotenente Kubilai, responsabile della disfatta, ha poco tempo per dimostrare che il grande Khan può ancora contare sulle sue capacità, altrimenti per lui sarà l'oblio e la morte. I suoi comandanti gli hanno riferito che il merito della vittoria polacca va ad un loro possente guerriero che da solo vale un esercito e che hanno battezzato Uragano. In realtà quest'uomo dalla forza straordinaria è Maciste ed è fidanzato con la giovane Arminia, figlia di un pastore di un villaggio vicino. Lei non sa di essere scampata al primo attacco dei Mongoli anni prima e di essere stata affidata al pastore in tenera età per proteggerla e crescerla nell’anonimato. E' infatti la figlia del Re e il suo vero nome è Chiara di Polonia, cosa che Kubilai ha saputo da suo padre prigioniero dei Mongoli da 20 anni. Ora ha mandato i suoi fidati a rapirla e Maciste diretto a casa sua è stato attirato in un trappola dalla quale si libera solo dopo che la ragazza è scomparsa da casa e il suo padre putativo ucciso. Un pugnale mongolo lo mette sulla giusta pista da seguire e d'accordo con Re Vladimir parte per una città occupata dai mongoli e quartier generale di Gengis Khan. Ma ora sa che la sua ragazza è la figlia di un re e non una pastorella e che i genitori di Re Vladimir e Chiara unirono le loro insegne per una Polonia più grande da suggellare con il matrimonio tra i due giovani una volta diventati adulti. Per cui Maciste se la libererà dalla prigionia la perderà in quanto promessa a Vladimir ma questo non gli impedisce certo di accorrere in suo soccorso anche se questo significa la fine del suo amore. Con il provvidenziale aiuto di una compagnia di saltimbanchi si unisce come forzuto per entrare senza sospetti nella città roccaforte di Gengis Kahn e mentre Vladimir ammassa le truppe davanti alle mura, Maciste dall'interno inizia a combattere liberando Arminia e costringendo i Mongoli a ritirarsi in Asia dopo che al loro interno era anche scoppiata una congiura culminata con l'uccisione di Gengis Khan ad opera di un sicario di Kubilai. Quest'ultimo contrasta fino alla fine Maciste prima di soccombere e segnare la sconfitta definitiva dei Mongoli. Chiara proclamata regina lo rimane solo il tempo necessario a consegnare la corona a Vladimir e tornare ad essere Arminia per seguire il suo Maciste.
Con la classica fava il bravo Paolella prende due piccioni sfornando nello stesso anno e con gran parte del medesimo cast oltre a questo anche l'altro Maciste contro i Mongoli. Entrambi di buona fattura e con scene di massa ben dirette, si collocano sicuramente nel meglio del genere peplum di quegli anni d'oro per il cinema nostrano. Augh! Uri!
Maciste nell'inferno di Gengis Khan
Italia 1964
Regia: Domenico Paolella
Musiche Giuseppe Piccillo
con
Mark Forest: Maciste
José Greci: Arminia
Ken Clark: Kubilai
Gloria Milland: Arias
Howard Ross: Gason
Roldano Lupi: Gengis Khan
Mirko Ellis: Re Vladimir
Tullio Altamura: prete cristiano
Ugo Sasso. capo compagnia saltimbanchi
e con
Renato Terra
Bruno Scipioni
Harold Bradley
Mirko Valentin
Elisabetta Wu
Daniela Igliozzi
Renato Navarrini
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