Nato per uccidere
Roose, abile con le carte e la colt, si imbatte in un saloon con Dudgett, un bulletto di paese che spenna agevolmente. Ma questi durante la notte irrompe nella stanza del saloon albergo dove alloggia e gli ruba giacca e soldi prima di andarsene con un complice. E buon per lui che non gli salda il conto come è solito fare con altri malcapitati. Non sa ancora con chi si è messo contro, un pistolero che ha già fatto fuori tre tizi che rivolevano indietro i soldi persi a carte. Con l'aiuto di un vecchio che incontra per strada, tale John Storm, apprende che l'uomo che cerca è a capo di una banda che sta terrorizzando i coloni per conto del possidente Mr. Tyson che poi si appropria delle loro terre a poco prezzo. Rintraccia quattro suoi scagnozzi in un bivacco e li uccide in rapida successione riprendendosi la giacca e il suo cinturone, per poi sorprendere anche Dudgett a letto con una prostituta e ricambiare la visita con l'aggiunta di qualche sganassone. E' guerra aperta e a poco vale l'aiuto del vecchio e di una tenace proprietaria, Flory Waltamore, che vuol resistere ad ogni sopruso. Deve vedersela da solo con una banda agguerrita che sulle prime sembra avere la meglio quando riesce a catturarlo. Ma Dudgett commette l'errore di lasciarlo per strada legato come un salame dopo averlo fatto picchiare, lasciando ai corvi il compito di finirlo. Il buon vecchio Storm, preoccupato di non vederlo, si mette sulle sue tracce e riesce in tempo a salvarlo. Una volta rimessosi in forze è pronto a regolare i conti con la banda e li affronta in paese dove ad uno ad uno li stende con il suo fucile. Per ultimo lascia Dudgett al quale offre la possibilità di misurarsi con lui a duello di colt. Non c'è storia e il bullo finisce a terra crivellato di colpi. Roose può rimettersi a giocare in pace ma la nomina a sceriffo, caldeggiata dal vecchio e da Flory, lo convincono ad accettare una nuova carriera dove se ucciderà ancora sarà protetto dalla legge, e Mr.Tyson, capita l'antifona, preferisce cambiare aria senza fiatare.
Antonio Mollica, firmandosi Tony Mulligan, dirige il muscoloso Gordon Mitchell in un raro ruolo da protagonista positivo ma con mezzi così risicati da non riuscire nemmeno ad impiegare la manovalanza dei noti caratteristi nazionali fatto salvo il bravo Ruffini in una breve apparizione iniziale. Il risultato è giocoforza un prodotto mediocre nel panorama del western nazionale, con poca azione e nessuna scazzottata di rilievo anche se i morti alla fine, contati dal sottoscritto, sono 31.
Nato per uccidere
Italia 1967
Regia: Antonio Mollica
Musiche Felice Di Stefano
con
Gordon Mitchell: Roose
Femi Benussi: Flory Waltamore
Aldo Berti: Dudgett
Tom Felleghy: Mr. Tyson
Giovanna Lenzi: Prostituta
Fred Coplan: Fabbro
Franco Gulà: John Storm
Angela Portaluri: ragazza del saloon
Gualtiero Rispoli: proprietario del saloon
Alfredo Rizzo: truffatore
non accreditato
Claudio Ruffini: Sceriffo
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