Sull'orlo dell'abisso
Les Martin è un agente della polizia locale in un paesino sperduto dell'Arizona dove non accade mai nulla se non qualche episodio di eccesso di velocità con protagonista la giovane Janice Kendon figlia del proprietario di una miniera d'oro al momento dismessa. Il custode di quella miniera è il vecchio Eli Jones che sovente chiama la polizia per episodi che si rivelano ogni volta come falsi allarmi, tanto che il buon Martin chiamato anche stavolta non ci casca rammentando all'uomo la storiella di al lupo al lupo. Purtroppo l'allarme era fondato e Martin aveva preferito rincorrere la bella Janice e multarla. Così quando si rinviene il corpo di un uomo impiccato nella baracca del custode, si inizia ad indagare. Irriconoscibile e con qualsiasi traccia utile alla sua identificazione abilmente cancellata, comprese le etichette del lussuoso vestito che indossava, per Martin è quasi impossibile dipanare la matassa. Nessuno dei pochi abitanti della zona, benzinaio compreso, sa dargli informazioni su quel tizio ben vestito che giace all'obitorio. Ma ecco che perlustrando il ciglio del Grand Canyon dal suo lato, si imbatte in un operaio della società di estrazione guano che con una teleferica scende fino ad una grotta sottostante dalla quale si ricava il materiale. Fa presente che manca da qualche giorno un suo collega del quale ha trovato l'orologio poco al di sotto del bordo del precipizio, cosa che induce il sergente a salire su di un idrovolante leggero per un sopralluogo. Ed è la giusta intuizione visto che poco dopo rinviene sul fondo il cadavere dello scomparso e la carcassa di un'auto acquistata nei pressi ma senza i dati dell'acquirente, visto che andava di fretta e sarebbe tornato per firmare i documenti in mattinata. Tuttavia il tenace sergente riesce a scoprire dove alloggiava la vittima per accorgersi che nella sua stanza del motel avevano buttato tutto per aria, per cancellare anche lì ogni traccia. Come non bastasse con due omicidi in apparenza collegati ecco arrivare la terza vittima nella persona del povero custode, accoltellato mortalmente nella sua baracca. Il sergente che ha nel frattempo legato con Janice, grazie a lei scopre che l'abito della prima vittima è di una foggia particolare, prodotto da un noto sarto newyorkese dal quale apprende il nome della vittima. Era il vicedirettore della miniera e socio dei Kendon. Ora appare chiaro che c'è di mezzo l'oro di quella miniera che è stata fermata provvisoriamente in attesa che i prezzi del prezioso metallo risalgano. Scopre così che implicato in quella vicenda c'è il fratello di Janice, un giovane ubriacone e svogliato, che in combutta con il barista della zona, prelevava quantitativi di oro di nascosto per rivenderli oltre confine in Messico. Il giovane, Bob Kendon, è l'unico in grado di pilotare l'aereo per espatriare ma è angosciato dagli omicidi compiuti dal socio per cui si rifiuta di partire e viene ucciso. Sua sorella Janice che gli era corsa dietro, viene presa dall'uomo, l'insospettabile barista Scotty O'Brien, e facendosi scudo di lei arriva alla teleferica per farsi calare in basso e scappare. Ma Martin è alle sue costole e salta al volo sulla teleferica ingaggiando un furibondo corpo a corpo, sospesi nel vuoto, fino al tragico volo dell'assassino e l'abbraccio finale libera tensione tra i due amanti per il dovuto e sempre apprezzato lieto fine.
Don Siegel dirige con maestria una storia di alta tensione dove primeggia dirompente l'immensa bellezza del Grand Canyon ripreso in Cinemascope con incursioni volanti di elicotteri e piccoli idrovolanti che riescono ad atterrare in appositi specchi di acqua calma. Cosa che non sapevo pur essendoci stato.
Edge of Eternity
Stati Uniti d'America 1959
Regia: Don Siegel
Musiche Daniele Amfitheatrof
con
Cornel Wilde: sergente Les Martin
Victoria Shaw: Janice Kendon
Tom Fadden: Eli Jones
Mickey Shaughnessy: Scotty O'Brien
Edgar Buchanan: Sceriffo Edwards
Rian Garrick: Bob Kendon
Jack Elam: Bill Ward
Alexander Lockwood: Jim Kendon
Dabbs Greer: il benzinaio
Wendell Holmes: Sam Houghton
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