Mina... fuori la guardia
Per la classe 1939 è tempo di chiamata alle armi, la naja li aspetta e la cartolina arriva inesorabile a tutti senza distinzione, compreso l'affermato cantante Toni Rino che viene preceduto da ogni sorta di raccomandazione. Ma l'irremovibile Colonnello comandante del CAR non intende fare favoritismi e sarà trattato come tutti gli altri. Come lo sveglio Vittorio che pur essendo piccoletto sogna le avventure galanti nella città, Roma, dove presterà servizio. Con lui il fanfarone impresario teatrale Renato, il tontolone Carletto e il forzuto Archimede che hanno fatto comunella fin da subito e ai quali si unisce il neo arrivato e illustre Toni Rino. Con lui contano di fare sfracelli nei cuori delle sue ammiratrici durante le libere uscite. Del resto ha accettato la loro amicizia colpito dalla millantata conoscenza che diceva di avere di lui l'impresario che ha lasciato le sue ballerine, le sue Pacchioni Girls, a doversela cavare da sole e con la cronica penuria di denari. Su di loro arcigno vigila il loro diretto superiore, il sergente Ugo Caputo, che deve combattere con la sua fidanzata Rosina a stento tenuta a freno dal suo desiderio di conoscere il famoso cantante e divenire una soubrette. Così tra disavventure varie i nostri si trovano tra consegne e punizioni a non riuscire ad aguzzare un chiodo se non Toni che ha fatto breccia nel cuore della studentessa Valeria in procinto di laurearsi in Medicina. Lei non lo ha riconosciuto e addirittura prova una forte avversione per i cantanti, sui quali sta completando la tesi di laurea. Per cui Toni si finge un'altra persona per non urtarla fino a quando dovrà scoprire le carte. L'amico Renato ha saputo che le sue ragazze si esibiranno in un teatrino di periferia e, per sollevare le loro sorti economiche, ha promesso al titolare del teatro che porterà il grande Toni Rino sul palco ad esibirsi. L'uomo si trova quindi di fronte ad un bivio o rompere con la sua ragazza rivelando la sua vera identità o lasciare che le ballerine dell'amico Renato finiscano sul lastrico. A malincuore accetta di aiutare l'amico e buon per lui che Valeria, presentando la sua tesi, venga aiutata a rimuovere le sue antipatie verso i cantanti dal professore che è anche psicanalista. Lei aveva sofferto da bambina le poche attenzioni che sua madre le aveva riservato sempre impegnata sul palcoscenico come cantante. Ora si sente libera finalmente e anzi prova uno spiccato desiderio di esibirsi come cantante. Così quando scopre che il suo ragazzo è il famoso cantante, non esita a seguirlo sul palco per ottenere uno straordinario successo che risolleverà le sorti delle ragazze e rinsalderà il loro amore.
Commedia di quel cinema italiano fervido che è stato spazzato via da decenni dal cosiddetto filone di impegno sociale che non ha a nostro avviso niente a che spartire con il cinema inteso come evasione e puro divertimento. Per l'impegno suggerisco le tante trasmissioni televisive che sono addirittura d'avanzo e di lasciare in pace il cinema che in Italia ha ormai perso i generi che al contrario in quegli anni venivano prodotti in quantità e con risultati spesso più che soddisfacenti. Qui Mina si esibisce in alcuni suoi brani di successo oltre ad avere una notevole presenza scenica con una silhouette invidiabile. Con lei Peppino di Capri e la sua Band e il bravo e famoso Arturo Testa, assai popolare negli anni '50. Completano il cast volti noti della commedia di quel periodo in ruoli di contorno molto divertenti.
Mina... fuori la guardia
Italia 1961
Regia: Armando W. Tamburella
Musiche Francesco De Masi
con
Mina: Valeria
Arturo Testa: Antonio Rinucci
Carlo Croccolo: Carletto
Aroldo Tieri: Renato Pacchioni
Vittorio Congia: Vittorio
Vicky Ludovisi: Milly
Tiberio Murgia: sergente Ugo Caputo
Luigi Pavese: il Colonnello
Nino Vingelli: l'impresario
Peppino Di Capri: il cantante
Didi Perego: Rosina
Gigi Reder: il tenente
Enrico Viarisio: lo psicanalista
Arrigo Raho: Archimede
se continua di questo passo ai poveri spettatori del Festival di Venezia dovranno dare all'ingresso foglie di coca da masticare vista la tristezza ormai cronica dei film in competizione
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