Per il gusto di uccidere
Sventato abilmente un colpo ai danni di un porta valori dell'esercito, Lanky Fellow, un esperto bounty killer, dopo aver intascato i soldi che gli spettano, decide di reinvestirli in un altro trasporto d'oro. A Omaha il ricco proprietario di miniere Collins gli ha proposto l'affare vista la sua abilità come tiratore di precisione. Un altro carico d'oro del valore di 100 mila dollari deve essere trasportato dalla sua miniera alla banca cittadina e con lui nella scorta conta di riuscire nell'impresa, visto che in zona imperversa anche la banda di Gus Kennebeck assai più pericolosa di quella messa fuori gioco da Lanky in precedenza. Costui accetta di buon grado anche perché ha un conto aperto con il bandito che tempo addietro gli ha ucciso il fratello. Ha una grossa banda ai suoi ordini per cui Lanky dovrà agire con cautela e giocando d'astuzia, riuscendo a carpire i piani del rivale per farlo cadere in trappola. Catturato il fido Machete, dopo averlo strapazzato un pochino riesce a conoscere le mosse future di Kennebeck attirandolo in un tranello mortale per i suoi uomini. Invece dell'oro nella banca di Omaha, verranno accolti con una pioggia di piombo e dinamite all'interni del caveau trovando tutti piena occupazione a spalare carbone da messer Belzebù. Mi sia passata la citazione texiana, doverosa da amante dell'eroe bonelliano. Ultimo a raggiungere i compari è ovviamente il capo che da tradizione cercherà di rifarsi nella main street nel classico duello finale che gli girerà storto. Lanky incassa un altro bel gruzzolo e lascia la città diretto verso un altro convoglio che sta per essere anche questo attaccato da un'altra banda. Per lui gli affari vanno a gonfie vele alla faccia del recente lock-down.
La mano di Tonino Valerii sulla manovella è senz'altro diversa qualitativamente dai tanti che si cimentarono nel genere in quegli anni d'oro del cinema italiano. Con i medesimi esterni spagnoli sfruttati da tutti e con caratteristi nostrani e ispanici riesce però ad ottenere un risultato diverso e maggiormente apprezzabile, con tagli e inquadrature decisamente migliori. La storia è semplice, nel solco di altre similmente polverose e piene di piombo con un cast, non dei migliori, ma adeguato e dignitoso.
Per il gusto di
uccidere
Italia, Spagna 1966
Regia: Tonino Valerii
Musiche Nico Fidenco
con
Craig Hill: Lanky Fellow
George Martin: Gus Kennebeck
Piero Lulli: Collins (accreditato Peter Carter)
Fernando Sancho: Sanchez
Frank Ressel: il banchiere Aarons
George Wang: Machete
Diana Martìn: Peggy
Graham Sooty: Jefferson
Rada Rassimov: Isabelle
José Marco: John Kennebeck
Lorenzo Robledo: lo sceriffo
Sancho Garcia: Bill Kilpatrick
José Canalejas: Peter
José Manuel Martín: Rodrigo
Dario De Grassi: Steve
Sanchez: Vieni a prenderli (mostrando i soldi in gesto di sfida)
RispondiEliminaLanky: Non vado mai dove posso mandare un proiettile