C'era una volta il West
Brett McBain, un cocciuto irlandese, vedovo con tre figli, sogna di far crescere una cittadina attorno al suo ranch sperduto nel deserto. Ha trovato una vena d'acqua ed è certo che la ferrovia che stanno costruendo non potrà fare a meno di passare sulla sua terra per rifornirsene. Per questo ha ordinato legname in abbondanza per costruire una città attorno a quella che diventerà la stazione di Sweetwater, nome che ha in animo di dare al suo insediamento. Sta per raggiungerlo una nuova moglie da New Orleans, Jill, per la quale sta ultimando i preparativi per un banchetto con il quale accoglierla degnamente. Ma non ha fatto i conti con la cupidigia del padrone della ferrovia, Mr. Morton, che manda Frank, il suo spietato scagnozzo ad eliminarlo. Uccide tutta la famiglia McBain ignaro che abbia preso moglie e questo complica i piani del suo capo. La donna infatti, una volta arrivata al ranch e scoperto il massacro, è legalmente divenuta proprietaria di tutto e bisogna eliminarla. Intanto della strage è stato incolpato il ricercato Cheyenne e la sua banda che non tarda ad entrare in gioco. Aiutato dal misterioso pistolero Armonica, l'uomo viene ben presto a contatto con la realtà che vede anche la donna minacciata da Frank. L'uomo che suona quello strumento dal quale prende il nome non sa solo suonare ma anche sparare. Ha infatti incontrato tre spolverini uguali a quello che indossa Frank. Dentro c'erano tre uomini e dentro gli uomini tre pallottole per cui Frank è avvisato e muore dalla voglia di sapere chi è quello strano tipo. Avrà modo di scoprirlo a sue spese dopo i violenti avvenimenti che coinvolgeranno il signor Morton e lo stesso Frank, al quale i suoi uomini stavano per saldare i conti, pagati per tradire dal padrone della ferrovia. Armonica evita che gli facciano la pelle aiutandolo a venirne fuori illeso, per regolare di persona le sue pendenze con il bandito. Faccia a faccia di fronte al ranch della vedova Jill, mentre tutto intorno ferve il lavoro di costruzione di quella città e, mentre si ode nei pressi l'arrivo imminente del treno, ormai alle porte, i due si studiano febbrilmente, in attesa di far cantare le colt. Armonica è più rapido e lo colpisce facendolo crollare a terra e Frank morente lo scruta ancora senza sapere chi sia quell'uomo che ha davanti. Allora Armonica si toglie lo strumento e glielo mette in bocca rischiarandogli la memoria nell'ultimo istante di vita. E' quel giovane al quale mise a sua volta l'armonica in bocca per farlo suonare mentre sulle spalle aveva il peso del fratello con un cappio al collo. Crollato per la stanchezza il ragazzino aveva nel tempo cercato più volte la vendetta e adesso poteva assaporarla finalmente al termine del quarto entusiasmante western di Sergio Leone.
E' anche il primo della cosiddetta Trilogia del Tempo ed è considerato da molti come il miglior western di tutti i tempi. Di sicuro è epico, girato in parte negli scenari magici della Monument Valley con un cast di primissimo piano e le musiche immortali del maestro Morricone. Ma non è il migliore in assoluto, almeno per me, pur considerandolo nel novero dei migliori del genere, perché John Ford è inarrivabile.
C'era una volta il West
Italia 1968
Regia: Sergio Leone
Musiche Ennio Morricone
con
Charles Bronson: Armonica
Claudia Cardinale: Jill McBain
Henry Fonda: Frank
Jason Robards: Cheyenne
Gabriele Ferzetti: Morton
Paolo Stoppa: Sam
Woody Strode: Stony
Jack Elam: Snaky
Keenan Wynn: sceriffo
Frank Wolff: Brett McBain
Lionel Stander: barista
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