Prega Dio... e scavati la fossa!
Sotto la dominazione di Porfirio Diaz nel Messico i ricchi facenderos applicano ancora sui loro peones l'odioso rituale dello IUS PRIMAE NOCTIS. Tra le tante angherie questa è la più detestata e combattuta dalla popolazione che tenta in ogni modo di sottrarsi. Una giovane coppia di sposi è stata raggiunta e trucidata dagli uomini di Don Enrique e un fratello della giovane ha subito la stessa sorte per averli aiutati. La povera e anziana madre disperata attraversa il confine per avvertire Fernando l'unico figlio rimastole. Costui appresa la ferale notizia decide di ritornare al paese natio per vendicarsi e con lui si unisce Paco, un amico d'infanzia che si rivelerà molto utile nelle prime concitate fasi del regolamento dei conti. Fernando cerca anche di far leva per la comune lotta nel vecchio amico Cipriano che nel frattempo è però diventato un bandito e non intende unirsi a lotte politiche preferendo fare soldi senza guardare a chi li ruba. Ma quando viene catturato dai Rurales e successivamente liberato da Fernando, l'uomo sembra per un momento aderire alla causa comune per poi successivamente fare di testa sua e tornarsene con la sua vecchia banda. Ha in animo di rapire la figlia di Don Enrique e chiedergli una forte somma per il riscatto, senza preoccuparsi che l'uomo, una volta portato a termine il piano, infuriato, se la prenda con la popolazione inerme, iniziando ad impiccare poveri peones a gruppi di cinque, finché la ragazza non verrà liberata. Fernando accorre in aiuto della gente e saputo che la giovane figlia è in mano a Cipriano, si offre di liberarla per avere salva la vita di quella povera gente. Raggiunto Cipriano nel suo covo non può che misurarsi con lui a duello vista la sua assoluta riluttanza ad ascoltare le sue richieste. Fernando lo uccide e porta a casa la ragazza ottenendo la liberazione dei peones. Per il suo gesto è però ritenuto un traditore della causa rivoluzionaria e l'uomo non può che tornarsene oltre confine da dove era venuto. In fondo nessuno è profeta in patria.
Edoardo Mulargia dirige questo modesto esempio di spaghetti firmandosi Edward G. Muller anche se dietro sembra esserci Demofilo Fidani che produce il tutto con due protagonisti di valore del tutto sprecati per i dirupi della campagna romana facilmente riconoscibile.
Edoardo Mulargia dirige questo modesto esempio di spaghetti firmandosi Edward G. Muller anche se dietro sembra esserci Demofilo Fidani che produce il tutto con due protagonisti di valore del tutto sprecati per i dirupi della campagna romana facilmente riconoscibile.
Italia 1967
Regia: Edoardo Mulargia
Musiche Marcello Gigante
con
Robert Woods: Fernando Tamayo
Jeff Cameron: Cipriano
Cristina Penz: Consuelo
Selvaggia: Maria Carmen
Paco Hermandariz: Paco
Léa Nanni: Asuncion
Calisto Calisti: Don Enrique
Carlo Gaddi: scagnozzo di Don Enrique
Simone Blondell: la cameriera di Don Enrique
Vito Cipolla: Juan
Fedele Gentile: Ramirez
Celso Faria: Ignazio
Lino Coletta: un pistolero
Giovanni Ivan Scratuglia: il tenente
Carmelo Artale: il prete
Paolo Figlia: un bandito di Cipriano
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