L'arciere nero
Per impossessarsi del feudo del loro zio Alvise, il deforme Lodrisio, detto il Diavolo Zoppo, e suo cugino Ludovico con l'aiuto della sadica Ubaldina uccidono a tradimento il fedele Conte di Sant'Elia, amato dal popolo e primo ostacolo nel loro diabolico piano. Ma nella stanza dove avviene il turpe misfatto, irrompe il figlio Corrado che ingaggia con i sicari un violento duello. Purtroppo per lui è costretto a darsi alla fuga viste le soverchie forze contro le quali è impossibile battersi. Ma d'ora in avanti sarà la vendetta il suo unico scopo e indossati abiti scuri, inizia a seminare il panico tra gli armati del feudo, facendosi chiamare l' Arciere Nero. Su di lui viene posta una taglia e del Conte Corrado non si sa più nulla finché una zingara non si imbatte in lui e avverte poi Lodrisio e suo cugino per mostrargli il nascondiglio. I due allora giocano d'astuzia e, avendo bisogno della popolarità di Corrado, gli fanno credere che il mandante dell'omicidio di suo padre sia lo stesso zio Alvise, che viene quindi condotto prigioniero in un castello del Lodrisio, dove dopo poco lo segue anche sua figlia Ginevra. Lei è innamorata di Corrado ma questo suo allearsi ai cugini la disgusta. Lui non sa chi fossero gli assassini, in quanto si batté con loro mascherati e quando Lodrisio gli confida che la mano dell'assassino è di suo cugino Ludovico, egli non esita ad affrontarlo e battersi furiosamente con lui. Ma è una trappola e Ludovico viene pugnalato alle spalle con un pugnale di Corrado, per cui quando sopraggiungono gli armigeri di Lodrisio, egli viene catturato e rinchiuso come assassino nelle segrete. Lo zoppo ha in serbo per lui una fine orrenda e desidera da sempre anche la sua amante Ginevra che tuttavia non cede alle sue brame anche quando le avvelena il padre. Corrado farebbe una brutta fine se non sopraggiungesse in visita il Principe in persona, richiamato nel feudo dalle tante voci di violenze e soprusi. Travestito da frate era giunto in quelle terre e Corrado lo aveva salvato dall'attacco di un gruppo di banditi. Il Principe lo riconosce e stenta a credere alla sua colpevolezza finché la zingara, che aveva svelato all'inizio il suo nascondiglio, lo scagiona del tutto di fronte al principe, venendo immediatamente uccisa dagli uomini di Lodrisio. Ne segue un parapiglia con gli sgherri dello zoppo che ben presto vengono sopraffatti come la stessa Ubaldina trafitta da una lancia. Lodrisio invece tenta una disperata fuga ma il suo incedere malfermo gli fa mettere male il piede nella staffa del suo cavallo che, imbizzarrito, parte al galoppo trascinando per terra l'urlante cavaliere verso una fine orribile. Corrado e Ginevra coronano il loro sogno d'amore in un rinnovato clima di pace e prosperità. E così vissero felici e contenti ...
Discreto film di cappa e spada con l'unico inconveniente del protagonista tracagnotto e non adatto al ruolo che il genere impone ... il cosiddetto e insindacabile physique du rôle. Diverso il giudizio per Livio Lorenzon che da prova di non essere solo un ottimo caratterista ma anche un buonissimo attore, recitando in maniera perfetta un ruolo difficile e complesso come quello affidatogli.
Discreto film di cappa e spada con l'unico inconveniente del protagonista tracagnotto e non adatto al ruolo che il genere impone ... il cosiddetto e insindacabile physique du rôle. Diverso il giudizio per Livio Lorenzon che da prova di non essere solo un ottimo caratterista ma anche un buonissimo attore, recitando in maniera perfetta un ruolo difficile e complesso come quello affidatogli.
L'arciere nero
Italia 1959
Regia: Piero Pierotti
Musiche Tarcisio Fusco
con
Gérard Landry: Corrado di Sant'Elia
Federica Ranchi: Ginevra
Livio Lorenzon: Lodrisio
Carla Strober: Ubaldina
Nino Marchesini: Alvise
Franco Fantasia: Raniero
Tom Felleghy: il Principe
Erno Crisa: Ludovico
Renato Navarrini: Frate Lorenzo
Fulvia Franco: La zingara
Jolanda Addolori: Bianca
e con
Andrea Fantasia
Gianni Baghino
Marisa Cucchi
Stelio Candelli
Aldo Moser
Terry Mason
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