Un Bounty killer a Trinità
T rinità è un villaggio in mano ai Navajeros le cui frequenti incursioni hanno indotto i notabili a chiedere rinforzi. Ma ogni tentativo di far giungere in città uno sceriffo federale per dar manforte a quello locale, ormai rimasto senza uomini, è risultato infruttuoso. I banditi guidati dai fratelli Paco e Sancho lo depredano con estrema facilità al punto che appare chiaro vi sia un informatore all'interno del consiglio cittadino che passa loro le notizie circa i trasporti di valori o di staffette mandate a chiedere aiuti. L'uomo in questione è infatti Pizarro uno che in combutta coi banditi si è arricchito a tal punto da avere ormai metà del villaggio nelle sue mani, compreso il lucroso saloon dove tiene prigioniera la figlia di un minatore che ha trovato un ricco filone d'oro. Con l'ostaggio pensa che il vecchio dovrà cedere prima o poi e consegnargli l'oro, mentre nel frattempo coi Navajeros sta appropriandosi di terreni strappati con la forza ai legittimi proprietari. Si ritiene in consiglio che l'unico in grado di aiutarli sia un bounty killer famoso per i suoi risultati e che attratto dalle taglie messe sulle teste dei banditi possa dirsi della partita. Lui è Alan Boyd e visti gli esiti infruttuosi di mandare qualcuno ad avvertirlo, si procede in gran segreto riuscendo così a contattarlo. Vuole una cifra fissa su ogni testa più la rispettiva taglia, cosa che l'avvocato del consiglio comunale, avendo carta bianca, concede a patto che intervenga subito. Alan è tipo meticoloso e dotato di un armamentario tanto vario quanto letale e che comprende anche una balestra di precisione. Giunto a Trinità e spacciatosi come assicuratore esperto in polizze sulla vita, inizia subito a darsi da fare rivelandosi per quello che è in realtà. Non appena ne uccide due o tre mandati a farlo fuori, li riconosce sulle taglie che ha con sé e passa subito dopo alla cassa, lavorando in comunione di intenti con il becchino del paese che guarda caso è anche suo amico e felice fornitore. In breve Alan regola i conti con Pizarro, il cui sporco gioco è stato scoperto, per poi liberare la giovane sua prigioniera e il padre che lo ricompenserà con un premio in oro extra. Dopo di che non resta che recarsi al covo dei Navajeros e regolare i conti con tutta la banda a base di fucilate, pistolate e candelotti di dinamite recapitati con precisione chirurgica grazie alla sua micidiale balestra. Dopo il conteggio dei soldi da riscuotere, mentre espleta le formalità di rito, ecco arrivare in paese un tizio tutto trafelato che lo prega di recarsi con urgenza a Dallas per un altro lavoro impellente. Pattuito il compenso il nostro saluta e in groppa al cavallo vola verso il nuovo lavoro.
Diretto da Oscar Santaniello un illustre sconosciuto che si firma Oskar Faradine, anche se a detta di molti dietro c'è Joe D'Amato che firma il soggetto e la fotografia col suo vero nome di Aristide Massaccesi, il film vede protagonista il convincente Jeff Cameron (Giovanni Goffredo Scarciofolo) nei panni di un eccentrico ed efficiente cacciatore di taglie, alle prese con una trama ampiamente sfruttata come gli esterni della maremma laziale,cave ed escavatori compresi. Buoni gli interni degli Studi Elios.
Un Bounty killer a Trinità
Italia 1972
Regia: Oscar Santaniello
Musiche Vasili Kojucharov
con
Jeff Cameron: Alan Boyd, il bounty killer
Enzo Pulcrano: Sancho (accreditato Paul McCren)
Calogero Caruana: Paco (accreditato Ted Jones)
Antonio Cantafora: Pizarro
Attilio Dottesio: l'avvocato
Amerigo Castrighella: scagnozzo
Carla Mancini: Annie, la ragazza del saloon
Silvio Klein: lo sceriffo
e con
Pat Minar
Emanuele Seguino
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