La prigioniera del Sudan
N el 1940 la Francia stava combattendo una guerra per la sopravvivenza. Disperatamente la nazione chiamò le sue legioni dalle sue colonie per arginare la minaccia. Nel Sudan Francese i ribelli Tuareg colsero l'occasione per attaccare approfittando della situazione ...
e all'avamposto di Timbuktu nel Mali è giunto il Colonnello Charles Dufort, con sua moglie Natalie al seguito, per tentare di arginare la minaccia dei ribelli Tuareg che con le loro continue incursioni stanno decimando un esercito ormai ridotto all'osso, perché in patria hanno bisogno di ognuno in grado di maneggiare un'arma. Si ritiene che a capo della rivolta vi sia l'imam Mohamed Adani, sparito dalla circolazione e presumibilmente nascosto da qualche parte nel deserto. In realtà chi tiene le fila a proprio vantaggio è l'Emiro Bhaki, conosciuto come il Leone del Deserto e considerato da sempre ottimo alleato dei francesi. Costui invece tiene in ostaggio il vecchio imam, da tutti considerato un santone, col quale intende sollevare anche il popolo in una ribellione che lo vedrà trionfare fino alla costa del Mediterraneo coinvolgendone anche quegli stati. Il vecchio, uomo di pace, preferisce farsi uccidere piuttosto che esserne complice e per questo l'Emiro lo tiene prigioniero contando col tempo di fargli cambiare idea. Con lui interagisce un avventuriero americano, Mike Conway, in apparenza senza scrupoli, che commercia con i ribelli fornendo loro armi. Il suo principale scopo è quello di far quattrini, ma l'incontro con Natalie, la bella moglie del colonnello, gli fa scegliere la parte occidentale della questione. Inizia così un doppio gioco al quale partecipa anche la moglie del colonnello che ha un debole per Mike ed è incoraggiata in tal senso anche da suo marito per dare ad intendere che questa tresca convinca l'Emiro circa la bontà del loro tradimento. Se quell'uomo che gli sta vendendo armi è anche in segreto amante della moglie del comandante la guarnigione, non può che esserne come lui nemico. Questo pensa l'Emiro e la libertà che ha Mike di muoversi nel suo campo gli consente di liberare con un colpo di mano il vecchio santone e nasconderlo, prima che, scoperto, venga fatto prigioniero e torturato per rivelare il luogo dove ha condotto il vecchio. Ma nottetempo il colonnello Dufort, dimostrando a sua moglie insospettabile coraggio, travestito da beduino, si introduce nella tenda dove è tenuto Mike e lo libera. Insieme poi si uniscono agli altri senza destare sospetti e guidando uno dei carri, quello dove è nascosto il vecchio, entrano a Timbuktu dove con un colpo di mano finale riescono a far salire il sant'uomo sul minareto per arringare la folla a non unirsi ai rivoltosi preferendo ad essi la pace. L'Emiro cerca di fermarlo ma Mike e il colonnello appostati sulle scale eliminano quanti si affacciano vanamente finché la rivolta viene sedata con l'arrivo dell'unico contingente francese rimasto nei paraggi. Il colonnello è stato ferito mortalmente e Natalie non può che constatarne tristemente la morte anche se è subito pronta a iniziare una nuova vita con quell'indomito americano che le ha strappato il cuore. Insieme a cavallo si lasciano alle spalle Timbuktu accompagnati dai crediti finali.
Diretto con mestiere dal prolifico Jacques Tourneur si avvale di un cast di tutto rispetto, con la coppia protagonista, Mature - De Carlo, sorretta da una trama efficace e comprimari di valore, il tutto filmato in esterno nelle sabbie di Kanab, nello Utah, a rendere efficacemente l'impressione di trovarsi per l'appunto in Africa.
Timbuktu
Stati Uniti 1959
Regia: Jacques Tourneur
Musiche Gerald Fried
con
Victor Mature: Mike Conway
Yvonne De Carlo: Natalie Dufort
George Dolenz: Col. Charles Dufort
John Dehner: Emiro Bhaki - il Leone del Deserto
Marcia Henderson: Jeanne Marat
Robert Clarke: Capitano Girard
James Foxx: Tenente Victor Marat
Paul Wexler: Suleyman
non accreditato
Leonard Mudie: Mohamed Adani
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