Non aspettare Django, spara!
M r. Foster di ritorno dalla vendita di una mandria di cavalli che gli ha fruttato 100 mila dollari, viene intercettato dagli uomini di Navarro. Costui è al servizio di Don Alvarez, l'acquirente, che si dice insoddisfatto e rivuole i soldi indietro. Un pretesto per uccidere il vecchio e la sua scorta e rubargli l'incasso. Giorni dopo al ranch dei Foster giunge Django accolto dalla sorella Mary disperata per quanto successo al loro povero padre e nonostante venga dissuaso dall'agire in cerca di vendetta, l'uomo rimonta a cavallo e punta dritto da Alvarez per regolare i conti, per nulla intimorito di doversela vedere con decine di scagnozzi. Navarro intanto è infuriato con suo figlio reo di essere scappato con i centomila dollari e ordina ai suoi di scovarlo e ucciderlo senza pietà. Django ne incontra alcuni e li elimina facilmente, facendosi rivelare dove era diretto Navarro. Raggiunto il resto della banda in un villaggio si trova in mezzo ad una esecuzione in massa dei poveri abitanti rei di aver ucciso il figlio di Navarro e rubato i soldi che aveva con sé. Django interviene e nello scontro a fuoco li elimina tutti spalleggiato da uno strano individuo, il messicano Barrica. Costui rivela di sapere dove sono i soldi e chi li ha presi, un certo Greg che è rintanato in una posada del villaggio con una donna. Temendo di essere scoperto, affida il denaro alla donna pensando che non avrebbe destato sospetti allontanandosi dal villaggio. Ma si sbaglia e sfidato da Django, nonostante sia un pistolero di fama, viene ucciso. Poco dopo tocca la stessa sorte anche ad altri uomini di Don Alvarez mandati invano a sbarrargli la strada al punto che l'uomo ingaggia il temibile Hondo, un sicario senza scrupoli che interviene con i suoi uomini. Questi si rende ben presto conto che il lavoro affidatogli gli può costare molto in vite e chiede un sostanzioso aumento al suo datore di lavoro e visto il netto rifiuto di Don Alvarez lo uccide senza pensarci troppo. E' lui adesso a prendere decisamente in mano la situazione e per convincere Django a portargli il denaro gli fa rapire la sorella costringendolo a presentarsi al ranch che fu di Alvarez. Qui disarmato è costretto a consegnare la borsa col denaro e quando sembra per lui non esserci più niente da fare, ecco giungere il provvidenziale Barrica che a cassetta di un carro si lancia all'impazzata contro Hondo e i suoi. Getta una colt a Django e insieme falciano tutti gli uomini di Hondo, che per ultimo tenta disperatamente di battersi a duello venendo crivellato sulle scale di casa a conclusione di un discreto esempio del genere spaghetti assai in voga in quegli anni.
Edoardo Mulargia che si firma prudentemente Edward G. Muller, hai visto mai, dirige i fratelli Rassimov - Ivan con lo pseudo di Sean Todd – in un western convenzionale ma al tempo stesso solido e scorrevole. Molte sparatorie con lavoro straordinario per il becchino che prima di quella corposa finale, aveva contato e seppellito ben 34 cadaveri senza ricevere, a suo dire, il becco di un quattrino. Voglio sperare che il regista alla fine lo abbia pagato.
Django, spara!
Italia 1967
Regia: Edoardo Mulargia
Musiche Felice Di Stefano
con
Ivan Rassimov: Django Foster (accreditato Sean Todd)
Ignazio Spalla: Barrica (accreditato Pedro Sanchez)
Rada Rassimov: Mary Foster
Gino Buzzanca: Don Alvarez
Vincenzo Musolino: Hondo (accreditato Bill Jackson)
Franco Pesce: il becchino
César Ojinaga: Navarro
Celso Faria: Gray
Marisa Traversi: Judy
Alfredo Rizzo: Nico
Giovanni Sabbatini: scagnozzo
Armando Guarnieri: Dan
Giovanni Ivan Scratuglia: scagnozzo di Alvarez
non accreditati
Remo Capitani: scagnozzo messicano
Dino Strano: Johnny
Amerigo Castrighella: Barrett
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