Il disco volante
C arpeneto Veneto è in subbuglio per l'avvistamento da parte di diversi abitanti di quello che a tutti è sembrato un disco volante. Il brigadiere Vincenzo Berruti, della locale caserma dei Carabinieri indaga sui fatti aiutato da rinforzi inviati sul posto, come del resto han fatto in massa giornali e TV che stanno setacciando l'intera zona intervistando la gente a caccia di scoop. Ma mentre qualcuno racconta altri sembrano restii a farlo e il medico condotto del paese attribuisce il tutto a fantasticherie di gente ignorante e superstiziosa. Tra questi, compreso ovviamente il brigadiere, c'è il parroco Don Giuseppe che è famoso per alzare il gomito nelle cantine che frequenta proprio per avvicinare quei fedeli, a suo dire, che non lo vanno a trovare in chiesa. Poi c'è il Rag. Dario Marsicano, impiegato delle poste e telegrafi che se la vede di nascosto con la moglie del sindaco e proprio durante un incontro amoroso notturno si imbatte nel disco volante, finendo poi per essere ricoverato in stato di shock nel locale ospedale psichiatrico. Il Conte Momi Crosara, rampollo di un'antica famiglia nobile locale, insano di mente al pari di sua madre, aveva cercato di comprare un marziano catturato da Vittoria, una contadina del posto, vedova con sette figli da mantenere, che glielo aveva venduto. In cambio era stata denunciata per circonvenzione di incapace dall'arcigna contessa madre e il marziano era finito in un pozzo come tanti altri malcapitati invisi alla risoluta donna. Quando il figlio, Conte Momi Crosara, stanco della sua pesante figura l'aveva gettata a sua volta nel pozzo non gli restava che presentarsi di sua sponte in manicomio, dove finalmente aveva trovato la serenità e la pace mai provate finora in vita sua. Anche Don Giuseppe che si era imbattuto nel disco volante aveva confessato la cosa al suo vescovo che avvertito dello stato pietoso in cui versava il suo sacerdote dedito all'alcool, lo aveva subito fatto internare nel medesimo nosocomio dove si cercava di curali con dosi giornaliere di elettroshock. Il brigadiere che fino alla fine aveva cercato prove concrete, finisce per imbattersi a sua volta nello strano velivolo, riuscendo perfino a salirvi a bordo per ricevere dagli occupanti il loro messaggio da divulgare all'umanità Purtroppo per lui è finito al pari degli altri al manicomio ma nonostante 4 anni di torture come, egli stesso afferma, non sono ancora riusciti a fargli cambiare idea sull'incontro ravvicinato con quegli alieni, per cui invita chiunque abbia avuto la sua stessa esperienza a scrivergli all'indirizzo:
ex brigadiere
Vincenzo Berruti
manicomio di Sant'Ubaldo
provincia di Treviso
Reparto Dischi Volanti
Tinto Brass mette in scena una commedia satirica sulla sua terra natia, una provincia veneta dalle mille sfaccettature. Ricca, conservatrice, pruriginosa, arguta e bigotta come negli anni a venire avrà modo di mostrarsi ancora al cinema. Con un Alberto Sordi mattatore e negli anni d'oro della sua carriera, capace di dar vita a ben quattro personaggi dalle diverse personalità e sorretto da un cast importante, il film, poco noto, è senz'altro da annoverare tra le commedie migliori del cinema italiano di sempre. Da vedere e riscoprire.
Italia 1964
Regia: Tinto Brass
Musiche Piero Piccioni
con
Alberto Sordi: Vincenzo Berruti / Rag. Dario Marsicano / Don Giuseppe / Conte Momi Crosara
Silvana Mangano: Vittoria, la contadina
Monica Vitti: Dolores, la moglie del sindaco
Eleonora Rossi Drago: Clelia
Gianluigi Crescenzi: Fantuzzi
Alberto Fogliani: sindaco
Liana Del Balzo: madre di Dolores
Carlo Mazzarella: cronista
Lello Bersani: cronista
Graziella Polesinanti: Contessa Crosara
Guido Celano: cognato di Vittoria
Lars Bloch: fisico
Piero Morgia: appuntato
Albino Principe: il vescovo
Commenti
Posta un commento
i vostri commenti sono molto apprezzati