Coriolano eroe senza patria
A fflitta da una grave carestia, Roma è preda di una lotta intestina tra Patrizi e Plebei. Questi ultimi con il loro tribuno Sicinio hanno in animo di rivoltarsi ignari che costui trama per proprie mire personali di potere, alleandosi in gran segreto con i Volsci di Re Aufidio. Questi hanno intercettato, su imbeccata di Sicinio, l'unico carico di grano proveniente da Capua e indispensabile per sfamare Roma. Caio Marzio, valoroso condottiero, con un gruppo esiguo di cavalieri riesce a recuperare il frumento e scoprire il mandante che allora solleva astutamente le Plebe minacciando una guerra fratricida. Caio Marzio costretto ad affrontare con il console Cominio le avanguardie dei Volsci, ha conquistato Coroli facendo così ritorno a Roma. Soprannominato Coriolano per la sua impresa, riesce con l'aiuto di Menenio Agrippa che userà la sua famosa arringa, a far rientrare la protesta del popolo, riunendolo sotto le comuni insegne per fronteggiare il nemico alle porte. Ma Sicinio è ancora ben determinato a seguire il suo piano e già si è accordato col Re Aufidio che le sue centurie al momento opportuno non lo combatteranno, bensì batteranno in ritirata, oltre a rivelare al nemico le strategie degli altri comandanti. Poi, visto che il Senato intende nominare Console Coriolano nonostante egli sia piuttosto riluttante, Sicinio lo accusa di mirare alla dittatura, cosa che vede in Coriolano una violenta reazione tale da cercare di ucciderlo. Questo è considerato un crimine e l'uomo viene esiliato nonostante il suo provato valore e fedeltà a Roma. Sdegnato per l'ingratitudine mostrata dal suo popolo, Coriolano si offre ai Volsci per aiutarli nella conquista di Roma e per farla pagare a Sicinio. Ma quando è alle porte della città e gli vengono incontro i suoi familiari implorandolo di desistere dai suoi propositi, l'uomo cessa ogni ostilità e stipula una pace duratura in Senato, davanti al quale svelerà le sordide macchinazioni di Sicinio affrontandolo a duello dove tuttavia verrà ucciso dai suoi ex compagni preoccupati di venire smascherati ora che tutto è saltato. Con i suoi cari Coriolano lascia per sempre la città eterna e ... Roma non vide mai uscire dalle sue porte un uomo più nobile di Caio Marzio che la Storia chiamerà Coriolano.
Nel genere peplum si colloca questo ennesimo film di Giorgio Ferroni con protagonisti in voga nel periodo, ad iniziare da Gordon Scott, pluri interprete di eroi mitologici prodotti in quegli anni a Cinecittà. Tante scene di massa e battaglie a compendio di una storia romanzata e in gran parte adattata per il grande schermo.
Coriolano eroe senza patria
Italia, Francia 1964
Regia: Giorgio Ferroni
Musiche Carlo Rustichelli
con
Gordon Scott: Caio Marzio detto Coriolano
Alberto Lupo: Sicinio
Lilla Brignone: Volumnia
Philippe Hersent: Console Cominio
Rosalba Neri: Virginia
Aldo Bufi Landi: Marco
Angela Minervini: Livia
Pierre Cressoy: Re Aufidio
Gaetano Quartararo: Giunio Bruto
Nerio Bernardi: Menenio Agrippa
Tullio Altamura: Consigliere
Valerio Tordi: Tullio
Piero Pastore: Furio
e con non accreditati ma riconoscibili
Nello Pazzafini
Fortunato Arena
Sal Borgese
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