Una nave tutta matta
N onostante si trovi a stazionare nel Pacifico a ben 8000 miglia lontano dalla zona calda del secondo conflitto mondiale, il Capitano Morton mantiene una ferrea disciplina a bordo della sua nave avente compito di piccoli approvvigionamenti con basi aeree e navali dislocate nelle retrovie. Più che una nave è considerata una "secchia" o peggio una "battàna" dai marinai e ufficiali che ne compongono l'equipaggio e tra questi ultimi, il guardiamarina Pulver e Doc, l'ufficiale medico, cercano in ogni modo di alleviare il malcontento che serpeggia a bordo, cercando ogni mezzo per allentare la tensione, comprese bisboccia e bevute tenute nascoste al burbero comandante. La situazione rischia di precipitare quando Morton nega un permesso al marconista Bruno di recarsi a casa per il funerale della figlioletta morta in un incidente. Questi in una notte, mentre infuria la tempesta, affronta a muso duro il comandante che cade fuori bordo mentre Pulver riesce a calmarlo e farlo portare in infermeria per poi accorgersi, solo sulla nave, che Morton è in mare tra i flutti. Il rumore della tempesta fa si che nessuno oda le sue invocazioni d'aiuto, al punto che sganciato un canotto di salvataggio, si getta in mare per aiutarlo. L'equipaggio si accorge solo l'indomani della loro assenza e il comando viene affidato al secondo in carica, mentre i due naufraghi iniziano la loro avventura a bordo di uno stretto canotto che metterà a dura prova i loro caratteri, facendo tuttavia conoscere a Pulver insospettate qualità in quell'uomo e i motivi reconditi che lo hanno reso così duro ed inflessibile. Mentre i due cercano di sopravvivere a bordo si festeggia alla grande senza regole e disciplina perché quando non c'è il gatto i topi ballano. Tuttavia le ricerche continuano e i due naufraghi riescono a contattare la nave una volta approdati su di un’ isola dove è stato predisposto un rudimentale collegamento radio. Morton è in pieno attacco di appendicite che può portare ad una peritonite mortale, così si rende necessaria un'operazione che Pulver esegue alla grande guidato via radio dal dottore di bordo, dopo aver sbronzato il paziente con una pestifera pozione preparata da alcuni indigeni. Recuperati e dopo un lungo periodo di convalescenza, i due possono rientrare a bordo dove Morton si ripresenterà più coriaceo di prima per poi lasciare la nave definitivamente per concludere la sua carriera al Comando Navale. Lui non può cambiare, Pulver lo sa bene, ma sa anche che questo è il suo singolare modo per ringraziare l'equipaggio a cui deve la vita.
Commedia divertente a tratti ma di modesta fattura, a dispetto di un cast con ottimi interpreti e diversi giovani attori a farsi le ossa per importanti traguardi che raggiungeranno al cinema e alla TV.
Ensign Pulver
USA 1964
Regia: Joshua Logan
Musiche George Duning
con
Robert Walker Jr.: Guardiamarina Frank Pulver
Burl Ives: Capitano Morton
Walter Matthau: Doc
Tommy Sands: Bruno
Millie Perkins: Scotty
Kay Medford: capo infermiera
Larry Hagman: Billings
Peter Marshall: Carney
Jack Nicholson: Yeoman Dolan
Joseph Marr: Dowdy
Gerald S. O'Loughlin: LaSueur
Diana Sands: Mila
Al Freeman Jr.: Taru
Robert Matek: Stretch
James Farentino: Insigna
James Coco: Skouras
Don Dorrell: Payne
Richard Gautier: Stefanowski
George Lindsey: Lindstrom
Sal Papa: Gabrowski
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