Le vergini di Roma
N ell'anno 476 dalla sua fondazione la giovane Repubblica Romana combatteva per l'indipendenza ed era in lotta contro la coalizione formata da: Porsenna capo degli Etruschi, Stravos capo dei mercanti greci, Drusco capo di un'orda di barbari. Comandati da Orazio Coclite i Romani si apprestavano a combattere un'ultima battaglia sul ponte Sublicio ...
Ma in inferiorità numerica soccombono nonostante una strenua difesa sul ponte che viene abbattuto per consentire a Roma di riorganizzarsi. Viene chiesta una tregua ed è costretta, oltre a una grossa somma d'oro, a dare ostaggi agli assedianti che pretendono le guerriere comandate da Clelia piuttosto che i vecchi proposti da Roma seppur facenti parte della ricca borghesia cittadina. Drusco, il capo dei barbari, si occuperà di loro garantendone la sicurezza personale, dopo averle relegate in un luogo fortificato per proteggerle dalle mira di una truppa variegata e naturalmente vogliosa di approfittarne. Clelia è tuttavia amazzone indomita e tenta di rubare armi al campo per poter difendersi in caso di pericolo, causando scompiglio e rischiando di venire decapitata se non intervenisse in sua difesa Drusco. Tra i due è amore e quando lui è costretto a lasciare il campo su ordine di Porsenna, per aver messo in discussione il suo potere, la situazione precipita. Aizzati da Stravos che odia Roma e detesta la tregua, preferendo distruggerla ora che è in difficoltà, i soldati fatti ubriacare di proposito tentano di penetrare nel campo fortificato delle prigioniere a stento trattenuti da altri. E' l'occasione per tentare la fuga e Clelia ne approfitta portando in salvo le amazzoni al di là del fiume raggiungendo Roma. Per Porsenna è finita la tregua e ordina l'attacco strenuamente contrastato dai Romani che con Clelia tentano una sortita alle spalle del nemico, passando per la cloaca massima. Un diversivo che sulle prime disorienta gli assedianti che si vedono distruggere molte macchine da guerra, ma Clelia sarebbe spazzata via dal loro contrattacco se non intervenisse, per l'ennesima volta in sua difesa, Drusco e i suoi barbari tornati indietro a porsi tra i due schieramenti. Porsenna capisce che quel gesto significa fine delle ostilità senza vinti né vincitori e preludio ad una pace duratura e costruttiva, ponendo fine alla guerra. Drusco e Clelia possono sposarsi e coronare il loro sogno d'amore in una Roma festante.
Fantasiosa rivisitazione di pagine di storia romana, dove buoni interpreti alle prese con pochi mezzi ma tanta voglia di fare, riescono a rendere accettabile un prodotto mediocre. Un giovanissimo Corrado Pani è Muzio Scevola che non dice la fatidica frase imparata a suo tempo sui libri di scuola: "questa mano ha sbagliato e io la punisco", ma lo fa vedere e intendere nella breve sua apparizione. Parimenti Michel Piccoli è ancora lungi dal diventare quel mostro sacro del cinema impegnato che tutti conosciamo, relegato in un ruolo marginale per lasciare la ribalta all'ottimo Louis Jourdan, scomparso di recente e forse un po' troppo "guascone" come barbaro. Bella e leggiadra Sylvia Syms perfetta nel ruolo dell'eroina Clelia e in netto contrasto con la bellezza e perfidia di Lucilla impersonata da Nicole Courcel.
Le vergini di Roma
Italia, Francia, Jugoslavia 1961
Regia: Vittorio Cottafavi, Carlo Ludovico Bragaglia
Musiche Marcel Landowski
con
Louis Jourdan: Drusco
Sylvia Syms: Clelia
Jean Chevrier: Porsenna
Nicole Courcel: Lucilla
Ettore Manni: Orazio Coclite
Nicolas Vogel: Rasmal
Paola Falchi: Aurelia
Renaud Mary: Stravos
Michel Piccoli: Console Publicola
Carlo Giustini: Bruto
Corrado Pani: Muzio Scevola
Maria Luisa Rolando: donna Romana
Andrej Gardenin: Fencer
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