Amore e guerra
Straordinaria riscoperta di un film che da tempo non vedevo. Una vera e propria esplosione di comicità dall'inizio alla fine e non tanto per le gags, parecchie, quanto per i dialoghi geniali che Woody Allen sa alimentare da par suo ben coadiuvato da Sonja (Diane Keaton) che a un certo punto del film in presenza di Napoleone raggiunge col terzetto una apoteosi di non-sense e battute incalzanti degne del miglior Groucho Marx. Fin dall'inizio si capisce che la risata irrefrenabile la farà da padrona e ci vorrà un fazzoletto per la lacrimazione oculare. Lui, Boris Grushenko, è il terzo, sfigatissimo e codardo fratello di ben altri forti e spavaldi ed è innamorato della cugina Sonja la quale è una sorta di intellettuale a metà tra la santa e la vacca e lui le fa subito capire che delle due preferisce la produttrice di latte. I dialoghi tra i due son così ben studiati da attirare lo spettatore in una serie di problematiche filosofiche ed etiche che l'occhialuto sa smontare e portare nei ranghi del vissuto quotidiano con sarcasmo ed ironia unici, direi veri e propri marchi di fabbrica del genio newyorkese. Ma ecco che arriva Napoleone e anche lui, pur se riluttante al massimo e spinto dalla ferrea madre è costretto ad arruolarsi coi fratelli per contrastare l'avanzata francese in Austria. Per una serie di fortunati e comici eventi lui ritorna da vincitore e viene pure decorato mentre ...
Mio fratello Ivan non fu così fortunato. Diventò un caduto: fu ucciso a baionettate da un obiettore di coscienza svizzero.
Nel frattempo Sonja che si era sposata con un onesto e cornutissimo commerciante di aringhe è rimasta vedova quando l'uomo aveva provato a difendere il suo onore in duello nonostante fosse risaputo da tutti che lei era una mangiatrice di uomini. Stessa cosa si accinge a fare Boris con l'amante geloso della focosissima contessa Alexandrovna e confida che la bella Sonja voglia adesso sposarlo. Lei sapendo della fama di formidabile tiratore del suo avversario accetta ben volentieri ma la sorte è benigna con lui e lei, viceversa, costretta a sposarlo e con la testolina che le frulla fin dall'inizio del film si trincera dietro ad un rapporto freddissimo che per mantenerlo tale la vede anche preparare gustosissimi piatti a base di neve. Che lui peraltro sembra apprezzare molto e proprio questa sua pazienza e tenacia, condite sempre con dialoghi magistrali, ottengono col tempo di ricucire il rapporto. Ma quando sembrano finalmente felici insieme, Napoleone irrompe in Russia e lei non vuol saperne di fuggire come suggerisce lui, anzi escogita un piano per assassinare l'Imperatore. Piano che prevede, con lui sempre contrario, di prendere il posto di una coppia di diplomatici spagnoli in visita ufficiale e una volta ricevuti da Napoleone di ammazzarlo. Lei lo circuisce e di notte lo riceve in camera da letto ma Boris non se la sente di farlo, troppi freni morali gli impediscono di uccidere una persona che peraltro è un sosia dell'Imperatore e che viene ucciso per errore dalle guardie intervenute per il trambusto causato dall'imbranato Boris. Sonja riesce a fuggire mentre lui viene imprigionato e tra considerazioni filosofiche esilaranti riceve la visita dell'Angelo che gli confida che verrà graziato. Ma sfigato com'è verrà fucilato sul serio e lo vedremo, dopo un saluto da fantasma alla sua Sonja, danzare saltellando dietro alla Morte dove ogni riferimento al Settimo Sigillo di Bergman è semplicemente ... voluto. E nel mentre la scritta The End appare in basso sul lato destro dello schermo a suggellare un capolavoro di intelligenza comica assoluto.
Mio fratello Ivan non fu così fortunato. Diventò un caduto: fu ucciso a baionettate da un obiettore di coscienza svizzero.
Nel frattempo Sonja che si era sposata con un onesto e cornutissimo commerciante di aringhe è rimasta vedova quando l'uomo aveva provato a difendere il suo onore in duello nonostante fosse risaputo da tutti che lei era una mangiatrice di uomini. Stessa cosa si accinge a fare Boris con l'amante geloso della focosissima contessa Alexandrovna e confida che la bella Sonja voglia adesso sposarlo. Lei sapendo della fama di formidabile tiratore del suo avversario accetta ben volentieri ma la sorte è benigna con lui e lei, viceversa, costretta a sposarlo e con la testolina che le frulla fin dall'inizio del film si trincera dietro ad un rapporto freddissimo che per mantenerlo tale la vede anche preparare gustosissimi piatti a base di neve. Che lui peraltro sembra apprezzare molto e proprio questa sua pazienza e tenacia, condite sempre con dialoghi magistrali, ottengono col tempo di ricucire il rapporto. Ma quando sembrano finalmente felici insieme, Napoleone irrompe in Russia e lei non vuol saperne di fuggire come suggerisce lui, anzi escogita un piano per assassinare l'Imperatore. Piano che prevede, con lui sempre contrario, di prendere il posto di una coppia di diplomatici spagnoli in visita ufficiale e una volta ricevuti da Napoleone di ammazzarlo. Lei lo circuisce e di notte lo riceve in camera da letto ma Boris non se la sente di farlo, troppi freni morali gli impediscono di uccidere una persona che peraltro è un sosia dell'Imperatore e che viene ucciso per errore dalle guardie intervenute per il trambusto causato dall'imbranato Boris. Sonja riesce a fuggire mentre lui viene imprigionato e tra considerazioni filosofiche esilaranti riceve la visita dell'Angelo che gli confida che verrà graziato. Ma sfigato com'è verrà fucilato sul serio e lo vedremo, dopo un saluto da fantasma alla sua Sonja, danzare saltellando dietro alla Morte dove ogni riferimento al Settimo Sigillo di Bergman è semplicemente ... voluto. E nel mentre la scritta The End appare in basso sul lato destro dello schermo a suggellare un capolavoro di intelligenza comica assoluto.
Amore e Guerra
Love and Death 1975
Regia,Soggetto e Sceneggiatura: Woody Allen
con
Woody Allen: Boris Grushenko
Diane Keaton: Sonja
Georges Adet: Il vecchio Nehamkin
Harry Hankin: Zio Sasha
Jessica Harper: Natasha
Domattina alle sei verrò giustiziato per un crimine che non ho commesso. Dovevo essere giustiziato alle cinque ma ho un avvocato in gamba.
RispondiEliminaCrebbi e divenni uomo, uomo fatto. Veramente, misuravo un metro e sessantadue. Il che non è, tecnicamente, quel che in Russia si intende per "uomo fatto" però, puoi ancora avere dei beni al sole. Sopra 1,60 puoi essere proprietario terriero. Sotto 1,60 ti ci vuole un permesso speciale dello Zar.
RispondiElimina;-))
Il sesso è stata la cosa più divertente che ho fatto senza ridere
RispondiEliminaa) Socrate è un uomo
RispondiEliminab) tutti gli uomini sono mortali
c) tutti gli uomini sono Socrate, quindi tutti gli uomini sono omosessuali.
arriva Napoleone si salvi chi può .........
RispondiEliminaBruciamo le cibarie, che non le trovino i francesi! Il guaio sarà bruciare il brodo!
Un film davvero molto divertente inserito in una cornice di densa serietà e riflessione filosofica. Certo la satira di Allen spesso non è di facile comprensione, si deve partire dal presupposto che niente è fatto casualmente. In particolare in questo film ci sono numerosi riferimenti a grandi capolavori del cinema. Celebre la frase:"Poteva andare peggio" "Beh, poteva piovere" tratto dal mitico Frankenstein Junior di Mel Brooks. Numerosi i riferimenti al mito Ingmar Bergman, che Allen riprende spesso nei propri film e osanna come riferimento cinematografico nelle interviste. Fantastico il finale introdotto dal comico monologo (tipico dei suoi film), forse la più bella scena del film sia dal punto di vista scenografico che filosofico (il lungo fiume con gli alberi spogli, l'incontro degli elementi terra,aria,acqua, i due colori del cielo e la danza ad inseguire la morte, una danza che vuol forse essere la nostra vita cercando di ironizzare con ammirazione su "il settimo sigillo"). In realtà già dal titolo si capisce che Allen ha voluto ironizzare su temi che da sempre turbano l'animo dell'uomo "Amore e Guerra" tratto dal romanzo "Guerra e Pace" di Lev Tolstoj.
RispondiEliminaCONSIGLIATO