I due marescialli
V ittorio Cotone, maresciallo dei carabinieri in transito sul treno alla stazione di Scalitto, sorprende il ladruncolo Antonio Capurro, peraltro già noto a lui, a rubare bagagli travestito da prete. Non fa in tempo ad arrestarlo che la stazione viene bombardata dagli Alleati. Siamo alla vigilia dell' 8 settembre 1943 e l'armistizio proclamato da Badoglio mette in seri guai gli appartenenti all'arma dei Carabinieri per via del loro giuramento di fedeltà al Re, colpevole, per i fascisti e i tedeschi, di alto tradimento. Ma Vittorio Cotone si è risvegliato nella sagrestia di Don Nicola dove è stato trasportato dopo essere stato rinvenuto senza sensi sotto le macerie della stazione con l'abito talare. La divisa gliel'ha rubata Capurro che si è scambiato di abito approfittando della confusione e dello svenimento del maresciallo. Solo che è lui adesso ad essere in pericolo dopo che il tenente Kessler lo ha sorpreso in divisa in un casolare di campagna. Rischia la fucilazione a meno che non abiuri e collabori con la nuova giunta al potere. Niente di più facile per un falso maresciallo prestarsi a collaborare invece di finire anzitempo la propria esistenza. Al tenente fa comodo un carabiniere che tenga l'ordine senza essere inviso alla popolazione come sta accadendo a loro e ai miliziani fascisti del podestà Pennica, il quale non può che protestare ma ubbidire alla fine al volere dei tedeschi. Intanto il maresciallo vero, scambiato per un sacerdote, ha confessato la sua vera identità a Don Nicola che ha anche un'ebrea, un partigiano e un americano da nascondere, pregandolo di continuare a fingere per il suo bene anche nelle situazioni più grottesche che gli capiteranno di lì a breve, quando spinto dalla curiosità conoscerà quello strano maresciallo che porta addirittura il suo nome. Dovrà fingere e stare al gioco per proteggere la popolazione e la resistenza in vista dell'imminente arrivo alleato da poco sbarcato a Salerno. In un crescendo di situazioni altamente divertenti ancorché di grande tensione emotiva, il finto maresciallo verrà scoperto e condotto via per la fucilazione sul camion che vede la ritirata dei nazi-fascisti. A nulla vale l'estremo tentativo del vero maresciallo di denunciarsi al risoluto tenente comandante della piazzaforte. Passano gli anni e il povero Maresciallo Cotone è ancora alla vana ricerca di notizie di quel ladruncolo che gli ha straziato il cuore col suo coraggio, anzi quella divisa portata da lui indegnamente lo aveva redento e con essa andava fiero e felice incontro alla morte “La maggiore soddisfazione per un ladro è quella di morire da maresciallo dei carabinieri”.. Questo tormenta il povero maresciallo ormai in pensione mentre ripercorre i luoghi dove per l'ultima volta lo vide: la medesima stazione ferroviaria di Scalitto. Non ha prestato attenzione alle valigie ma si accorge che ne manca una e nei paraggi si aggira un frate domenicano. Si affretta verso di lui ma questi se ne scappa e inizia un inseguimento che vede il povero maresciallo tutto trafelato fermarsi e imprecare verso quel fetentone che non può essere che il suo Antonio Capurro.
Divertente scambio dei ruoli per una coppia di consumati attori protagonisti assoluti della storia del cinema italiano e che è sempre un piacere immenso rivederli in azione.
I due marescialli
Italia 1961
Regia: Sergio Corbucci
Musiche Piero Piccioni
con
Totò: Antonio Capurro
Vittorio De Sica: maresciallo Vittorio Cotone
Roland Bartrop: tenente Kessler
Gianni Agus: podestà Achille Pennica
Arturo Bragaglia: don Nicola
Franco Giacobini: Basilio Meneghetti
Olimpia Cavalli: Immacolata di Rosa
Mario Laurentino: medico
Riccardo Olivieri: Carlo
Inger Milton: Lia
Elvy Lissiak: Vanda
Bruno Corelli: avvocato Benegatti
Mimmo Poli: Postino
Mario De Simone: il tizio derubato alla stazione
Mario Castellani: ladro
Edgardo Siroli: miliziano
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