Il bravo di Venezia
M arco Fuser è ricercato nel territorio della Serenissima come bandito, incendiario, assassino ed eretico. Suo figlio Guido, un bravo ragazzo e buon pittore alla scuola del Veronese, lo crede un ricco commerciante che sovente gli manda i denari per vivere agiatamente. Marco vuole chiudere col banditaggio e nottetempo si reca a Venezia dove versa 5 mila pezzi d'oro nel banco di mastro Zaccaria al quale ordina di pagare gli interessi a chi gli presenterà la metà della medaglia che gli consegna. L'altra metà la porta lui stesso a suo figlio, spiegandogli che dovrà partire per la Germania e starà fuori per lungo tempo, ma lui ha di che vivere per il resto della vita con i soldi versati a suo nome. Il giovane guarda caso è innamorato proprio della nipote di Zaccaria, la giovane Alina a sua volta nelle mire del nobile Alvise Guoro alto membro del Consiglio veneziano. Con lui ha incrociato la spada proprio nel giardino di Alina dove era solito incontrarla segretamente andando contro la volontà di suo zio che la preferiva in sposa al nobile Guoro. Questi, a mal partito nel duello, freme per potersi vendicare e l'occasione viene quando la notte stessa Marco Fuser, tradito da uno dei suoi, viene catturato dalle guardie mentre tentava di lasciare Venezia. Con la complicità del bieco mastro Zaccaria riesce ad incastrare suo figlio Guido del tutto ignaro della vera identità del padre. Per loro c'è la forca a meno che suo padre non accetti di assumere il ruolo di Bravo di Venezia, ovvero di assassino mascherato per conto dello stesso Consiglio dei Dieci che nell'ombra, come fatto un tempo, elimina suoi oppositori evitando il clamore di un processo pubblico. In cambio avrà salva la vita e quella di suo figlio che tuttavia sarà bandito da Venezia con il chiaro scopo di non intralciare le mire del nobile Alvise verso la giovane Alina. L'uomo è costretto ad accettare e dopo che la sua finta esecuzione è stata comunicata dagli araldi al popolo, inizia subito la sua opera di boia terrorizzando i Veneziani con le voci che parlano di un nuovo Bravo in giro di notte e nero vestito ad eseguir sentenze di morte. Quando però riceve l'ordine diretto da Alvise Duoro di uccidere il pittore Franco da Milano reo di averlo bastonato nei pressi della casa di Alina, le cose cambiano definitivamente. Franco, amico intimo di Guido e a bottega con lui dal Veronese, teneva i contatti per suo conto con Alina e stavano per portarla via da Guido a Torcello dove si sarebbero sposati. Quella notte Guido vuole essere presente a Venezia nonostante il divieto, ma a casa di Alina c'è il Bravo ad aspettarli con gli uomini di Alvise. La trappola riesce, nonostante l'estremo sacrificio del Bravo rivoltatosi contro Alvise, e Guido viene catturato. Per lui c'è il patibolo se non intervenisse lo stesso Veronese presso il Doge dopo che Franco ha raccontato tutto l'accaduto e il complotto del perfido Alvise Duoro. Questi smascherato pagherà caro il suo comportamento e Guido innocente verrà salvato in extremis sul patibolo. Riabilitato e con la fortuna che suo padre gli ha lasciato può finalmente sposarsi con Alina e vivere felice senza sapere che quell'uomo mascherato era suo padre.
Tra congiure, tradimenti e duelli si dipana questa bella storia testimone del periodo autarchico del nostro cinema, che nonostante tutto era in grado di produrre storie avvincenti e di grande impatto emotivo come in questo bel film. Emilio Cigoli, il più grande dei nostri doppiatori, è anche un ottimo co-protagonista interpretando il ruolo di un cattivo da consumato attore. Con lui una giovanissima coppia Rossano Brazzi e Valentina Cortese ad assicurare il lieto fine e l'apprezzamento del pubblico femminile con la loro storia di amore. Ma anche ottimi costumi e splendidi scenari veneziani che assicurano anche le cupe atmosfere notturne nelle quali agisce mascherato il sinistro Bravo.
Il bravo di Venezia
Italia 1941
Regia: Carlo Campogalliani
Musiche Umberto Mancini
con
Gustav Diessl: Marco Fuser, detto il "Bravo di Venezia"
Rossano Brazzi: Guido Fuser, suo figlio
Paola Barbara: Leonora
Valentina Cortese: Alina
Carlo Duse: mastro Zaccaria
Emilio Cigoli: Alvise Guoro
Giacomo Moschini: il Doge di Venezia
Erminio Spalla: Franco da Milano
Cesare Fantoni: Paolo Caliari, detto il Veronese
Giulio Paoli: Callisto
Romano Calò: l'Avogadore
Achille Majeroni: l'Inquisitore
Pina Gallini: la governante Clotilde
Giuseppe Pierozzi: il cerusico
Angelo Dessy: Matteo
Giulio Tempesti: Sergio
Emilio Petacci: un amico di Leonora
Alfredo Martinelli: il primo valletto di Alvise
Renato Malavasi: il secondo valletto di Alvise
Attilio Dottesio: un pittore
Giorgio Costantini: Gualtiero
Vera Furlan: Giulia
Cesare Polesello: Silvestro
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