Arrivano i titani
C admo re di Creta ha scoperto il segreto dell'invulnerabilità che lo ha reso folle e megalomane tanto da sfidare gli Dei e proclamarsi a sua volta Unico Dio di Creta. Non di meno la perfida Regina Ermione lo sprona e incita a governare dispoticamente stuzzicando ancor più il suo ego smisurato fino a fargli distruggere un intero quartiere per sostituirlo con sue statue giganti da adorare da una popolazione ormai ridotta allo stremo per le troppe tasse imposte. Giove infuriato dal sacrilego atteggiamento di Cadmo decide di inviare sulla Terra il più giovane dei Titani affinché lo porti al suo cospetto per essere giudicato e condannato. Crios è stato scelto per la sua intelligenza di gran lunga superiore ai fratelli anche se meno forte di loro. Il giovane riesce abilmente ad introdursi a corte e far valere l'antica profezia che vedeva il Re Cadmo perdere il suo regno se la figlia Antiope avesse mai conosciuto l'amore di un uomo. Per questo la giovane era stata cresciuta segregata e lontana dal mondo e a diciotto anni consacrata come sacerdotessa vergine del culto paterno. Del resto non avrebbe nemmeno potuto ucciderla perchè anche il suo cuore si sarebbe fermato con quello della giovane. E si sa che alle giovani spesso basta uno sguardo per innamorarsi e il colpo di fulmine tra i due scocca al primo furtivo incontro. Ermione si accorge della tresca e Cadmo fa confinare sua figlia nell'isola della Gorgona il cui sguardo pietrifica chiunque la incontri. Crios allora scende nel regno di Ade e gli ruba l'elmo dell'invisibilità col quale elimina la strega ma non riesce a liberare Antiope che ricondotta a Creta sta per essere sacrificata. A questo punto Giove libera anche i suoi fratelli, che con la loro forza prodigiosa riescono a prendere Creta e Crios ottiene anche alcuni fulmini da Efesto, gli stessi che fabbrica per Giove. Con l'ultimo rimasto e vista l'invulnerabilità di Cadmo, lo scaglia sotto ai suoi piedi e la voragine che si apre inghiotte per sempre Cadmo negli Inferi. Creta è di nuovo libera e Antiope salva, può sposare il suo eroe.
Simpatico e scanzonato esordio alla regia di Duccio Tessari che confeziona un prodotto divertente con un buon cast e tante scene di azione, battute e belle donne. Jacqueline Sassard è troppo acerba per competere con la straordinaria bellezza di Antonella Lualdi. Ottimo l'atletico Giuliano Gemma, perfettamente a suo agio in una parte tutta acrobazie e muscoli, unito al big hollywoodiano Pedro Armendariz e al mostro sacro Fernando Rey anche se in un ruolo minore. Non accreditato c'è pure un altro Fernando popolarissimo in Italia: Sancho.
Italia, Francia 1962
Regia: Duccio Tessari
Musiche: Carlo Rustichelli
con
Giuliano Gemma: Crios
Antonella Lualdi: Regina Ermione
Jacqueline Sassard: Antiope
Pedro Armendariz: Re Cadmo
Serge Nubret: Rator
Gerard Sety: Achille
Fernando Rey: Gran Sacerdote
Tanya Lopert: Licinia
Ingrid Schoeller: Emerate
Franco Lantieri: Tarete
Maria Luisa Rispoli: Marzia
Isarco Ravaioli: Centinela
Fernando Rey: Gran Sacerdote
Fernando Sancho: cortigiano
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