Giulio Cesare contro i pirati
S illa dopo aspre lotte interne è diventato Dittatore di Roma ed ha emanato le famigerate Liste di proscrizione per catturare ed eliminare tutti gli oppositori. Il giovane Cesare è tra questi e avvertito in tempo dal fido Publio, riesce a scappare con lui e il servo Frontone se pur braccato e ferito dai soldati che lo inseguono. Non gli resta che prendere il mare su una rudimentale zattera per evitare la cattura e quando sembrano destinati a morte certa, vengono raccolti da Edom nella sua nave e condotti dal Re di Bitinia Nicomede. Questi è fedele a Roma ma è anche consapevole della lotta intestina che la attanaglia e per evitare rappresaglie da Silla fa imbarcare Cesare e i suoi su di una nave diretta a Mileto dove il Governatore Valerio Torquato può garantirgli protezione e amicizia. Con loro c'è la giovane Quintilia, figlia di Valerio, di ritorno a Mileto dopo un soggiorno di studi ad Atene. Cesare ha ottenuto da Re Nicomede il rilascio di Plauzia, rapita da Edom e donna di Hamar il terribile pirata che infesta quei mari. Costui è intenzionato a riprenderla e desideroso di vendetta nei confronti della Bitinia, rea di aver violato l'accordo di non belligeranza tra di loro. Cesare l'ha liberata e vuole condurla in luogo sicuro ma il Re di Bitinia per evitare rogne con il pirata gli fa credere che sia stata rapita da loro. Così Akim, fido di Hamar, abborda la nave e cattura Cesare con i suoi che per evitare la morte gli promette un riscatto di 50 talenti d'oro, somma tale da convincere il truce pirata. Publio viene inviato a Roma per rimediare il riscatto, mentre Cesare viene ricambiato da Plauzia grata di essere stata a sua volta liberata da lui, che gli fornisce una barca con la quale prendere il largo. A sua volta Valerio Torquato, saputo del rapimento della figlia, è in mare con tre navi deciso a eliminare una volta per tutte i pirati che infestano la zona. Recupera Cesare e la figlia e con lui, che nel frattempo ha avuto modo di studiare le fortificazioni del covo, escogita un piano per prendere da due lati l'accampamento. Hamar si è accorto della fuga di Cesare e ha messo a morte Plauzia quando Cesare irrompe e ingaggia battaglia, seguito da Valerio che a sua volta converge con i suoi a tenaglia. Per i pirati non c'è scampo e Cesare riesce in extremis a liberare Plauzia che tuttavia muore tra le sue braccia facendo scudo col suo corpo alla spada di Hamar. Cesare la vendica avendo la meglio sul pirata e facendogli fare la fine che aveva previsto per Plauzia: trafitto dalle punte di una micidiale macchina da tortura. Da Roma giunge notizia che Silla è morto e Cesare può tornare e prendere il comando.
Buon film con tutti gli ingredienti del genere e un occhio alla storia anche se a grandi linee, ma di certo non pretestuosa. Gustavo Rojo è un Giulio Cesare un po' troppo spadaccino ed eroico ma di sicuro buon effetto. Gordon Mitchell è quanto di meglio offriva il cinema nel ruolo di cattivo e nei panni del feroce pirata Hamar può mettere in bella mostra i suoi muscoli e il fisico statuario. Dulcis in fundo la bellissima Abbe Lane nel ruolo della sfortunata Plauzia che sognava una nuova vita con Cesare in luogo di quella con un selvatico violento. Anche Rosanna Fattori, se pur in un ruolo minore, ha la possibilità di farsi apprezzare per quella maggiorata nostrana che era.
Italia 1962
Regia: Sergio Grieco
Musiche Carlo Innocenzi
con
Gustavo Rojo: Giulio Cesare
Abbe Lane: Plauzia
Gordon Mitchell: Hamar il Pirata
Pasquale Basile: Akim
Massimo Carocci: Publio
Ignazio Leone: Frontone
Silvana Jachino: Quintilia
Erno Crisa: Silla
Piero Lulli: Edom
Franca Parisi: Cornelia
Mario Petri: Nicomede
Franco Franchi: ufficiale
Rosanna Fattori: Eber
Fedele Gentile: Valerio Torquato
Antonio Gradoli: Lucio
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