Viaggio in paradiso
C ome dare una svolta positiva e decisiva alla propria esistenza futura, quadrando i conti in ogni minimo dettaglio col presente e il passato, in questo ritorno all'azione di Mel Gibson da attore, in un film dove contribuisce alla sceneggiatura, aiuta il regista e soprattutto "caccia" il grano come co-produttore. Senza un nome e con le impronte digitali cancellate, il nostro, inseguito dalla polizia dopo una rapina, si butta contro le barriere che delimitano il confine col Messico e, avendolo oltrepassato, finisce nelle mani della polizia locale che notata la refurtiva, si guarda bene dal consegnarlo ai colleghi americani che lo reclamano, preferendo sbatterlo nel loro carcere e mettere le mani sul malloppo. In fondo sono entrambe polizie corrotte e stavolta ha avuto più fortuna quella messicana. Il nostro si ritrova rinchiuso in un singolare penitenziario, detto il Pueblito, una sorta di corte dei miracoli al cui interno succede di tutto con il beneplacito "interessato" della direzione. Dallo spaccio di ogni tipo di droga fino alla vendita di ogni sorta di merce, armi comprese. Vive al suo interno una strana comunità di derelitti che nel periodo di pena, vista la miseria dilagante all'esterno, può portarsi dentro anche i familiari. Basta pagare e si esce pure per qualche lavoretto o commissione urgente. Il Gringo, chiamato così per essere l'unico americano lì detenuto, essendo ladro abilissimo e sveglio di cervello ci mette poco a farsi una "posizione sociale" all'interno di quel mondo. Scopre anche che comanda un certo Javi, spalleggiato dal fratello Caracas e da un cugino pazzoide, il quale gode di un trattamento speciale in virtù di una immensa ricchezza accumulata con lo spaccio e dei contatti solidi con la malavita esterna ai suoi ordini. Costui ammalato di cirrosi, vive con il fegato di un detenuto fatto ammazzare in quanto compatibile tra i rarissimi idonei per il suo caso. Per questo ordina prelievi di sangue ad ogni nuovo arrivato per testarne la compatibilità. Al momento ha il piccolo figlio del suo "donatore", come "riserva" ed è ovviamente sotto la sua protezione. Vive lì con la madre dopo che entrambi i genitori vennero arrestati per spaccio di droga e la donna è costretta a prostituirsi nelle serate di "gala" che Javi spesso organizza lì dentro. Gringo prende a ben volere il loro caso e si adopera per aiutarli come meglio può. Nel frattempo, avendo rubato i soldi ad un potente mafioso, si ritrova alle calcagna i suoi sicari che sono risaliti a lui eliminando i poliziotti corrotti e diventati troppo spendaccioni che gli avevano sottratto il malloppo. Non gli resta che confidare la cosa a Javi che, allettato dalla somma, fa recuperare il denaro ai suoi uomini mettendosi a sua volta contro il rivale americano che arriva a sfidarlo coi suoi sicari all'interno del carcere scatenando un conflitto a fuoco con numerose vittime. Si è passati il limite e il fatto assume rilevanza nazionale tanto che il governo ha deciso di chiudere quel carcere ed ha pronta un'irruzione in grande stile per evacuarlo. Gringo sa dove trovare il boss americano al quale ha rubato i soldi e ottiene da Javi armi e documenti per tornare in America e almeno un 10% del bottino se riesce nell'impresa. Con il nome dell'uomo che gli ha soffiato sua moglie nei documenti, fa in modo che la colpa ricada su di lui e a missione compiuta, il poveretto si vede bussare alla porta da uomini del boss che lo crivellano di colpi sotto gli occhi della moglie fedifraga. Ora è tempo di rientrare in Messico e tentare di salvare il bambino e la mamma dalle grinfie di Javi e vi arriva in piena irruzione dei militari. Approfittando della sparatoria tra gli uomini di Javi e l'esercito riesce a penetrare nella rudimentale sala operatoria che questi aveva approntato e fatto difendere dai suoi uomini, proprio mentre viene espiantato il fegato del bambino. Riesce a salvarlo e, saltato su un'ambulanza con la madre del piccolo, a mettersi in salvo, recuperando pure le borse col bottino. E' tempo di godersi gli ultimi spiccioli d'estate in riva al mare con la sua nuova e felice famigliola.
Get the Gringo
Stati Uniti 2012
Regia: Adrian Grunberg
Musiche Antonio Pinto
con
Mel Gibson: Gringo
Kevin Hernandez: Bambino
Dolores Heredia: Mamma del bimbo
Daniel Gimenez Cacho: Javi
Mario Zaragoza: Vazquez
Jesus Ochoa: Caracas
Roberto Sosa: Carnal
Peter Stormare: Frank
Dean Norris: Bill
Bob Gunton: Mr. Kaufmann
Scott Cohen: avvocato di Frank
Patrick Bauchau: Chirurgo
Tom Schanley: cecchino
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