Di Tresette ce n'è uno, tutti gli altri son nessuno
Nel filone comico western si colloca questo divertente film di Giuliano Carnimeo che si firma Anthony Ascott. George Hilton bravo ed amatissimo dal pubblico dell'epoca da solo come sempre vale il prezzo del biglietto ma il film in generale non decolla mai. Lui e il compare Paco, Cris Huerta, dovrebbero far rivivere le gesta di Trinità e Bambino ma riescono soltanto a strappare qualche risata qua e là colpa di una scarsa vena nelle trovate comiche e una mancanza pressoché totale di battute efficaci. Restano immutati stima ed affetto per quei personaggi e quel genere che fece lavorare tante persone e riempire le sale ma qui siamo decisamente sul viale del tramonto o del raschiamento del barile e non basta George Hilton a rischiarare il crepuscolo ormai avanzato. Anzi è già notte e dopo Trinità si è andati tutti a nanna. Tresette, pistolero simpatico e burlone, deve recuperare i centomila dollari rubati da Frisco Joe sul treno diretto a Yuma e a sua volta sottratti dal furbo Frank Faina che li ha messi in una cassetta di sicurezza di una banca e si è nascosto tra i pazzi di un manicomio dove nemmeno i medici sono sani. Tresette, per tutto il film intralciato dal pistolero fighetto Veleno che vuole misurarsi con lui restando ogni volta con un palmo di naso e nelle situazioni più assurde, lo rintraccia e Frank deve fuggire incappando però nella feroce banda dei Fratelli Menoni, gente che, come dice il nome, ci va pesante con le mani. Il nostro eroe non fa una piega e prima elimina la banda di Frisco che come hobby si raduna e incappuccia con gli abiti del Ku Klux Klan animando la sezione di Cactus City e una volta mazzolata per bene, può dedicarsi ai Fratelli Menoni che nel frattempo stanno spartendosi l'oro del vecchio Frank Faina. Tra legnate e amenità varie parlando in perfetto romanesco, i Fratelli vengono sistemati da Tresette che prende il bottino e ne lascia una piccola parte al vecchio come ricompensa. Il siparietto reiterato con Veleno è tra i più godibili del film anche se mutuato pari pari dalla serie su Trinità. Lo stesso attore, Antonio Monselesan o Tony Norton come nome d'arte, affettato e in abito nero si presta a subire ogni genere di scherzo o vessazione come nelle precedenti apparizioni fino alla fine quando, tutto bruciacchiato dall'ennesimo scherzo-incidente, pronuncerà la frase che è poi il titolo del film. Camei di Memmo Carotenuto, pazzo rinchiuso nel manicomio più strampalato del west, e dei fratelli Maggio, con Enzo nel ruolo di Faina e Dante straordinario one-man-circus. A marcare il genere italianissimo, le tante parlate dialettali usate dai personaggi. C'è pure il sciùr Brambilla che fa il calzolaio e naturalmente parla lumbàrd, e oltre al romanesco dei Fratelli Menoni c'è pure un marchigiano tra le guardie del corpo di Frisco e naturalmente il napoletano dei Fratelli Maggio a rafforzare questa babele nazional popolare.
Italia 1974
Regia: Giuliano Carnimeo
Musiche di Alessandro Alessandroni
con
George Hilton: Tressette
Cris Huerta: Paco
Memmo Carotenuto: pazzo a letto
Tony Norton: Veleno (con il nome )
Nello Pazzafini: Striker
Umberto D'Orsi: Direttore del manicomio
Riccardo Garrone: Frisco Joe
Renato Baldini: Direttore della banca
Dante Maggio: Drakeman
Enzo Maggio: Frank Faina
Furio Meniconi: Veterinario
Renzo Pevarello: Sceriffo
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