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Una bara per lo sceriffo
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ARichmond arriva un misterioso pistolero che dice di chiamarsi Texas Joe e si segnala subito per essere tipo risoluto e svelto con la colt e i pugni. A farne le spese due scagnozzi della banda di Lupe Rojo che imperversa nella zona e si è macchiata di numerosi delitti, tra i quali un assalto alla diligenza durante il quale venne violentata e uccisa una donna. La sera stessa la banda piomba in città per rapinare la banca approfittando dell'assenza dello sceriffo e se ne riparte aiutata dallo stesso Joe che viene accolto nel seno della banda. Dapprima con estrema cautela cercando di capire che tipo sia per poi accettarlo dopo un singolare rito che lo vedrà misurarsi con uno scagnozzo alla morte. Ne prende il posto e inizia a studiare le mosse della banda, riuscendo ad avvertire in tempo l'amico Wilson, che ne conosce la vera identità, a rintuzzare un attacco notturno della banda al suo ranch, dopo aver saputo dallo sceriffo corrotto che aveva in casa l'incasso della vendita di una mandria. L'attacco fallisce ma Joe è sospettato di averlo avvertito e viene duramente percosso affinché riveli la sua identità. Visto poi che non intende parlare forse lo farà se rapiscono Jane Wilson, la giovane figlia del suo amico allevatore. Così fanno e vista la resistenza di Joe, decidono di farla violentare come successo ad una donna durante un loro assalto alla diligenza. Fu Murdock uno della banda a farlo e adesso intende ripetersi con la giovane Jane. Mentre questa urla e si dimena, la donna di Lupe, stanca delle violenze che ha dovuto subire e vedere, intima con una colt di fermarsi e di fronte a Lupe che la vorrebbe disarmare, la donna spara uccidendolo e consentendo a Joe nella confusione di liberarsi e raccogliere la colt per far fuori il resto della banda. Solo Murdock riesce a fuggire in direzione della città e Joe, constatato che la giovane Jane è illesa, si butta al suo inseguimento. Lo raggiunge e inizia la sparatoria dove si rivelerà essere lo sceriffo Joe Nolan che era sulle tracce di chi aveva brutalmente violentato e ucciso sua moglie. Quella donna della diligenza che stava per essere vendicata, colpendo la mano e poi la gamba di Murdock per poi con l'ultima pallottola in pancia, la più dolorosa, farlo stramazzare nella polvere. Joe ha chiuso i conti e può gettare la stella prima di lasciare Richmond a cavallo, alla fine di questo buon western nazional-popolare girato con esterni spagnoli al pari di molti caratteristi arruolati sul posto, come in genere avveniva.
Una bara per lo sceriffo Italia, Spagna 1965
Regia: Mario Cajano Musiche Francesco de Masi con Anthony Steffen: Joe Nolan "Texas Joe" Eduardo Fajardo: Russell Murdock Luciana Gilli: Jane Wilson Arturo Dominici: Jerry Kruger, l'"Avvocato" (accreditato Arthur Kent) Armando Calvo: Lupe Rojo María Vico: la donna di Lupe Fulvia Franco: Lulu Belle George Rigaud: Wilson Miguel Del Castillo: lo sceriffo Gallagher Jesús Tordesillas: Slim Francisco Brana: uno scagnozzo di Lupe Rojo Lucio De Santis: Mulligan Miguel De La Riva: Damon Tomás Torres: bandito Santiago Rivero: Banchiere
Voglio fare un appello con questo film a chi lavora nel cinema affinché a distanza di 40 anni si torni a produrre un genere che tante soddisfazioni ha dato al settore in termini di incassi e lavoro. Certo il filone ha rappresentato anche un concentrato di luoghi comuni finendo spesso in sciocchezze e corbellerie col solo scopo di far cassa etichettandosi col tempo solo come fenomeno violento e di consumo. Perchè non c'era la TV e il cinema era il solo luogo di svago e bisognava riempire le sale con prodotti ripetitivi in quantità e a scapito della qualità. Ma pur sempre creando un mestiere associato ad esso fatto di buoni caratteristi, registi, comparse e maestranze specializzate in carpenteria, falegnameria e vari e sempre senza l'utilizzo di una sola lira del denaro pubblico. Ecco perché vorrei che firmaste nei commenti questo appello affinché torni in auge un genere, magari anche con altri, che un tempo caratterizzarono il nostro Cinema nazionale. Ci vorrebbe in ver...
Trama: I ragionieri Antonio Guardalavecchia (Totò) e Giuseppe Colabona (Peppino De Filippo) sono impiegati presso la filiale di Napoli della ditta Pasquetti, una società di trasporti. Il loro capoufficio è Cesare Santoro, superiore molto severo che non tollera l'atteggiamento poco professionale dei due impiegati. Al culmine dell'ennesimo rimprovero riservato a Colabona e Guardalavecchia davanti a un impiegato neoassunto, il catanese Donato Cavallo, Santoro li minaccia di trasferirli in Sardegna. L'improvvisa morte del capoufficio dà inizio a una spietata "guerra per la successione" tra Colabona e Guardalavecchia, lotta i cui segnali si manifestano già al funerale di Santoro. Parodìa stupenda dell'avidità e dell'ambizione delle persone che pur di raggiungere anche miserrimi obiettivi son pronti a tutto. Trasferito in ambito politico nella nostra povera Italia, Guardalavecchia, Colabona e Santoro vi ricordano qualcuno? Ribadisco, il "Pri...
Devo dire che il cinema mi ha spesso fatto conoscere musiche che non avrei mai immaginato di ascoltare e questo bellissimo film del quale abbiamo già parlato in questo post serve più che altro a farvi conoscere uno dei più grandi baritoni di tutti i tempi: Tito Gobbi . Considerato da molti inarrivabile per il timbro di voce, in questo film presta la voce "canora", perchè il parlato è di Giulio Panicali uno dei tre più grandi doppiatori della storia del cinema nazionale, a Dennis King , Frà Diavolo alias il Marchese di San Marco . Nel clip mancano i 2 interpreti principali, Stanlio e Ollio , ma lo scopo era quello di far ascoltare questa bellissima aria che potrete divertirvi a cantare dal momento che inserisco le parole e credo tantissimi nel web approfitteranno con i motori di ricerca a reperirle qui e tuttavia possiamo notare alcune delle spalle abituali del duo comico come James Finlayson e la bella Thelma Todd . Per i crediti potete andare al post originale: Frà ...
H enry , un killer professionista, si è ritirato dopo l'ultimo incarico in una casetta in mezzo al nulla gelato della foresta dello stato di Washington DC vicino al confine canadese. A turbare i silenzi della natura che lo circonda arriva un tonfo sinistro quando nei pressi si schianta una motoslitta con a bordo una ragazza che rimane ferita piuttosto seriamente. Henry la porta al sicuro dai lupi che stanno già fiutando la preda avendone assaggiato il sangue sulla neve e inizia a curarla con i pochi mezzi di cui dispone. Le estrare diverse schegge di legno da una gamba e dopo qualche giorno una ancor più preoccupante nell'inguine. In genere non salva le vite tuttavia quella ragazza indifesa non poteva lasciarla in balia delle intemperie e dei lupi famelici, ma qualcosa in lei lo insospettiva. Intanto non aveva cellulare e nemmeno documenti per cui quel nome, Melody , che le ha dato potrebbe essere falso ragion per cui appena si sarà ripresa dovrà alzare i tacchi e lasciar...
« Il Cristianesimo è una religione democratica basata sul lavoro » (Don Camillo) Da i romanzi di Guareschi , sono tratti una serie di film che meglio di tanti altri hanno descritto l'Italia post bellica ed il suo passaggio da civiltà rurale e patriarcale a società moderna. Tutti prodotti dalla Cineriz e interpretati da Fernandel (don Camillo) e Gino Cervi (Peppone) gli episodi sono cinque: 1. Don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1952) 2. Il ritorno di don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1953) 3. Don Camillo e l'onorevole Peppone (regia di Carmine Gallone, 1955) 4. Don Camillo monsignore... ma non troppo (regia di Carmine Gallone, 1961) 5. Il compagno don Camillo (regia di Luigi Comencini, 1965) Non so quante volte li ho rivisti, ma ogni volta è come se fosse la prima ed in ogni occasione ne trovo una chiave di lettura nuova. Centro degli episodi è la contrapposizione tra il sentimento cristiano di don Camillo e l'ideol...
Se c'è un attore che sempre mi ha convinto nelle sue interpretazioni questo è Andy Garcia, e nel limite del possibile ho sempre cercato di vedere i suoi film. In The Lost City, egli non è solo l'attore protagonista, ma anche il regista, produttore esecutivo e autore delle musiche. E aggiungiamoci pure che come il protagonista del film anch'egli è un esule cubano. Il film narra la storia di Fico (A. Garcia) proprietario di un locale notturno "El Tropico" di L'Avana durante la dittatura di Battista e all'alba della rivoluzione Castrista. Nella sua famiglia il padre, docente universitario, è per un opposizione parlamentare al regime di Battista, mentre suo fratello Ricardo si unisce al movimento, extraparlamentare, comunista di Fidel Castro e l'altro fratello, Luis, al movimento democratico (sempre extraparlamentare). Man mano che il regime Castrista raggiunge il potere ed il controllo della vita cubana, le attività del locale di Fico sono ridotte, prima...
Severine è candida, Severine è diafana, Severine è ialina, Severine è pura, Severine è perversa, Severine è la Bella di Giorno Severine è Luis Bunuel e la sua proiezione erotica, dissacratoria di una società borghese e perbenista, ne incarna le sue allucinazioni surrealiste fatte di sogno e realtà sempre in bilico tra di esse. A volte ironiche, altre violente, ma sempre eleganti nel conflitto che pongono allo spettatore su cosa sia normale o anormale, giusto o sbagliato. Nel 1967 la società era all'inizio di quei moti che l'avrebbero sconquassata dalle basi bigotte e borghesi e il film fu molto duro da digerire e solo un genio come Bunuel poteva portare sullo schermo un tema così scioccante e se vogliamo amorale, schiaffeggiando il perbenismo dell'epoca con una … carezza chiamata Catherine Deneuve . Lei era la giusta incarnazione per il suo progetto, una donna giovane, borghese che mai al mondo uno avrebbe immaginato di proporle una parte simile. E qui come in seguito,...
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