Cani e gatti
Ruvinello, paesino sulle rive di un lago, è teatro della campagna elettorale per l'elezione del sindaco da parte dell'unica lista capeggiata dal locale farmacista don Filippo. Non avrebbe rivali se l'arcigna proprietaria dell'unico albergo, donna Elvira, non decidesse di dar battaglia. Tra i due c'è un antico rapporto di odio amore da quando le loro strade di innamorati si separarono per sposare l'uno la mamma di Lia, sua unica figlia, e il bonario don Michele l'altra. Il farmacista è rimasto vedovo e passa il suo tempo nelle cose di bottega, accudito dalla bella figliola, mentre Elvira gestisce con altre dipendenti la sua attività badando a tenere sempre a freno il marito al quale vieta di bere per ragioni di salute. Entra in lizza alle elezioni e viene sconfitta, entrando però in consiglio comunale come minoranza. Qui riesce a far votare una delibera circa la messa in funzione di una nuova e moderna farmacia, osteggiata ovviamente dal sindaco che vede la sua, ormai vetusta, commercialmente in pericolo. Elvira è forte del fatto che appena tornato in paese suo nipote Sandro, laureato da poco in farmacia e intende farlo sistemare fornendogli i mezzi necessari per aprirne una nuova. Il sindaco però corre a Roma e scopre che per poter averne i requisiti, nel paese debbono esserci più di tremila abitanti e siccome Ruvinello ne conta proprio tale cifra, non è possibile aprire una nuova farmacia. Ecco allora scatenare l'arcigna rivale in una campagna volta a far crescere la popolazione con promesse di ricche sovvenzioni, osteggiata dal rivale che al contrario promette benefici a chi se ne andrà a vivere altrove. Nella singolare battaglia che si svolge tra i due partiti in paese, ecco sorgere l'amore tra i due giovani dei contendenti, fino alla frittata di lei in cinta e conseguente sfuriata del genitore che a stento Elvira riesce a placare. Essendo poi lei stessa rimasta vedova nei festeggiamenti che avevano visto suo marito Michele alzare di nascosto il gomito per restarci secco e magari finalmente felice, ecco che si presenta per entrambi l'occasione di riallacciare quel rapporto che si interruppe tanti anni prima e che è costato una faida interminabile. Ai due giovani che corrono dal parroco per stabilire la data delle loro nozze, fa seguito il ritrovato slancio amoroso di Elvira che sottobraccio a Filippo sfila per le vie del paesino verso un futuro di pace e amore.
La straordinaria recitazione dei due protagonisti e una trama semplice e divertente rendono perfettamente quello che era il livello della commedia in un'Italia che non c'è più e che quindi ne resta, come tante altre del periodo, preziosa testimonianza.
Italia 1952
Regia: Leonardo De Mitri
Musiche Gino Filippini
con
Titina De Filippo: donna Elvira
Umberto Spadaro: don Filippo
Antonella Lualdi: Lia
Armando Francioli: Sandro
Carlo Romano: don Saverio
Marisa Merlini: donna Filomena
Carlo Sposito: Tonino
Giuliana Pinelli: Clotilde
Paolo Stoppa: don Cosimo
Gianni Cavalieri: don Michele
Silvio Bagolini: tecnico comunale
Pietro Carloni: cavalier Anselmi
e con
Mario Frera
Jole Gragnani
Rita Livesi
Renato Lupi
Mario Mazza
Nino Milano
Norma Nova
Nietta Zocchi
Wanda Tucci
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