Il boom
G iovanni Alberti si è indebitato fino al collo per mantenere uno stile di vita pari a quello dei suoi danarosi amici. Soprattutto per soddisfare la frivola moglie Cinzia della quale è molto innamorato e che gli ha dato un maschietto che ora ha due anni. Figlia di un generale bigotto e moralista, la donna ignora al pari della sua famiglia che il marito è in grave crisi finanziaria. Alberto cerca disperatamente di dilazionare i suoi debiti e procrastinarli con rinnovi di cambiali, ricevendo però netti rifiuti. Pari a quelli di amici e parenti ai quali si è rivolto per avere dei prestiti. La situazione precipita quando il suo nome appare sul bollettino dei protesti e il generale irrompe a casa sua urlandogli tutto il suo disgusto per essere stato trascinato con sua figlia in quello scandalo. Cosa ancora più grave perché unici a non sapere della sua disastrata situazione economica. Ragion per cui si porta via sua figlia e il nipotino lasciandolo solo a casa che del resto, essendo ipotecata, gli verrà sottratta al pari del mobilio, così come disposto da ingiunzione giudiziaria. Disperato Giovanni che nei giorni precedenti aveva avuto un singolare confronto con la signora Bausetti, decide di accettare la sua proposta. Era stato a chiedere aiuto al marito, Carlo Bausetti, un noto e ricchissimo imprenditore edile e nonostante il suo netto rifiuto aveva inaspettatamente trovato nella moglie, la signora Annetta, una probabile ancora di salvezza. Lei infatti gli aveva proposto di incontrarla a casa sua di pomeriggio alle 16,00 ammiccando come se volesse da lui una prestazione, per così dire, amorosa. In realtà la donna, in età avanzata, non voleva altro che fargli una proposta incredibile; ossia venderle un occhio da trapiantare in quello di suo marito andato perduto anni prima per un misero "schizzetto" di calce. La cifra era tale da sistemarlo per sempre oltre che sanargli tutti i debiti, per cui gli lasciava due o tre giorni per decidere, giorni nei quali era appunto precipitata la sua situazione. Ora con sua moglie che lo ha abbandonato dopo aver pensato anche al divorzio, l'uomo accetta la proposta e si fa dare un congruo anticipo in contanti. Con quei soldi, dopo aver pagato i debiti, richiama a sé sua moglie e invita tutti a casa sua per una festa memorabile spiegando che i suoi affari stanno andando a gonfie vele e che ha appena costituito una nuova ditta che si chiama Albertimpresa. Tutto attaccato come tiene a precisare, durante la festa dove alcool e vivande ricercate abbondano in una sorta di rivalsa sui suoi ricchi amici. Ma l'indomani, come da accordi, deve far intendere a sua moglie di allontanarsi per un importante affare e poi un qualsiasi incidente occorsogli giustificherà la perdita dell'occhio che ha promesso al Bausetti, dal momento che è illegale vendere organi. Così si presenta all'appuntamento in clinica ma sul più bello subentra il panico e un improvviso ripensamento, tale da farlo scappare inseguito dal personale medico. Sarà ancora una volta la volitiva e autoritaria signora Annetta a convincerlo definitivamente della bontà di quella scelta risolutiva di ogni suo problema.
Vittorio De Sica dirige magistralmente questa commedia, dandoci un ritratto esatto di quel periodo di grande espansione economica e delle tante speranze di ricchezza e crescita sociale degli italiani, qui resi da quello che maggiormente li ha rappresentati al cinema in tutti i loro vizi, debolezze e sogni. In quest'ottica il film è anche una valida testimonianza di un periodo particolare e tutto sommato felice della storia patria e qui segnatamente di quella romana, ministeriale e palazzinara.
Italia 1963
Regia: Vittorio De Sica
Musiche Piero Piccioni
con
Alberto Sordi: Giovanni Alberti
Gianna Maria Canale: Silvia Alberti
Ettore Geri: Carlo Bausetti
Elena Nicolai: Annetta Bausetti
Alceo Barnabei: Baratti
Felicita Tranchina:madre di Giovanni
Federico Giordano: padre di Silvia
Antonio Mambretti: Faravalli
Mariolina Bovo: Signora Faravalli
Silvio Battistini: Riccardo
Sandro Merli: Dronazzi
John Karlsen: Oculista
Ugo Silvestri: Gardinazzi
Franco Abbina: infermiere
Maria Tedeschi: infermiera
Maria Grazia Buccella: segretaria
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