Black Panther
W akanda in Africa, è l'unico posto al mondo ricco di vibranio, un raro metallo che ha reso il piccolo stato africano tecnologicamente evoluto al punto da ammantarsi al mondo esterno per proteggerne le caratteristiche e il prezioso dono che arrivò con un meteorite all'alba dell'umanità. Da sempre è custodito gelosamente per scongiurare un uso dannoso all'umanità da parte di avidi affaristi che dovessero venirne in possesso. Si possono costruire armi micidiali o tute indistruttibili o tantissime altre forme di oggetti dalla sofisticata tecnologia. A difendere la parte della nazione di Wacanda che è celata al mondo con un campo di forze, è da sempre il Re che con validi aiutanti e l'Erba a Forma di Cuore, frutto di una visione primordiale ricevuta dalla Dea Pantera, diviene il protettore noto col nome di Pantera Nera. T'Challa, alla morte del re suo padre, ne succede anche se deve, secondo la tradizione, sfidare chiunque non sia d'accordo con la sua nomina. Delle tribù facenti parte della piccola nazione solo M'Baku, capo dei Jabari, tribù che detesta la tecnologia e per questo si rifugia sui monti, lo sfida apertamente venendo però battuto in duello. Ora T'Challa è di nuovo Pantera Nera e deve subito vedersela con Klaue, un losco trafficante, che anni prima aveva rubato del vibranio a Wakanda, riuscendo a uscirne vivo e con quello aveva costruito una micidiale arma che brandiva in sostituzione del braccio mancante. Ha rubato dell'altro vibranio facente parte di un antico utensile africano custodito in un museo, cosa che lo rende ancor più pericoloso. Ma più ancora lo è un membro della sua banda che lo uccide e ne porta il cadavere a Wakanda. Lui è Erik Killmonger un noto mercenario ma rivelatosi clamorosamente cugino di T'Challa, ragion per cui lo sfida a nuovo duello ed ha incredibilmente la meglio, gettando il rivale da una cascata credendolo morto. Ma T'Challa viene rinvenuto dai montanari Jabari, che lo stabilizzano semi congelandolo con della neve anche se ne avrà ancora per poco. Intanto il nuovo sovrano fa bruciare tutta l'Erba Cuore per evitare che in futuro si possa ancora usarla per acuire le proprie potenzialità ed appare subito chiaro il suo propositi di iniziare una commercializzazione con trafficanti esterni del preziosissimo vibranio per arricchirsi a dismisura, senza preoccuparsi dell'uso militare che ne faranno sicuramente i vari acquirenti. La Regina madre e alcune fidate di T'Challa riescono però a raggiungerlo sui monti e con una piccola scorta di Erba Cuore a rimetterlo in sesto al punto che è di nuovo pronto a combattere. La Pantera Nera riesce, seppur in una guerra che vede tribù battersi su fronti opposti, a ripristinare la normalità riuscendo a uccidere il suo crudele cugino. Lo rivediamo tempo dopo alle Nazioni Unite col proposito di aprirsi al mondo esterno per condividere l'alto livello tecnologico raggiunto dal suo piccolo paese, davanti ad una platea tiepida se non addirittura irridente sul come un piccolo paese africano possa aiutare l'umanità. Nei chilometrici titoli di coda veniamo informati che ci toccherà rivedere all'opera la Pantera nel film Avengers: Infinity War per poi stupirci con Bucky Barnes in convalescenza, guarda un po', proprio in quel di Wakanda.
C'è il solito cameo di Stan Lee e la solita computer grafica delizia per gli occhi, ma il film della prolifica scuderia Marvel dice poco o niente se non la solita solfa del super eroe imbattibile finché non trova pane per i suoi denti e deve sudare le fatidiche sette camicie per averne ragione nel finale come sempre pirotecnico. Insomma se da un lato passi due ore spensierate dall'altro il tutto viene inesorabilmente a noia.
Black Panther
Stati Uniti 2018
Regia: Ryan Coogler
Musiche Ludwig Göransson
con
Chadwick Boseman: T'Challa / Pantera Nera
Michael B. Jordan: Erik Killmonger
Lupita Nyong'o: Nakia
Danai Gurira: Okoye
Martin Freeman: agente CIA Everett Ross
Daniel Kaluuya: W'Kabi
Letitia Wright: Shuri
Winston Duke: M'Baku
Angela Bassett: Ramonda
Forest Whitaker: Zuri
Andy Serkis: Ulysses Klaue
l'unica pantera nera che conosco è Grace Jones
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