Arrival
S ulla Terra piombano inaspettati e sinistri 12 enormi velivoli alieni. Come giganteschi baccelli contenenti chissà quali minacce, gravitano senza peso a pochi metri dalla superficie in 12 punti diversi del globo. I vari paesi coinvolti attuano subito immediate strategie per affrontare lo strano evento e in America si cerca un contato con chi è all'interno di quell'enorme coso sospeso, che ogni 12 ore apre uno spiraglio per accogliere a bordo rappresentanti terrestri. Il colonnello Weber a capo della missione che ha circondato l'area si avvale della dottoressa Louise Banks, esperta linguista e docente universitaria con la quale aveva collaborato durante una crisi con l'Iran. Insieme all'altro esperto Ian Donnelly iniziano a frequentare nei previsti orari l'interno della nave dove, isolati da tute a prova di virus e soprattutto da una parete trasparente, possono interloquire con gli strani abitanti venuti da chissà dove. Sono simili a dei polipi o piovre giganti con sette tentacoli a causa dei quali vengono subito battezzati con il nome di eptapodi. Per comunicare gli scienziati usano lavagnette con richieste nella nostra lingua che ben presto danno il risultato di avere risposte seppur con grafia di difficile interpretazione. Si parla di un dono che portano al genere umano ma di preciso non si è ancora capito di cosa possa trattarsi. Tuttavia con il tempo riescono a decifrare gran parte di quanto viene loro detto dalla coppia di eptapodi che Ian chiama affettuosamente Tom e Jerry. Ma un brusco cambiamento di strategie interviene a turbare le relazioni tra gli scienziati e gli alieni. In altre parti del mondo hanno interpretato alcune grafie che parlano di armi e la Cina ad esempio ha dato loro un ultimatum, seguita da Russia e Pakistan, di lasciare il territorio entro 24 ore pena un attacco massiccio contro la loro aeronave. In America invece mettono addirittura un ordigno esplosivo all'interno della nave proprio mentre la professoressa e il suo collega erano in visita con il risultato che i due si salvano ma la nave li espelle e si alza di centinaia di metri sulla superficie, cosa questa che sembra preludere ad un loro contrattacco. In realtà non è così e poco dopo lasciano il pianeta. Ma il dono che gli alieni avevano promesso è una diversa conoscenza del concetto di tempo che in Ian e Louise è già fruibile anche se si manifesta con una confusa forma di allucinazioni o predizioni. In una di queste Louise si vede premiata dalle Nazioni Unite per il bel lavoro svolto con gli alieni e soprattutto per essere riuscita a far rientrare dai propositi di guerra la Cina. Con Ian sarà amore anche se funestato dalla grave perdita della loro figlioletta, Hannah - nome palindromo ci ricorda Louise - dramma del quale peraltro avevamo ampiamente avuto modo di assistere fin dall'inizio film. Quelli che sembravano ricordi altro non erano che avvenimenti futuri in un loop spazio tempo nel quale inizio e fine si sovrappongono con effetti anche soporiferi per il povero spettatore, che da un film di fantascienza si aspetta mostri verdi spaventosi e tante legnate di benvenuto per ricacciarli negli spazi profondi dai quali son venuti. E invece dopo Interstellar eccoci ancora qui a gemere di drammi familiari con massicce dosi di introspezione psicologica a maggior detrimento.
Arrival
Stati Uniti 2016
Regia: Denis Villeneuve
Musiche Jóhann Jóhannsson
con
Amy Adams: Louise Banks
Jeremy Renner: Ian Donnelly
Forest Whitaker: Colonnello Weber
Michael Stuhlbarg: agente David Halpern
Tzi Ma: Generale Shang
Mark O'Brien: Capitano Marks
Jadyn Malone: Hannah 6 anni
Abigail Pniowsky: Hannah 8 anni
Julia Scarlett Dan: Hannah 12 anni
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