Un eroe dei nostri tempi
A lberto Menichetti, impiegato in un cappellificio è un tipo pieno di complessi e ad acuirli ci pensano anche la zia Giovanna e la vecchia domestica Clotilde, con le quali vive e che riversano in lui troppe premure, con il risultato di renderlo insicuro e pieno di paure nella vita di tutti i giorni, dove a causa di tutti questi complessi si rivela inaffidabile e all'occorrenza falso e delatore. Con meticoloso scrupolo si annota in un piccolo taccuino tutti i suoi movimenti e le sue attività giornaliere per evitare guai con la legge viste le tante brutte notizie che si leggono sui giornali. E' un modo per avere sempre un alibi da usare in caso di bisogno e in contrasto con amici e colleghi di lavoro che lo ritengono esercizio inutile, perché se la polizia ti prende d'occhio, non varrebbero certo a scagionarti. Ed è proprio nel tentativo di dimostrare l'efficacia del suo comportamento, che in maniera maldestra si caccia ripetutamente nei guai. Anche seri, come quella volta che durante un comizio politico, dei sobillatori avevano fatto esplodere una bomba carta sotto al palco degli oratori. La vedova De Ritis, ex capufficio, che già gli aveva salvato il posto di lavoro, riesce a salvarlo da quella delicata situazione affermando che aveva passato la notte dell'attentato con lei. Naturalmente mira a sposarlo ma Alberto, da un iniziale sollievo e riconoscenza per il suo gesto, alla cattura del vero responsabile, non esita a denunciarla per falsa testimonianza e togliersela dai piedi definitivamente, facendo prevalere il suo lato più viscido e meschino. Con il senso di insicurezza ormai alle stelle e con il suggerimento del commissario e delle sue donne di casa, vede come unica soluzione quella di arruolarsi in Polizia dove probabilmente si sentirà protetto e al sicuro. Lo vediamo, in un finale divertente, mentre sale a bordo di una camionetta, armato di tutto punto, chiedere ai colleghi della Celere se ci sarà pericolo in quell'intervento che si apprestano a compiere.
Alberto Sordi, se pur attorniato da un ottimo cast, regge da solo il film con tanti momenti spassosi e scenette irresistibili tipiche della sua comicità. Mario Monicelli dirige questo che è meritatamente nel novero dei 100 film italiani da salvare. C'è all'inizio della sua carriera, quando era ancora impegnato principalmente nel nuoto, il mitico Bud Spencer, qui col suo nome di Carlo Pedersoli, nel ruolo di un fidanzato geloso con "du' spalle così", che dopo un primo impatto è facilmente riconoscibile nella scena del commissariato.
Un eroe dei nostri tempi
Italia 1955
Regia: Mario Monicelli
Musiche Nino Rota
con
Alberto Sordi: Alberto Menichetti
Franca Valeri: Vedova De Ritis
Giovanna Ralli: Marcella
Mario Carotenuto: Gustavo
Leopoldo Trieste: Aurelio
Alberto Lattuada: Il direttore
Carlo Pedersoli (Bud Spencer): Fernando
Pina Bottin: Segretaria
Tina Pica: Clotilde
Lina Bonivento: Zia Giovanna
Mino Doro: Professor Bracci
Giulio Calì: Il giovanottaccio
Paolo Ferrara: Commissario
Jone Frigerio: La zia
Ciccio Barbi: Un impiegato
Mario Meniconi: L'energumeno del fiume
Nino Vingelli: Brigadiere
Lea Migliorini: Suora
Carlo Mazzarella: Giornalista
Paola Quagliero: Dattilografa
Giorgio Berti: Magazziniere
Vera Valentini: Dattilografa
Commenti
Posta un commento
i vostri commenti sono molto apprezzati