Ladro lui, ladra lei
C encio è senz'altro uno dei personaggi più divertenti interpretati da Alberto Sordi. E' un ladruncolo di borgata che entra ed esce da Regina Coeli, come prima di lui ha fatto suo padre, suo nonno e il nonno di suo nonno. Insomma generazioni intere che hanno campato di espedienti, trovando, quando arrestati, il carcere assai più comodo e vivibile dei loro tuguri. Approfittando dell'ennesima amnistia, Cencio si rimette subito all'opera coinvolgendo Cesira, una donna bella e procace, sua amica di infanzia, in una serie di raggiri che vedono come vittime alcuni facoltosi commercianti dove la ragazza aveva lavorato giusto il tempo di venire importunata dal padrone di turno, in cerca di avventure extra-coniugali, prima di licenziarsi con un sonoro ceffone al molestatore. Così Cencio ne vuol fare una "questione di diritto", tentando di ottenere da costoro un risarcimento per le molestie a Cesira, pena spifferare tutto alle rispettive consorti e poco curandosi di far passare per "diritto" un vero e proprio ricatto. Con Cesira a reggergli il gioco, Cencio si esibisce in una serie di esilaranti tentativi di truffa, adottando travestimenti geniali e recitando parti da consumato attore. Come quando, spacciandosi per maresciallo dei carabinieri, arresta un gioielliere, requisendogli tutta la merce, e portandolo addirittura in carcere, conoscendo alla perfezione le procedure e i vari cancelli da attraversare. Solo il detenuto Gnaccheretta si accorge del travestimento in uno dei momenti più esilaranti del film. Col ricco bottino conta di far fare la signora a Cesira che sogna ardentemente di abbandonare quella misera vita di borgata. Ma è anche un'impresa così eclatante che prima o poi lo ricondurrà in prigione. Per questo sua madre già da tempo abituata, gli sta preparando le maglie di lana ai ferri, ricordando quando suo marito buonanima gli raccontava che d'inverno tira una tramontana rigida a Regina Coeli. Per fortuna la sua Cesira ha scelto la retta via grazie alla proposta di matrimonio ricevuta da Raimondi, uno di quei commercianti, l'unico non sposato, col quale aveva lavorato poco tempo e che aveva tentato di truffare senza successo. Cencio, che non avrebbe mai potuto dargli quella vita tranquilla che cercava, si lascia arrestare, felice per la sua Cesira e di incontrare di nuovo i tanti amici che aveva lasciato dentro e che lo accolgono con scene di tripudio.
Dirige Luigi Zampa, un cast di primissimo piano con Alberto Sordi in forma smagliante e tale da reggere quasi tutto il film da solo con memorabili e divertentissime scene. Da sottolineare infine come aspetto storico-sociale, il degrado della periferia romana di quegli anni, con le borgate povere ridondanti di tuguri e di un'umanità schietta e desiderosa di superare le difficoltà con ogni mezzo possibile senza lasciarsi prendere dalla tristezza. Insomma del tipo poveri ma belli o si stava meglio quando si stava peggio.
Italia 1958
Regia: Luigi Zampa
Musiche Angelo Francesco Lavagnino
con
Alberto Sordi: "Cencio"
Sylva Koscina: Cesira
Ettore Manni: Raimondi
Mario Carotenuto: Commendator Cestelli
Alberto Bonucci: Dottor Valletti
Mario Riva: Commendator Maghetti
Marisa Merlini: Mariadele
Anita Durante: Madre di Cencio
Vinicio Sofia: Brigadiere del carcere
Carlo Delle Piane: "Gnaccheretta"
Gianni Baghino: "Lombo"
Luigi Leoni: "Morbillo"
Mino Doro: Accursio il gioielliere
Ada Colangeli: Moglie del Cestelli
Nando Bruno: Clemente, il brigadiere
Delia Valle: Delia
Guglielmo Inglese: Cav. Lauricella
Commenti
Posta un commento
i vostri commenti sono molto apprezzati